Gli occhi del mondo sono puntati, in questi giorni, sulle prime vaccinazioni contro il Covid-19. Sebbene nel Regno Unito la somministrazione sia già partita proprio nella giornata di ieri, per l'Italia bisognerà attendere ancora qualche settimana mentre, nel frattempo, al Governo si discute sul Piano Vaccinale. C'è qualcuno, però, che ha voluto pensare alla Bergamasca, e più precisamente a San Giovanni Bianco, esprimendo la volontà di importare 740 dosi del vaccino russo denominato “Sputnik V”.
Come riportato da Il Corriere, il gesto è stato promosso da Marcello Ferrada de Noli, dottore in scienze mediche e professore emerito di scienze della salute pubblica ed epidemiologia in Svezia, che porta con sé però un piccolo problema: se anche il vaccino russo arrivasse in Italia, non potrebbe essere somministrato poiché senza le autorizzazioni da parte dell'Ema, l'agenzia europea per i medicinali.
Perché proprio a San Giovanni Bianco? Il professor Ferrada de Noli è nato in Cile, da una famiglia di origini genovesi e da diversi anni trascorre diversi mesi all'anno proprio nel paese brembano. Qui ha contribuito anche, lo scorso maggio, alla redazione di uno studio epidemiologico dal quale è emerso che il 39% dei residenti in paese aveva contratto il virus durante i mesi più duri della pandemia.
Le 470 dosi, come spiegato dallo scienziato che è ora in attesa di ottenere l'autorizzazione dai Ministeri della Salute e degli Esteri, sarebbero destinate ai cittadini con più di 70 anni di età e verrebbero importate dall'Ungheria. Marco Milesi, il sindaco di San Giovanni Bianco, è però restio ad accettare la donazione, dicendosi contrario ad autorizzare somministrazione di vaccini senza autorizzazioni da parte dell'Ema la quale, al momento, sembrerebbe non stare verificando l'efficacia e le controindicazioni del vaccino russo.