Ex cava di Strozza, la discarica si allontana: la Provincia dà l’ok all’inserimento nella Rete Ecologica

Un nuovo gradino si aggiunge alla lunga storia che coinvolge la ex cava di Strozza. Accolto con unanimità in Provincia l'emendamento che vede come obiettivo quello di inserire l'area nella Rete Ecologica Provinciale.
11 Novembre 2020

Un nuovo gradino si aggiunge alla lunga storia che coinvolge la ex cava di Strozza, reduce da un travagliato passato in cui ha rischiato di divenire una discarica. Dopo essere stata tramutata da “area produttiva” ad “area agricola” dalla Provincia di Bergamo lo scorso aprile (e non dimentichiamoci la partecipazione, ad agosto, al censimento Luoghi del Cuore FAI), il 7 novembre è stato accolto all'unanimità in Consiglio Provinciale – riunitosi per l'approvazione del Ptcp (il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) – un emendamento, presentato dal Consigliere provinciale Demis Todeschini, con l'obiettivo di inserire la ex cava nella Rete Ecologica Provinciale (REP).

Conclusi i lavori del Consiglio Provinciale per l'approvazione del Ptcp – spiega il Consigliere Todeschini – Un emendamento che ha visto tutto il consiglio unito è il seguente, importantissimo per la Valle Imagna: 'Si propone che in merito alla destinazione d'uso dei suoli interessati dal progetto di discarica in Comune di Strozza e Almenno San Salvatore, l'area della ex cava di quarzo sia inserita nella tav. della Rete Ecologica Provinciale (REP) in stretta connessione con la Rete Ecologica Regionale di II livello che circonda l'area in oggetto.

Un buon segno – sottolinea Todeschini –, anche se da un punto di vista formale non è sufficiente ad allontanare definitivamente il rischio discarica. La legge regionale prevede infatti che, se il progetto discarica dovesse andare avanti, vengano considerati i PGT comunali e provinciali vigenti al momento della presentazione della domanda, fatta nel 2013. Si tratta quindi di iniziative di disturbo rispetto al progetto, ma, purtroppo, non risolutive”.

Lo scorso aprile, in seguito all'osservazione della Comunità Montana Valle Imagna datata al dicembre 2019 e supportata dalla lettera del consigliere provinciale Demis Todeschini, la Provincia ha deciso di togliere l'ex cava nella “zona grigia” della rappresentazione cartografica (e quindi destinabile a zona produttiva) dei propri PTCP per inserirla invece nella zona agricola. Il Comune di Strozza, invece, ha già riclassificato da tempo la zona ad area di destinazione verde, con il fine di contrastare il progetto di insediamento di una discarica in Valle Imagna.

La ex cava di Strozza, che si trova in località Monte Castra, è stata infatti nel corso degli anni protagonista di un'inchiesta: l'intera area doveva essere oggetto di un recupero ambientale, dopo 70 anni di escavazioni, ma la bonifica nei fatti non c'è mai stata. Anzi, vi furono scaricati rifiuti speciali per un totale di oltre 100 mila metri cubi di materiale di scarto provenienti dall'esterno. Sei amministratori della ditta proprietaria finirono sotto indagine.

Quali sarebbero, quindi, i benefici che si potrebbero trarre dall'inserimento della ex cava nella Rete Ecologica? Il Piano di Settore della rete ecologica della provincia si pone come obiettivo quello della realizzazione di un sistema integrato di conservazione e valorizzazione di risorse sia naturali che culturali, a partire dalla biodiversità fino alla tutela delle aree naturali. Porre la zona della ex cava nell'ambito della Rete dunque potrebbe essere vantaggioso poiché porrebbe un vincolo di destinazione più forte rispetto a quello ora dichiarato dalla provincia, ovvero zona agricola strategica. E scongiurerebbe il pericolo di insediamento di una discarica.

La ex cava è un sito ormai dismesso, ma importantissimo dal punto di vista della nidificazione per l'avio-fauna di tutta la provincia di Bergamo, tanto da essere inclusa nei censimenti finalizzati alla realizzazione dell'Atlante degli uccelli nidificanti della bergamasca. Negli ultimi anni qui sono stati avvistate coppie territoriali di Gheppio, una specie rarissima e particolarmente protetta. L'area, inoltre, è considerata di importanza primaria per la salvaguardia ambientale dell'intero territorio della Valle Imagna e del suo bacino idrografico.

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