Rappresentanti di classe, il ponte fra famiglie e scuola: il progetto in tre Istituti Comprensivi

Il rappresentante di classe è quella figura che istituisce un ponte fra le scuole e le famiglie. Per questo motivo l'Azienda Speciale Consortile ha attivato un progetto sperimentale di formazione con percorsi per accoglierli e ascoltarli.
2 Dicembre 2020

Fin dallo scoppio dell'emergenza sanitaria, anche scuola e famiglie si sono trovati costretti a fronteggiare una situazione mai sperimentata prima, riordinando priorità e reinventando il significato di rappresentante di classe: proprio loro fra tutti, infatti, si sono trovati a dover rimettere in gioco le proprie risorse, istituendo un ponte fra le scuole e le famiglie che rappresentano. Per questo motivo l'Azienda Speciale Consortile ha deciso di attivare un progetto sperimentale di formazione, ad oggi predisposto su tre Istituti Comprensivi dell'ambito Valle Imagna-Villa d'Almè con percorsi specifici rivolti principalmente ai rappresentanti di classe delle scuole di infanzia, elementari e medie.

L'obiettivo finale è quello di raccogliere bisogni e necessità, in modo tale da consegnare loro – grazie alla collaborazione con i consultori del territorio – degli strumenti concreti per mettersi ancora più in gioco e creare responsabilità e senso di comunità all'interno delle classi e fra genitori. “L'idea è nata insieme ai dirigenti degli Istituti Comprensivi – spiega Silvia Togni, dell'Azienda Speciale Consortile – Un dato di fatto emerso è che, seppur magari nella fatica, il valore aggiunto all'interno di questa emergenza è stato il ruolo giocato dai rappresentanti di classe. Per questo motivo ci siamo detti che valeva la pena, prima di ogni cosa, accoglierli ed ascoltare i loro bisogni e necessità”.

Il primo step di questo progetto sperimentale – promosso all'interno del progetto “Distanze Ravvicinate” e “Crescere insieme in Valle” – è stato attivato per ora in tre Istituti Comprensivi dell'ambito: ad Almenno San Salvatore con la partecipazione del consultorio “Priula”, suddiviso in tre incontri nel mese di novembre, a Paladina-Valbrembo insieme al consultorio “Mani di Scorta”, all'Associazione Genitori Paladina Valbrembo e al Coor.Co.Ge Bergamo per tre incontri fra novembre e dicembre, mentre il terzo sarà a Sant'Omobono Terme in collaborazione con il consultorio “Fondazione Angelo Custode”, che prenderà il via invece a gennaio 2021.

In questa fase – spiega Togni – si tratta di raccogliere esperienze e narrazioni di questi rappresentanti, cercando di capire le motivazioni che li ha portati ad accogliere questa responsabilità. Con loro abbiamo anche cercato di raccogliere quelli che sono i punti di forza dell'essere rappresentante, ma anche le fatiche legate soprattutto alle modalità di comunicazione e al loro particolare ruolo, in cui si deve cercare di non far prevalere la propria opinione personale, ma quella condivisa dal gruppo di famiglie in modo tale da costruire un dialogo e un'appartenenza coinvolgendo anche quelle famiglie che per diversi motivi non partecipano alla vita della classe”.

L'obiettivo è fornire degli strumenti concreti ai rappresentanti e costruire con loro delle competenze per sentirsi responsabili di quello che è un senso di comunità, fungendo allo stesso tempo da osservatorio per il territorio nei confronti del resto dei genitori, in modo tale da aprire la strada ad una possibile formazione che possa coinvolgere maggiormente anche loro e non i soli rappresentanti. Dopo aver raccolto le narrazioni, l'Azienda Speciale Consortile, in collaborazione con il consultorio, condivide esigenze e bisogni anche con l'Istituto Comprensivo, insieme al quale si lavora per costruire un secondo step di percorso basato sia sulla motivazione che sul mettere a fuoco la figura del rappresentante di classe oggi e, parallelamente, organizzare un percorso tematico per tutti gli altri genitori.

La necessità di questo progetto è emersa alla fine dello scorso anno scolastico, in concomitanza con l'emergenza sanitaria – conclude Togni –. A monte di ciò che è successo, abbiamo pensato potesse essere una buona sperimentazione per quest'anno ed è ovvio che in futuro potrebbe acquisire ancora più senso perché l'obiettivo è che diventi una prassi quotidiana dentro le scuole: motivare, stimolare e collaborare con le famiglie, affinché possano sentirsi veramente parte integrante di quella che è l'istituzione scuola ed il territorio”.

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