La terza ondata sembra essere ormai arrivata, dimostrata dalla veloce risalita della curva dei contagi che si è verificata nelle ultime settimane. Complici di questo brusco innalzamento sono le varianti del Covid, quella inglese in particolare ampiamente diffusa in tutto il territorio nazionale e responsabile di più della metà dei casi giornalieri. Ma a preoccupare davvero, ora, sono i dati delle terapie intensive: 2.475 occupati nell'ultimo monitoraggio, con un pericoloso incremento di 232 nuovi ingressi. Numeri che si avvicinano alla fatidica soglia dei 3.000, oltre la quale scatta l'allarme.
Ma qual è il piano del Governo per far fronte alla nuova, feroce ondata? Al momento, l'ipotesi di tornare ad un lockdown nazionale come lo scorso anno – sebbene la situazione sanitaria sia in parte analoga a quella del 2020 – sembrerebbe essere esclusa, nonostante sia fortemente invocato dai virologi ed esperti.
Ulteriori ipotesi sono quindi al vaglio dei ministri, ma l'unica strada percorribile pare essere quella dell'inasprimento delle misure, limitando al massimo lo spostamento delle persone ed evitando i contatti. “I prossimi quindici giorni saranno decisivi, dobbiamo monitorare l'effetto delle ordinanze sul cambiamento di fascia” ribadiscono i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini.
Il nuovo Dpcm in vigore da domani, sabato 6 marzo, fino al 6 aprile non prevede infatti ulteriori chiusure rispetto a quelle che già conosciamo, confermando invece il sistema e colori. Il provvedimento dovrebbe anche contenere il periodo delle festività pasquali, ritenute di massimo rischio, ma nel caso in cui la curva non accennasse a diminuire per allora, il Governo potrebbe istituire delle zone rosse nei giorni festivi e nei fine settimana ispirandosi al modello natalizio, con il divieto di uscire di casa se non per comprovate esigenze e la serrata degli esercizi commerciali, compresi quelli che – attualmente – non sono toccati dalla zona rossa.
Un'altra ipotesi, nel caso in cui la situazione si facesse particolarmente critica, vedrebbe la possibilità di portare alle 20 (e non più alle 22) il divieto di uscire di casa. Intanto i Governatori corrono ai ripari istituendo delle mini-zone rosse, che potrebbero essere estese anche ai Comuni limitrofi ricorrendo anche all'arancione scuro come misure precauzionale.
L'allerta è alta in particolar modo fra i giovanissimi, soprattutto fra i 10 e i 19 anni: un'impennata che ha spinto il Governo a chiudere completamente le scuole in zona rossa e arancione scuro, istituendo invece – all'interno del nuovo Dpcm – una soglia di 250 contagi ogni 100mila abitanti nelle zone arancioni e gialle, oltre alla quale scatterà la chiusura degli istituti scolastici. Infine, un'ulteriore limitazione potrebbe riguardare anche gli spostamenti, in particolare le visite a parenti ed amici già vietate in zona rossa ed arancione scuro. Non è escluso che la stessa restrizione possa essere applicata anche alle zone arancioni, escludendo quelle gialle.