“Il futuro dell’ospedale di San Giovanni Bianco non è a rischio”: questa la dichiarazione dell'Asst Papa Giovanni XXIII, giunta a poche ore dalla manifestazione che sabato 7 agosto ha visto scendere in strada centinaia di persone, guidate dai sindaci di trentasette Comuni, per chiedere il ripristino di quei servizi sanitari essenziali che negli anni hanno subito un importante ridimensionamento.
Una replica che al Comitato Pro Ospedale non è andata giù: così ha deciso di porre delle domande direttamente all'Asst, proprio in seguito alle dichiarazioni di sabato scorso, partendo dal tanto chiacchierato ospedale di comunità, un progetto che ha come obiettivo quello di incrementare i posti letto a gestione infermieristica sfruttando l'ultimo piano del presidio. “Doveva essere allestito al secondo piano – ha replicato il Comitato – adesso al terzo? In poco più di un sottotetto, dove hanno le stanze i medici e dove hanno il deposito gli addetti alle pulizie?”.
Altro tema “scottante” è il dimezzamento, nel corso degli anni, del personale sanitario. In particolare, “mancano gli anestesisti. Uno da pochi giorni è diventato medico di base, altri probabilmente ci saluteranno presto. In più, gli stesso fanno da sempre anche il servizio 118. Perciò, chi garantisce il servizio? In Medicina avevamo ottimi medici – proseguono i membri – Che sarebbero rimasti in Valle, ma sono scappati insoddisfatti e demoralizzati. Poi non si trovano i sostituti?”.
Fabio Pezzoli, direttore sanitario di Asst, a tal proposito ha confermato l'arrivo di un nuovo specialista ed una collega rientrata da congedo nel mese di maggio, mentre a settembre la promessa è di un nuovo medico dalla Nefrologia del Papa Giovanni XXIII in modo da rafforzare il servizio dialisi, e di un potenziamento dell'attività di chemioterapia – con reclutamento di figura specialistica esperta proveniente dal reparto Oncologia del Papa Giovanni di Bergamo – a partire dal mese di novembre.
Altro nodo da sciogliere sono le urgenze: secondo Asst, i trasporti urgenti da San Giovanni Bianco a Bergamo sarebbero in media sette al mese. Ma il Comitato vuole chiarezza: “Quante sono quelle che vengono inviate direttamente dalla centrale in altri ospedali, senza passare per San Giovanni Bianco?”. Infine si è parlato di attività ambulatoriali, “già particolarmente presenti” secondo quanto afferma l'Asst, ma che necessitano di un potenziamento. “Attività con ambulatorio ogni 15 giorni? Quelle che non sono mai presenti nelle liste del numero unico per le prenotazioni? – chiosano i membri del Comitato – I sindaci aspettano ancora la comunicazione sugli orari e la programmazione di questi ambulatori. Presenti forse sulla Luna, o su Marte. Senza offese, sembra che la pezza sia peggio del buco”.
Insomma, la lotta all'Ospedale è ancora aperta e non ha alcuna intenzione di placarsi, così come il Comitato – più agguerrito che mai – non ha intenzione di fermarsi: già si pensa alle prossime manifestazioni, anche fuori dai palazzi di Regione Lombardia. “Queste sono le nostre richieste – aveva affermato Massimo Ferrandi, uno degli organizzatori, durante il suo discorso fuori dall'Ospedale di San Giovanni Bianco – E se non riusciremo a farle rispettare, allora torneremo a manifestare in questa piazza”.
(Fonte: bergamonews.it)