Terapie, assistenza e riabilitazione all'avanguardia nelle malattie neurologiche, con particolare attenzione al trauma cranico. Di questo alcuni dei massimi esperti del settore hanno discusso nel salone delle feste dell'Hotel Bigio di San Pellegrino Terme sabato 25 settembre, dove si è svolto il 33esimo convegno medico promosso dall'Associazione Genesis in collaborazione con La Rete (Associazioni Riunite per il Trauma Cranico e le Gravi Cerebrolesioni Acquisite) ed il patrocinio della Provincia di Bergamo.
Dall'ansia alla robotica passando per la gestione terapeutica del dolore e la valutazione nutrizionale. Il convegno sanpellegrinese ha squadernato il mondo delle malattie neurologiche e del trauma cranico in maniera decisamente trasversale. Al termine del convegno c'è stato il collegamento audio-video da Londra con Barbara Wilson, neuropsicologa di Londra premiata con il Premio Genesis “Città di San Pellegrino” (che le sarà spedito insieme ad alcuni prodotti gastronomici locali) per il grande impegno che per oltre 40 anni ha profuso nei confronti di persone affette da trauma cranico attraverso l'assistenza, la riabilitazione e la cura.
A fare gli onori di casa il presidente dell'Associazione Genesis di San Pellegrino, Gianpietro Salvi: “Nemmeno il Covid ci ha fermato. Siamo riusciti a organizzare questo convegno medico sia quest'anno che l'anno scorso in presenza, uno dei pochi, per parlare di trauma cranico. Il trauma cranico è una vera e propria piaga sociale perché, ancora oggi, molti giovani si infortunano con macchina o moto, sul lavoro, nello sport. Abbiamo questi ragazzi che dopo un calvario in rianimazione, neurochirurgia e ortopedia devono essere riabilitati e devono cercare di tornare al meglio alla vita sociale. Chi deve riprendere la scuola, chi il lavoro, dobbiamo aiutarli a recuperare la loro storia precedente. Oggi al convegno abbiamo avuto con noi personalità illustri, anche straniere: ci siamo collegati con Londra con la professoressa Barbara Wilson, numero uno mondiale per la riabilitazione neuropsicologica. Un incontro pieno di soddisfazioni e utilissime informazioni. Devo dire che riuscire a far commuovere un inglese è stata una grande soddisfazione”.
Paola Merlo, responsabile Unità Operativa di Neurologia all'Humanitas Gavazzeni di Bergamo: “Un grazie al dottor. Salvi che ci ha ridato, dopo un periodo molto buio e pesante, il grande piacere di poterci ritrovare e poter parlare di scienza in presenza con allegria a serenità. Grazie anche perché riesce sempre a stimolare la curiosità e a toccare argomenti di attualità massima, come quello di oggi del trauma cranico”.
(Barbara Wilson in video conferenza)
Mario Ireneo Sturla, coordinatore sanitario nazionale della Federazione Pugilistica Italiana e presidente dell’Associazione Medico Sportiva della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI): “Il trauma cranico è una patologia estremamente subdola, non si mostra subito. Molto spesso una persona sta parlando con concezione di orientamento di tempo e spazio, senza segni particolari, eppure può covare una grave patologia post- traumatica, che se non riconosciuta nella maniera più opportuna può portare a conseguenze molto gravi. Nel convegno di stamane ho parlato anche di esami ematici, già approvati dalla Food and Drug Administration degli USA, che permettono, attraverso un semplice prelievo del sangue, di marcare determinate proteine per avere una sequenza quasi aritmetica e sovrapponibile al 97,7% ai risultati che possiamo ottenere con una TAC o una risonanza magnetica. Questo evitando esposizioni a raggi e riducendo i costi. Sto provando a portarla anche in Italia, dove è relativamente poco conosciuta”.
Marco Poloni, ricercatore volontario, IRCCS Mario Negri di Milano: “Il trauma cranico certamente non è legato solo a incidenti stradali, ma anche a cadute accidentali, ormai prima causa nelle persone di una certa età nei paesi industrializzati. I traumi cranici anche banali possono essere importanti perché se si ripetono provocano un danno superiore del singolo trauma cranico. In genere, in neurologia, sono molto più frequenti gli eventi neurologici non specifici in chi ha avuto un trauma cranico, più esattamente ci sono patologie che riconoscono nell'evento trauma cranico una delle ragioni di patogenesi. Tra questi il Parkinson, basti pensare al caso del pugile Cassius Clay, ma anche la demenza”.
Donatella Saviola, neurologa al Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma): “Il dolore, soprattutto in riabilitazione, è molto importante. Io l'ho suddiviso in dolore centrale e periferico. Centrale è quello che possiamo avere per tutte le lesioni del sistema nervoso centrale, lesioni spinali o patologie infiammatorie o autoimmuni. Periferico, ad esempio, a causa di fratture che però possono comportare un dolore cronico permanente e inficiare molto il paziente. Sono frequenti, ad esempio, negli sportivi. Quindi dobbiamo trovare terapie che, combinate, permettono di rendere meno impattanti queste patologie. Gli interventi possono essere di tipo farmacologico, riabilitativo ma anche psicologico, perché sicuramente il dolore ha un forte impatto sulla qualità della vita”.
Si può tornare alla guida dopo un danno cerebrale? Ce lo spiega Antonio De Tanti, Direttore Clinico, Primario Fisiatra al Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma): “Il ritorno alla guida è un elemento di autonomia, di qualità della vita. Ormai noi riabilitatori, dopo aver seguito la fase acuta, ci curiamo di aiutare il paziente a tornare a vivere nel miglior modo possibile. Quindi il ritorno alla guida così come la ripresa di una eventuale attività lavorativa è un obiettivo molto sentito dai pazienti, proprio per questo, da alcuni anni, seguiamo una serie di protocolli che servono per valutare le capacità residue dei nostri pazienti. Sappiamo che alcune aree di difficoltà possono essere affrontate con programmi riabilitativi, adattamenti, e poi ci sono dei termini di legge i quali prevedono che, dopo che una persona ha avuto un ictus o un trauma cranico, debba sottoporsi ad una visita per idoneità alla guida. Importante non dare per scontato che questo sia sempre possibile. Bene tornare alla guida ma in sicurezza”.
Stefano Mazzoleni, Assistant Professor, Biorobotics Institute Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: “Il 15 settembre si è conclusa la conferenza sulla robotica in neuroriabilitazione, è stato un evento importante che ha coinvolto oltre 180 esperti a livello nazionale tra fisiatri, neurologi, fisioterapisti, ingegneri, imprenditori e rappresentanti associazioni dei pazienti. Un momento per fare il punto della situazione sugli effetti della robotica per le persone affette da disabilità correlata a patologie neurologiche. Nei primi 20 anni di studi, si sono evidenziati risultati incoraggianti dal punto di vista della riduzione del danno motorio, molto c'è ancora da fare a livello scientifico, clinico, organizzativo, formativo e anche etico, sociale e giuridico. Noi pensiamo di aver contribuito con un documento che presto verrà reso disponibile a tutta la popolazione. È importante perché i risultati di questi 20 anni possano essere ulteriormente portati avanti grazie ad una stretta collaborazione fra operatori, istituzioni, pazienti e cittadini”.