ll mese di maggio è il periodo dell’anno che i cristiani abbinano alla Madonna. Alla base della particolare attenzione per Maria in questi giorni c’è l’intreccio virtuoso tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione popolare.
L’indicazione di maggio come mese mariano la si deve, anzitutto, al padre gesuita Annibale Dionisi. Egli pubblicò nel 1725 un invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». Anche Paolo VI (nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965) indicò maggio come il mese in cui i cristiani venerano Maria, «nei templi e fra le pareti domestiche».
La presenza di numerosi santuari in Valle Brembana, ben conservati e abbelliti da opere d’arte ed ex voto, testimonia un forte culto mariano. In particolare a maggio, infatti, questi luoghi di culto sono meta di pellegrini e fedeli. A San Giovanni Bianco, nella località San Gallo, si trova il santuario dedicato alla Madonna della Costa dove nel 1492 una donna del luogo vide scaturire del sangue da un quadretto della Vergine.
A Lenna la devozione per la Madonna della Coltura (nella foto in evidenza) ricorda un episodio del 1580, quando un affresco dell’Addolorata, che si trovava in una fucina, emanò una vivida luce. All’ingresso del paese di Olmo al Brembo sorge invece il santuario della Madonna dei Campelli nel luogo dove nel seicento venne miracolosamente salvato un cavaliere precipitato in una scarpata col suo cavallo.
Sempre in alta Valle Brembana, a Ornica c’è il santuario della Madonna del Frassino, sorto nel Seicento ai piedi del Pizzo dei Tre Signori dopo un evento prodigioso di cui fu protagonista un uomo del posto, incappato in una squadra di briganti che lo legarono ad un albero di frassino ma invocò la Madonna che lo liberò. In Val Serina, ad Algua, si trova poi il santuario della Madonna del Perello che ricorda l’apparizione della vergine nel 1413 a un contadino intento al taglio del fieno e il successivo prodigioso germogliare di un ramo d’ulivo da uno stecco di faggio.
La Madonna della Foppa a Gerosa, comune di Val Brembilla, apparve nel 1588 a due pastorelle assetate, facendo sgorgare un ruscello e predicendo la loro morte imminente che, infatti, avvenne dopo pochi giorni. Oltre a questi santuari, la devozione mariana è presente in molte altre chiese della Valle Brembana. Tra le tante, troviamo alla località Pianca di San Giovanni Bianco la Madonna della Pietà, in Val Moresca ad Averara e alla località Riva di Mezzoldo la Madonna delle Nevi, a Capovalle di Roncobello la Vergine delle valanghe, a Branzi e Roncobello la Madonna del Rosario, a Foppolo l’Addolorata, a Valtorta , Camerata Cornello, Piazzolo e Cusio l’Assunta, a Pizzino di Taleggio la Madonna di Salzana, a Dossena il cosiddetto Madunù e a Poscante di Zogno la Vergine del Carmelo.