“Le idee semplici sono spesso quelle vincenti”, queste la parole di Roberto Locatelli, 32enne architetto freelance di Almenno San Bartolomeo, mentre ci racconta di come sono nati i suoi faldoni in legno “Binderwood”.
E cosa c'è, in effetti, di più semplice di un faldone, oggetto fra i più utilizzati negli uffici di tutto il mondo per raccogliere documenti, e ormai presenti pure nelle case degli italiani per infilarci fatture o bollette. “L’idea è nata partendo dal presupposto che nel settore della cartoleria da ufficio esistono poche alternative di scelta, quasi tutte omogenee dal punto di vista estetico e dal punto di vista del materiale utilizzato – spiega Locatelli –. Il cliente finale ha quindi una ridotta possibilità di scelta, che si limita a prodotti standardizzati e di qualità industriale. Il prodotto si propone quindi a singoli imprenditori e professionisti, aziende private ed enti pubblici come un oggetto di design facile da utilizzare, gradevole alla vista, interamente ecosostenibile e innovativo. Ma è anche perfetto come elemento di arredo per abitazioni private”.
Ma come si presenta Binderwood? Binderwood è un classico registratore a leva con le stesse dimensioni di quelli attuali (può racchiudere fogli in formato A4 o schede contenitori trasparenti di plastica). La novità riguarda principalmente la sua composizione: si tratta di un involucro composto da 3 facciate in multistrato marino – materiale che, oltre a renderlo più resistente e compatto, migliora la sensazione al tatto, a livello visivo e di sensazioni, evocando l’idea di una migliore custodia dei propri documenti.
Questa struttura inoltre viene ricoperta (impiallacciata) esternamente con varie essenze di legno scelte dal set che verrà predisposto o commissionato dal cliente. Ad oggi sono state realizzate, come primo prototipo esemplificativo, circa 50 Binderwood con 50 diverse tipologie di essenza (ad esempio: rovere, wengè, noce, betulla ai più ricercati ed elaborati all’ebano, tanganica, teck, zebrano, erable). “Con così tante tipologie di essenze utilizzate, è come se il faldone diventasse un mappamondo del legno” osserva Locatelli.
La scintilla che ha portato alla nascita di Binderwood è scoccata tre anni fa, al Salone del Mobile 2015 (mondo ufficio), quando la Confartigianato propose all'allora stagista Roberto Locatelli (e agli altri stagisti presenti al Salone) di esporre un prodotto innovativo. In quegli anni Roberto Locatelli era tirocinante presso il Centro Studi della Fondazione Museo del Falegname Tino Sana per la formazione e progettazione di oggetti di design con il legno. “Lavoravamo a idee di prodotti in legno, dalle attrezzature per il fitness alle casette. Dopo lo stage durato sei mesi la collaborazione con Tino Sana, che ha sposato la mia idea, è proseguita e mi ha permesso di avvalermi delle loro professionalità per realizzare dei prototipi”.
Significativo per proseguire con il progetto l'aiuto dell'Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè che, attraverso il bando Job In 3.0 per l'ambito Valle Imagna- Villa d'Almè dello scorso anno, ha permesso a Locatelli di continuare a foraggiare la sua ambiziosa idea. Al momento i faldoni in legno Binderwood non sono ancora disponibili sul mercato poiché Roberto Locatelli sta cercando di abbattere il più possibile i costi di produzione per poter esordire nei negozi con un prezzo competitivo.
“Mi sto prendendo del tempo per capire nel dettaglio i costi di produzione e cercare di limarli il più possibile, ma sono positivo riguardo la possibile risposta del mercato: già diverse aziende mi hanno cercato per degli ordini. Quando presento questo prodotto i clienti sono sempre entusiasti. L'idea quindi è ancora un cantiere aperto – conclude Locatelli – ma probabilmente fra un anno circa potremmo metteremo in commercio i primi Binderwood, senza escludere la grande distribuzione”.