‘Occhio al sociale’ con ASC Imagna-Villa – Focus sui Comuni: Sant’Omobono, Almenno San Salvatore, Bedulita e Corna Imagna

Seconda puntata dedicata ai Comuni dell'Ambito Valle Imagna-Villa d'Almè per analizzare, con sindaci o assessori alle Politiche sociali, la situazione in termini di criticità sociali, risposta a tali problematiche, punti di forza dei vari paesi.
4 Ottobre 2018

Seconda puntata della rubrica “Occhio al sociale” in cui facciamo tappa nei Comuni dell'Ambito Valle Imagna-Villa d'Almè per analizzare, con sindaci o assessori alle Politiche sociali, la situazione in termini di criticità sociali, risposta a tali problematiche (anche grazie al sostegno dell'Azienda Speciale Consortile), punti di forza dei vari paesi, nuove possibilità, futuro, e quello che ancora si può e si deve fare per potenziare il welfare.

Sant'Omobono Terme

Luisa Frosio “C'è ancora molta diffidenza nei confronti dei servizi sociali. Importante creare reti di solidarietà coordinate in collaborazione con l'Azienda Speciale Consortile”

A raccontarci la situazione del capoluogo della Valle Imagna è Luisa Frosio di anni 68, insegnante in pensione, da sette anni Assessore ai Servizi sociali, all'istruzione e alla cultura.

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Le maggiori criticità incontrate sono state relative al lavoro, alla famiglia, all'immigrazione. In valle una grande moltitudine di persone lavorava come muratore, anche la lavorazione del legno offriva posti di lavoro, ma con la crisi dell'edilizia molte persone sono state licenziate, altre che avevano trovato impiego nell'industria del legno, con la chiusura delle attività , perché sopraffatte dai costi minori della Cina, hanno perso il lavoro per la chiusura delle fabbriche stesse. Molti lavoratori magrebini hanno fatto le valigie e si sono spostati in Francia o in Belgio in cerca di occupazione lasciando qui la famiglia. l nostri abili artigiani della muratura o hanno cambiato lavoro o sono rimasti in attesa di periodi migliori ed hanno cercato di occupare la giornata con lavori di manutenzione alla propria casa o svolgendo servizi a chiamata. La situazione dei magrebini si è fatta sempre più difficile: molti figli, minimo 3, sfratti per morosità, bisogno di lavoro . Il servizio di assistenza sociale è stato molto attivo ed ha cercato con i buoni lavoro di soddisfare una parte delle richieste di sostegno, è stato sempre collaborativo con la Caritas locale e con i gruppi di volontari che operano sul territorio e si occupano di servizio sociale.

Il comune si è attivato per dare una sistemazione a  chi è stato sfrattato e, aderendo al fondo “Morosità incolpevole” e al “Contributo di solidarietà per gli affitti Aler” ha aiutato diverse famiglie in difficoltà, si è occupato dello SGATE, ha elargito aiuti economici per l' acquisto di medicinali, ausili medici e viveri. Nel corso del mio mandato ho attivato il progetto “Sentinella” rivolto agli over 75, un servizio di prevenzione  per i cittadini residenti che vivono soli. Purtroppo, la diffidenza degli stessi anziani, la mancanza di reti coordinate hanno interrotto  il progetto, dopo due anni  dall' attivazione. Il Comune ha sostenuto e contribuito all'apertura del Centro ricreativo per anziani a Selino Alto “Il circolo degli amici”, gestito dalla parrocchia e da volontari locali.

I Punti forza del nostro Comune sono, invece, attenzione ai meno fortunati e aiuto e sostegno alle famiglie con minori in difficoltà onde evitare dispersione scolastica ed  emarginazione. Purtroppo gli sforzi profusi  non sono sempre capiti. Da noi regna molta diffidenza verso i servizi sociali, rivolgersi all'assistente sociale  per  esporre le proprie problematiche risulta molto difficile, sveglia un sentimento di vergogna e  di fallimento. 

Penso che sia necessario lavorare in stretta collaborazione con l'  Azienda Speciale Consortile Imagna-Villa che ha alle sue dipendenze personale specializzato, affinché si creino reti di solidarietà coordinate. Riguardo alla scuola si è sostenuto un impegno di spesa importante per la realizzazione della palestra e dei laboratori della scuola secondaria di primo grado, si è cercato di soddisfare le richieste di assistenza educativa scolastica e di sostenere i progetti richiesti nel Diritto allo Studio.

Almenno San Salvatore

Serena Zanardi “Nel nostro Comune c'è un tessuto sociale molto ricco che stiamo cercando di valorizzare il più possibile. Per minori in difficoltà e studenti diversamente abili fondamentale il ruolo di Comunità Familiare e Assistenza Educativa Scolastica

Serena Zanardi, 40 anni, pedagogista, consigliere del Comune di Almenno San Salvatore dal 2014 e, fino a febbraio 2018, Assessore ai servizi alla persona e politiche giovanili, carica a cui ha rinunciato per motivi di lavoro, mantenendo però la delega ai servizi sociali. Membro dell’attuale cda dell’Azienda Speciale Consosrtile Imagna-Villa. È lei a presentarci le sfide sociali che sta affrontando il suo Comune.

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Le maggiori criticità riscontrate in questi anni hanno sicuramente riguardato le numerose situazioni di fragilità famigliare, legate sia a povertà economiche che sociali. La carenza del lavoro che ha colpito sia nuclei famigliari che singole persone è stato uno dei punti di maggiore criticità dei primi anni del nostro mandato, che ha portato ad interrogarci sulla validità degli strumenti a disposizione e a provare a trovare nuove strategie ed azioni per dare maggiore autonomia e sostegno ai cittadini.

Altro punto “forte” dell’attività di questi anni riguarda l’aumento del numero degli studenti che necessitano di Assistenza Educativa Scolastica e delle ore assegnate a ciascuno, una questione delicata in quanto trattasi di un servizio fondamentale per garantire la frequenza scolastica degli studenti diversamente abili e quindi estremamente prezioso. Per far fronte ai problemi incontrati si è dovuto sicuramente lavorare nella direzione dell’aumento delle risorse dedicate ai servizi in questione, attivando azioni specifiche di supporto alle famiglie più fragili e garantendo un’adeguata copertura per gli studenti. In tutto ciò è stato molto utile il lavoro di rete con le agenzie del territorio, creando appositi luoghi di progettazione e garantendo un coordinamento delle diverse attività. Importante è anche il supporto e gli strumenti forniti dall’ASC, in particolare per quanto riguarda le difficoltà legate al lavoro, le Borse Lavoro, che permettono il collocamento, anche se temporaneo, dei soggetti difficoltà lavorativa in progetti di lavoro socialmente utile.

Sul fronte delle fragilità famigliari, è inoltre importante la possibilità di poter contare su una struttura come la Comunità Famigliare e la rete delle famiglie affidatarie per il collocamento dei minori in difficoltà, oltre che della possibilità di avere un sostegno per il collocamento urgente dei minori, che “alleggerisce” i comuni per i primi mesi, permettendo loro di organizzarsi per far fronte all’impegno economico del caso.

Ad Almenno San Salvatore sicuramente esiste un tessuto sociale molto ricco, caratterizzato dalla presenza di numerose associazioni di volontariato, attive in molte ambiti con progetti e collaborazioni interessanti e importanti. In questi anni abbiamo cercato di valorizzare il più possibile le azioni dei diversi soggetti, favorendo e sostenendo la creazione della rete, attraverso l’istituzione di tavoli di lavoro tematici, sia “ufficiali”, come il Tavolo delle Politiche Educative, che legati all’urgenza o all’emergenza delle situazioni. Un esempio di esperienza positiva nata dalla collaborazione con le agenzie del territorio è quella che ha portato all’accoglienza di 10 richiedenti asilo. una famiglia di 5 persone che ha ricevuto il riconoscimento di rifugiati e successivamente 5 ragazzi in attesa di riconoscimento. Abbiamo aderito al Protocollo per l’Accoglienza Diffusa e l’esperienza è stata gestita in collaborazione con la Parrocchia e i volontari di diverse Associazioni, che in diversi modi sono stati vicini ai diversi “ospiti” creando opportunità di integrazione e partecipazione alla vita della comunità.

Visti gli argomenti di cui sopra, sicuramente il progetto di cui sono più soddisfatta in questo momento è la partenza del percorso di avvicinamento e formazione per le famiglie affidatarie, che sono risorse preziose dal punto di vista umano per i bambini che necessitano di una collocazione al di fuori del proprio nucleo. Diffondere la cultura dell’accoglienza, significa creare la possibilità di progettare percorsi di crescita diversi per le situazioni più fragili, in cui le famiglie camminino fianco fianco sostenendosi nei momenti di difficoltà. Altro argomento su cui è necessario interrogarsi, e ci si sta interrogando, è l’assistenza educativa scolastica, che in alcuni casi è un investimento veramente molto oneroso per le Amministrazioni. Sarebbe interessante trovare nuove soluzioni che valorizzino e sostengano l’autonomia dei ragazzi all’interno dei gruppi classe con modalità di accompagnamento più flessibili, trovando accordi con la scuola e le famiglie.

Bedulita

Roberto Facchinetti “Nonostante gli anni di contenimento della spesa pubblica è fondamentale, per quanto possibile, mantenere invariata la spesa in ambito sociale”

Ad analizzare i servizi sociali di Bedulita è Roberto Facchinetti, 50 anni, libero professionista, da 12 anni primo cittadino di Bedulita comprendendo il doppio mandato dal 2001 al 2011 ed il terzo mandato, iniziato nel 2016. È anche presidente della Comunità Valle Imagna.

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(Foto by Valbrembanaweb.com)

Il tema della risposta alle problematiche legate alla disabilità ed alla residenzialità sono quelle attività che maggiormente riguardano le attività del Comune di Bedulita. Il sostegno alle famiglie con attività di sostegno al reddito attraverso le borse lavoro, create dall’Azienda Speciale Consortile rientrano tra le altre attività in ambito sociale. Le soluzioni, se così si può dire, sono legate innanzitutto all’impegno di mantenere per quanto possibile i servizi erogati ai cittadini più fragili , mantenendo invariata la spesa in ambito sociale e rinunciando ad altre attività che se pur importanti sono sempre secondarie .

Le tematiche in ambito sociale sono pressoché simili, per non dire identiche, per tutti i Comuni della Valle Imagna.Certamente stante gli anni di forte contrazione economica che ha riverberato i suoi effetti sul contenimento della spesa pubblica, i piccoli comuni hanno sofferto forse di più tali tagli, rinunciando o riducendo al lumicino spese correnti, pur di non ridurre come già detto la spesa in ambito sociale.

Credo che il lavoro fatto in questi anni sia già un’ottima base da cui partire. Nella logica di futuri accorpamenti di ambiti, credo che per il nostro Ambito, che rappresenta due realtà territoriali come la Valle Imagna e l’oltre Brembo, sia più semplice aprirsi al dialogo ed alla progettazione di servizi condivisi.

L’Azienda Speciale Consortile è stata la palestra di quest’attività, faticosa per noi amministratori, ma che ha portato ad eccellenti risultati. L’unione di alcuni servizi (sad , segretariato sociale, tutela minori ecc.) porta ad una visione su più ampia scala delle tematiche con possibilità di soluzioni quanto più condivise, che permettono di ottimizzare i risultati ma anche di trovare economie di scala nell’erogazione delle prestazioni. Pertanto il ruolo dell’Azienda è quello di continuare nel processo di aggregazione ed uniformazione dei servizi, implementando anche le quote economiche di “solidarietà” tra gli Enti; quote che utilizzate in forma associata per la soluzione anche di “emergenze” sono un’ancora di salvezza per i Comuni, e non solo quelli piccoli.

Corna Imagna

Giacomo Invernizzi “La rete parentale e sociale è il nostro punto di forza, ma mancano servizi per l'infanzia e la famiglia”. 

È il primo cittadino di Corna Imagna, Giacomo Invernizzi, direttore dell'Opera Bonomelli e sindaco del paese dal 2014 a presentarci le criticità e i punti di forza del suo Comune in ambito sociale.

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Il comune di Corna, piccolo comune di montagna, mantiene, non si sa fino a quando, una rete parentale e sociale che oggi rappresenta un  punto di forza per la cittadinanza. I dati dell’osservatorio di ATS indicano che il numero di accessi ai servizi sanitari nei paesi dell’alta Valle Imagna sono inferiori rispetto al rimanente territorio della provincia di Bergamo. Questo dato può essere letto come una capacità del territorio nel rispondere ad alcuni bisogni sociali e sanitari della popolazione. In particolare la formula del buon vicinato è un elemento ancora presente e significativo ed anche, in prospettiva, può rappresentare una modalità di stare sul territorio da parte della cittadinanza capace di rispondere ad alcuni bisogni che difficilmente riescono a trovare soluzioni alternative

Questo elemento di forza non è esente da elementi di fragilità. Un piccolo comune non ha la capacità-possibilità organizzativa di interventi sociali di un grande comune. I dati di ATS possono essere letti anche come l’impossibilità della cittadinanza (per tempo, mezzi ) di accedere a sevizi per rispondere a bisogni manifesti.

L’accesso ai servizi che possono condizionare la qualità della vita dei cittadini è uno degli elemento centrali nella riflessione sul futuro dei paesi di montagna. Di fronte a un processo di spopolamento la riflessione va si posta sulle possibilità occupazionali, sulla viabilità come condizione di accesso ad opportunità presenti in altri territori, ma va anche posta sulla qualità della vita che si riesce a garantire in certi territorio dove la qualità della vita è data anche dall’offerta dei servizi sociali.

Sotto questo aspetto se vogliamo portare la riflessioni su quali servizi sarebbero opportuni, poco presenti oggi anche perché  difficilmente realizzabili con le risorse del comune, per garantire una qualità della vita a Corna, l’attenzione è subito rivolta ai servizi per l’infanzia e la famiglia. Avendo sempre come attenzione la permanenza della popolazione, e in particolare la popolazione giovane, è evidente che il processo di spopolamento può essere fronteggiato anche con l’offerta di alcuni servizi che permettono ai cittadini di trovare risposte senza doversi spostare o di potersi spostare per motivi occupazionali avendo il supporto di servizi ben organizzati per l’infanzia. Altrettanto vale per la viabilità e il trasporto, soprattutto per la popolazione giovanile e adulta.

Altra fascia di popolazione che manifesta elementi di fragilità e necessità di interventi sociali è quella rappresentata dagli stranieri. Questa parte di cittadinanza oltre alla mancanza di servizi e soggetta all’assenza di rete parentale e sociale che rappresenta l’elemento di qualità per l’altra popolazione

Prospettare una nuova organizzazione di interventi sociali per i piccoli comuni di montagna non è possibile non e pensabile in un’ottica in cui ogni singolo Comune organizza i suoi, ma solo in un ottica di organizzazione associata. In questo senso l’Azienda Consortile rappresenta una opportunità.

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