Il 4 dicembre, giorno dedicato alla martire di Nicomedia Santa Barbara, sarà festa per i piöder, i cavatori di ardesia, di Branzi e Valleve in alta Valle Brembana. Come da secoli di tradizione, alla festa partecipano sia i minatori attuali sia quelli in pensione, le famiglie e le autorità locali.
La novità di quest’anno è che la festa sarà unica, a Branzi, e non suddivisa nei due paesi: alle 11 la Messa nella chiesina di Belfiore e a seguire il pranzo al ristorante Corona.
L’ardesia cavata nei due paesi si distingue per la composizione chimico-fisica: quella di Branzi ha un’alta componente di silice e si presenta in una gradazione di colori grigio-blu, mentre il porfiroide di Valleve è a base di calcare e si distingue visivamente per il colore grigio scuro.
I cavatori di ardesia lavorano a cielo aperto, anche a più di 1600 metri di altitudine, da oltre quattro secoli e il 4 dicembre, giorno dedicato alla loro patrona Santa Barbara, è per loro il termine della stagione lavorativa. A testimoniarlo è anche il libro «Li homini de Fondra, Branciis, Carona, Valle Levi et Fopulo» di Gianfelice Riceputi, in cui si riporta l’atto di affitto con cui l’abbazia di Pontida concedeva a Valleve il diritto di sfruttare le miniere il 2 ottobre 1400. «Queste concessioni furono poi confermate ai vari passaggi d’epoca – si legge nel libro di Riceputi – e la piödera poté continuare sempre a svolgere il suo importante ruolo economico, arrivando ad occupare nei momenti migliori fino a ottanta piöder».
La lavorazione dell’ardesia, che va da aprile-maggio a novembre, è tuttora eseguita a mano: l’abilità dei cavatori, chiamati in dialetto piöder, sta in colpi decisi ma morbidi, portati sulle lastre di pietra con un martello a punta. Fino a cinquant’anni fa anche l’escavazione era esclusivamente manuale e per fare un foro lungo tre metri nella roccia, per inserire poi l’esplosivo, si impiegava una giornata. Oggi invece ci sono macchinari all’avanguardia sia per l’escavazione sia per la lavorazione, ma rimane pur sempre un lavoro fisicamente impegnativo.
L’ardesia, sagomata «alla francese» o «a squame», dalle forme denominate «grezza», «rustica» o «piemontese», viene impiegata per il 90% nella realizzazione dei tetti, ma anche per la pavimentazione e per l’ornamento delle case e dei muri, in tutte le valli bergamasche, in altre parti dell’Italia settentrionale e all’estero nelle zone alpine.