Dai mulini alle centrali elettriche
Giovanni da Lezze, politico e militare della Repubblica di Venezia, descrivendo nel 1596 il territorio di Bergamo, cita la presenza di ben 10 mulini nel paese di Brembilla: l’acqua era dunque un’inesauribile e gratuita fonte di energia e faceva funzionare macchinari che sollevavano in parte i mugnai da pesanti e logoranti fatiche.
Tre secoli dopo questa dettagliata descrizione storica, alla fine dell’Ottocento, le gorgoglianti acque del torrente Brembilla furono protagoniste di una svolta socio-economica che si può definire storica per il paese : infatti, il loro costante flusso cominciò a far ruotare le pale di una turbina per la produzione di energia elettrica, per l’illuminazione dei comuni di Brembilla e Sedrina. Il primo a intuire la possibilità di sfruttare la forza dell’acqua che scorreva nel torrente Brembilla per generare elettricità fu l’imprenditore Angelo Moioli nato il 14 febbraio 1865 ai Ponti di Sedrina, che all’epoca apparteneva al Comune di Brembilla. L’intraprendente Moioli si avventurò in un progetto così ambizioso e innovativo sostenuto da due cruciali elementi, che potevano favorire positivamente il successo del sogno.
Il primo elemento a suo favore era la possibilità di disporre di un adeguato capitale finanziario, che garantiva un congruo sostegno economico per l’ambizioso progetto: egli poteva infatti contare sulla consolidata attività di commerciante di cereali, farine e granaglie che esercitava con il padre Antonio ai Ponti di Sedrina. Il secondo elemento favorevole al progetto era il fatto che Brembilla (con Sant’Omobono Imagna e Berbenno) costituiva in quel periodo un rilevante polo manifatturiero della tornitura del legno, attività che avrebbe tratto notevoli vantaggi dall’uso dell’elettricità nel ciclo produttivo. All’epoca i torni funzionavano sia grazie a una ruota azionata con la forza dell’acqua, che trasmetteva il movimento a un albero e, tramite un sistema di cinghie collegate a pulegge, faceva girare uno o più mandrini dei torni; sia con un sistema a pedale che, azionato dal tornitore, metteva in moto un volano che faceva ruotare a sua volta il mandrino.
La prima centrale della Goggia
Angelo Moioli, partendo da questi favorevoli presupposti, scelse di installare la sua centrale per la produzione di energia elettrica in località Molinetto, vicino alla Goggia, la famosa guglia di roccia che si trova sulla destra della strada verso
i Ponti di Sedrina; così avrebbe utilizzato parzialmente l’acqua della roggia che alimentava il mulino di proprietà del signor Farina, che lì si trovava.
In data 25 maggio 1898, Moioli presenta in Prefettura la domanda per l’utilizzo dell’acqua del torrente Brembilla per “animare” la turbina della centrale elettrica. Sempre nel 1898 fu inaugurata a Clanezzo la prima centrale per la produzione della corrente elettrica della Valle Brembana: si può dunque affermare che Brembilla e Sedrina furono all’avanguardia per essersi dotate di una centrale elettrica già alla fine dell’Ottocento. Le pratiche burocratiche procedettero abbastanza velocemente: il 3 luglio del 1898 il consiglio comunale di Brembilla, presieduto dal sindaco Martino Carminati, approva la concessione per installare delle Officine Elettriche (forse ci si riferisce alle turbine) per scopo illuminazione, e il 17 settembre Angelo Moioli richiede al comune di Brembilla l’autorizzazione a uno “sbarro” cioè a “sparare” delle mine, per scavare alla base della Goggia un tunnel che avrebbe garantito maggior afflusso di acqua alla roggia, sfruttando l’abbondante riserva idrica dello sbarramento in legno posto sul torrente Brembilla.
Successivamente, il 26 gennaio del 1899, Moioli fa richiesta al comune di Brembilla per la costruzione di una diga che avrebbe aumentato il volume d’acqua nella roggia. Teniamo presente che già nel 1889 era stato costruito dal signor Carlo Fustinoni, proprietario del mulino detto Mulinetto, un altro sbarramento sul torrente, proprio in località Mulinetto. Angelo Moioli, il 17 dicembre 1898 comunica tramite una lettera al comune di Brembilla di aver depositato presso l’esattoria comunale la somma di lire 80 per la costruzione di un impianto elettrico.
Il progetto della piccola centrale è attribuito all’ingegnere Paolo Del Bue di Bergamo, ma non si conosce il nome di chi poi materialmente eseguì i lavori. Non si conosce neppure il tipo di turbina installata ma, viste le caratteristiche di alimentazione idrica tramite roggia con esigua caduta, è probabile si trattasse di una turbina Francis. Il 19 febbraio 1899 viene presentata da Angelo Moioli la richiesta di autorizzazione per posa e attraversamento dei cavi elettrici nel paese; è probabile che verso la fine del 1899, allo scoccare dell’inizio del nuovo secolo (ma non abbiamo documenti ufficiali che lo attestino) i primi lampioni dell’illuminazione pubblica iniziarono a rischiarare le vie centrali di Brembilla e di alcuni privati che ne fecero richiesta. La loro luce doveva essere piuttosto flebile visto che la luminosità delle lampadine variava da 10 a 25 candele. Sappiamo invece che, in cambio della concessione per la costruzione della centrale elettrica, l’amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Francesco Gervasoni, pretese dal Moioli la fornitura gratuita delle lampadine per cinque anni.
Una serie di problemi e la scelta di costruire una nuova centrale
Purtroppo l’euforia della popolazione di Sedrina e Brembilla per la novità dell’arrivo della luce elettrica non durò a lungo: sulle pagine del 6 settembre 1901 del «Corriere della Sera» è riportata la notizia di un violento nubifragio scatenatosi sull’intera Valle Brembilla che causò gravi danni alla strada, sradicando alberi, abbattendo muri, travolgendo diversi capi di bestiame e, purtroppo, facendo crollare la diga adiacente la Goggia: la massa d’acqua si riversò nella roggia che alimentava la centrale elettrica, inondando l’edificio in cui si trovavano le turbine e le apparecchiature; l’acqua raggiunse i piani superiori, facendo crollare parte dell’edificio dove abitava Angelo Moioli che, nel tentativo di salvare dall’impeto delle acque l’ingente somma di circa 40.000 lire, rischiò di essere travolto; si salvò aggrappandosi al davanzale della finestra, e venne soccorso da alcuni vicini di casa.
A conseguenza della disastrosa inondazione i paesi di Brembilla e Sedrina rimasero senza illuminazione per un lungo periodo. In precedenza, nel giugno del 1889, una travolgente piena del torrente Brembilla aveva distrutto lo sbarramento che Carlo Fustinoni aveva costruito sotto la Goggia e che deviava l’acqua verso il suo mulino. Dopo tutte queste sciagurate
calamità, dovute non solo alle piogge impetuose ma anche all’infelice scelta di posizionare lo sbarramento nel punto più
stretto del fondovalle, Angelo Moioli, dopo aver riparato provvisoriamente l’impianto, pensò che fosse più opportuno
costruire un’altra centrale per la produzione di corrente in un luogo più sicuro, al riparo da eventuali rovinose piene.
Non ci sono documenti che attestino la cessata attività della centrale della Goggia, ma un articolo del 1903 pubblicato su «Pro familia», rivista della diocesi di Bergamo, a firma di un non meglio precisato “R.M.”, cita l’imprenditore Angelo Moioli quale proprietario della centrale elettrica della Goggia: dunque in quell’anno erano ancora funzionanti le turbine, probabilmente in attesa di veder realizzato il nuovo edificio della futura centrale posta in un luogo più sicuro.
Luogo che, dopo alcune verifiche tecniche, venne individuato nel tratto finale della valle del torrente Rudino, un affluente della Brembilla che sbocca in centro al paese e le cui acque, seppur di minor portata idrica, erano meno soggette a inondazioni. Il Moioli, in data 1° agosto 1905, presenta al comune di Brembilla la richiesta per la deviazione dell’acqua dal torrente Rudino per uso industriale; tale istanza venne trasmessa per conoscenza alla Prefettura di Bergamo, al Genio Civile e al ministero dell’Industria.
Il progetto della nuova centrale venne elaborato nel 1909 dall’ingegner P. Carminati di Bergamo e comprendeva a valle l’edificio della centrale, a quota di 448 m sul livello del mare, che ospitava al pianterreno tutte le apparecchiature per la produzione della corrente e al piano superiore l’appartamento del custode, e a monte in località Mulino dei Busi a quota di 600 metri, la griglia di presa del torrente di val Camerata. Un canaletto coperto lungo poco più di 500 metri e con un leggero dislivello (appena 1,05 metri, pari a una pendenza di 0,002 m) riversava l’acqua nel capiente pozzetto di carico usato come riserva idrica nei periodi di maggior richiesta di elettricità; da lì, un tubo di carico interrato del diametro di 25 centimetri, con elevata pendenza, captava l’acqua che, percorrendo un dislivello di 150 metri, piombava nei due sifoni che la iniettavano nelle turbine prodotte a Schio, in provincia di Vicenza, su licenza della ditta svizzera Escher-Wyss. La centrale generava una potenza di 3000 volt.
Nel 1911 il Genio Civile di Bergamo non rilascia il certificato di conformità dell’impianto della centrale elettrica di Val Rudino di Moioli. Poi in un documento commerciale del febbraio 1912, la centrale elettrica viene citata come Società Moioli & Tenore mentre l’anno successivo si procede a un cambio di gestione che viene presentato alla Camera di Commercio di Bergamo il 1° febbraio 1913 e che registra la totale proprietà della società al sig. Moioli, con un capitale di 32.000 lire. Purtroppo sono citati anche episodi di sabotaggio ai danni della centrale: sempre nel febbraio del 1913 Angelo Moioli trasmette al comune di Brembilla e ai Carabinieri una denuncia per aver subìto ripetuti atti di vandalismo costituiti dall’ostruzione con rovi e sterpaglie del canale che portava l’acqua nel pozzo di carico della condotta forzata, causando danni per l’interruzione del funzionamento delle turbine e conseguente sospensione dell’erogazione di corrente elettrica.
Il 1° luglio 1914 un nuovo contratto attesta la cessione della gestione della centrale di Rudino ai fratelli Martino e Domenico Milesi. Il 3 febbraio del 1919 davanti al notaio Azzoni di Bergamo, Angelo Moioli passa la gestione della centrale elettrica alla
ditta Carminati & C. (Pecio) di Brembilla, la quale a sua volta cede una parte ai signori Bonaventura Salvi e Giacomo Mangili di Berbenno. Non conosciamo le ragioni di questa tormentata gestione ma forse sulla scelta di cedere la centrale potrebbe aver influito il peso degli incarichi di una certa rilevanza che il Moioli ricoprì a Brembilla nei primi decenni del
‘900: fu infatti consigliere e assessore dell’amministrazione comunale, e pur abitando a Brembilla, risulta avere la residenza a
Milano, in Corso Indipendenza n° 8. Frequenti erano dunque gli spostamenti che, dai Ponti di Sedrina a Brembilla, avvenivano in una carrozza trainata da un cavallo di sua proprietà (un documento ne attesta la vendita ad Amadio Previtali di Capizzone).
Un imprenditore da riscoprire
Angelo Moioli era un imprenditore lungimirante e si fece anche promotore di una società, con altri quattro soci di Brembilla, con lo scopo di gestire in affitto la Premiata Fonte Solforosa; la domanda fu presentata il 5 aprile 1910. Nelle sue numerose attività affrontava gli ostacoli in modo spregiudicato, spesso procedendo senza le dovute autorizzazioni, per superare la lentezza burocratica delle istituzioni. Dai documenti consultati in archivio è emerso poi che presentò numerosi ricorsi per
ottenere la riduzione delle imposte di tassazione richieste dall’esattoria comunale; ricordiamo che all’epoca la riscossione delle tasse municipali era gestita da un esattore che, dopo averne fatto domanda, riceveva l’incarico dall’amministrazione tramite l’approvazione di una preposta commissione comunale: anche in quegli anni le contestazioni delle tasse da pagare erano frequenti, a maggior ragione da parte di chi gestiva un’attività in proprio.
Tuttavia, scorciatoie burocratiche a parte, un evento così importante per il benessere dell’umanità come l’energia elettrica, sarà stato certamente festeggiato con stupore ed entusiasmo, quasi come un miracolo; alla luce di queste considerazioni, forse sarebbe doveroso dedicare una via o una piazza ad Angelo MOIOLI, protagonista pressoché sconosciuto del progresso dei paesi di Brembilla e Sedrina; vedremo quale dei due comuni farà il primo passo per un sacrosanto riconoscimento.
Articolo estratto da “Quaderni Brembani n.17” e scritto da Olviero Carminati.