Tanti sono i segreti ancora da scoprire che si nascondono nelle nostre Valli. Un luogo inosservato, un percorso oppure un gruppetto di case antiche dimenticate. A Roncaglia, piccolissima contrada di Corna Imagna, è celato uno di questi misteri che ancora non ha trovato una spiegazione, ma solo supposizioni: il Sacro Graal valdimagnino.
Partiamo con ordine: cosa è il Sacro Graal? Secondo la leggenda si tratta della coppa con la quale Gesù celebrò l’Ultima Cena e nella quale venne successivamente conservato il sangue del Messia dopo la crocifissione. Una testimonianza storica e Cristiana ufficialmente mai ritrovata, ma legata a stretto filo con quella dei Cavalieri Templari, spesso indicati nel corso della storia come coloro che per primi la trovarono e poi la nascosero nuovamente.
Ma cosa ha a che fare il Sacro Graal con la Valle Imagna? Per capirlo dobbiamo andare a Roncaglia, piccolissima contrada di Corna Imagna. Un gruppo di antiche case in pietra testimoni di un tempo ormai vissuto e modificato in alcune sue parti da rimaneggiamenti nel corso degli anni. Fra i grigi muri di pietra, su una casa torre si trova una minuscola finestra, chiusa nella sua sommità da una pietra triangolare – lì dove dovrebbe esserci la chiave di volta.
Passata inosservata per anni, questa finestrella è rimasta intatta e solo recentemente ha svelato a tutti quello che è il suo mistero: incisa sulla pietra c’è una croce greca e sotto al suo braccio sinistro è disegnato un contenitore con due gocce che cadono. Una incisione che richiama in maniera evidente il Graal, curiosa se si tiene conto che quello di Roncaglia si trattava di un borgo completamente rurale, con l’agricoltura come maggiore fonte di sostentamento e pochi effettivi contatti con il resto del mondo. Si pensa, dunque, che questo particolare sia una dimostrazione che la leggenda del Sacro Graal sia arrivata perfino in Valle Imagna, portata forse da qualche emigrato tornato in patria o – perché no – da qualche Templare stesso.
L’origine del piccolo nucleo di casupole in pietra sembra coincidere con il tempo del “boom” che vide la Sacra Coppa al centro della storia Cristiana: pare che nel XI secolo o addirittura nel X secolo le case di Roncaglia esistessero già e portassero con sé alcuni elementi architettonici ancora ben conservati di stile carolingio – epoca al tempo da poco terminata che vide una grande crescita di questa leggenda anche in luoghi di fatto più rurali. A testimonianza dell’antichità di questo borgo il ritrovamento di alcuni documenti di un tale Lanfranco della Roncaglia che si pensa sia nato qui nel 1150.
Ma chi ha inciso quella misteriosa immagine nella pietra? Nessuno ha saputo dare ancora una risposta. Non è questa, comunque, l’unica simbologia templare scoperta in Valle Imagna: all’esterno della Rotonda di San Tomè, ad Almenno San Bartolomeo, su una lunetta posta sopra il portone d’entrata vi è un simbolo che raffigura un personaggio con un bastone in mano, fra il nodo di Salomone e l’Alberto della Vita, entrambi molto legati alla Cavalleria Templare. Che sia dunque quella a Roncaglia un’ulteriore testimonianza del passaggio di questo leggendario Ordine? La risposta, per ora, rimane un mistero.
(Fonte immagine in evidenza: L’Eco di Bergamo)