I Gimondi e i miti
Negli anni Sessanta del secolo passato, quando ancora bambino vivevo le imprese sportive di Felice, i giornali riempivano le pagine non solo delle sue gesta, ma andavano alla ricerca anche degli aspetti più personali. Fra i soggetti di interesse vi erano le origini, il ceppo, le radici da cui era nato il fenomeno e, ricordo che, qualcuno, addirittura, aveva scomodato nondimeno la mitologia.
Per loro, divinità ed eroi superdotati erano stati i progenitori di Felice, dai quali aveva ereditato quelle doti che lo stavano rendendo, come si direbbe oggi, mitico, per le sue entusiasmanti vittorie ciclistiche. Nelle nostre famiglie si rimaneva però con i piedi per terra: Gerosa era e rimaneva il luogo di provenienza della nostra stirpe umana e, lassù, ancora vivevano i parenti più stretti ai quali, frequentemente, i genitori facevano visita, così come ad una parentela che si trovava a Mariano, in comune di Dalmine, che si diceva pure gerosina. Il Santuario della Madonna della Foppa poi, suggellava, se ancora ce ne fosse bisogno, il legame fra i Gimondi e il paese di Gerosa, conservando al suo interno, dipinto sulla parete di contraltare, lo stemma della famiglia, assieme a quelli di altre che hanno fatto la storia del paese.
I Gimondi di Sedrina
Qualche anno dopo, oramai presi dalla passione per la ricerca, rovistando fra le carte dell’archivio comunale di Sedrina, io e mio fratello Osvaldo ci siamo imbattuti nella prima e vera notizia sul ramo sedrinese dei Gimondi: nella prima metà dell’Ottocento, un certo Antonio, si affacciava alla ribalta delle cronache del paese in qualità di costruttore, aggiudicandosi l’appalto indetto dall’Amministrazione locale per la realizzazione della strada del Giongo, nella frazione Botta. I documenti conservati nel comune di Sedrina, ci hanno fornito ulteriori informazioni; un Antonio di Antonio, nato a Gerosa il 28 ottobre 1811, e Maria Moreschi di Taleggio, nata il 19 maggio 1819, risulta residente a Sedrina ed entrambi svolgono l’attività di albergatori. Sposatosi con Teresa Offredi, metteva alla luce il 23 ottobre 1842 Antonio, che a sua volta si univa in matrimonio con Maria Margherita Mangini chiamata Angelina, nata a San Giovanni Bianco il 22 aprile 1843, figlia di Angelo e Mangini Francesca. Dall’unione nascevano Maria Antonia (4 novembre 1871), Giuseppe Antonio (17 marzo 1875), Daria Francesca (16 giugno 1876), Maria Concetta (21 novembre 1877), Antonio Angelo (15 febbraio 1880), Bonifacio Angelo (5 giugno 1882), Guerino Pietro (12 luglio 1885) e, per concludere, Maria Giulia Benedetta (30 giugno 1889).
La famiglia, denominata dei Gimont, alloggiava al n. 56 di via Fontana. Da questi si sono sviluppate le ramificazioni sedrinesi dei Gimondi; da Giuseppe Antonio quello che conduce al ciclista Felice Gimondi; da Antonio Angelo quello che interessa direttamente me; da Bonifacio quello proseguito in Francia dove è emigrato probabilmente negli anni ’40 in Francia con la seconda moglie e i figli avuti dal oro matrimonio, per svolgere la professione di minatore; Guerino Pietro invece, morto il 24 marzo 1921 a causa di una tubercolosi contratta sui campi di battaglia durante la prima Guerra Mondiale, lasciò dietro di sè 3 figli in tenera età, allevati dopo la morte anche della moglie, dalla sorella Daria, nota per aver gestito lungamente la Trattoria Gimondi, posta in Sedrina, agli inizi dell’attuale via IV Novembre.
I Gimondi originari della Valle Imagna erano tre fratelli…
Alcuni anni orsono ebbi fra le mani copia di una parte del notiziario parrocchiale di Gerosa – di cui non conosco la data di emissione – dal quale appresi alcune interessanti notizie su Antonio e la sua famiglia. L’estensore di un articolo riguardante la famiglia Gimondi – che credo possa essere stato don Ettore Persico, parroco del luogo – così scriveva: Una dinastia durata circa 200 anni e che poi scompare da Gerosa…Il periodo di maggior sviluppo è stato questa prima metà del secolo (Novecento). Da uno “Stato d’Anime” del 1830 al n.99 si legge per la prima volta: “Gimondi Antonio nato il 3 ottobre 1773 ad Almenno San Salvatore da fu Giuseppe e da Gervasoni Maria. Ammogliato con Moreschi Maria di Corna Imagna, ebbero poi 7 figli”. I Gimondi originari della Valle Imagna erano tre fratelli di cui uno andò ad abitare a Mariano, un’altro si fermò a Sedrina e il terzo venne a Gerosa come commerciante di polli. Così il ceppo Gimondi iniziò la sua vita in via Roma al n.35.
Devo dire che nell’apprendere queste notizie, fui stuzzicato dalla voglia di approfondire maggiormente la conoscenza delle mia famiglia che, finalmente, stava prendendo corpo, spogliandosi di tutti quegli aloni leggendari nei quali era stata avvolta. I buoni propositi però andavano a cozzare con la realtà e, a causa degli gli impegni editoriali che di volta in volta assumevo, mi distraevo dal mio obiettivo senza per questo, però, abbandonarlo completamente. Per lunghi anni, le migliaia di carte dell’Archivio di Stato di Bergamo o i numerosi fondi parrocchiali e comunali consultati, non mi hanno mai restituito una notizia sulla famiglia Gimondi tanto da farmi disperare che, a quanto conosciuto, non avrei potuto aggiungere altro.
Exposito Sigismondo e Magdalena heius coniugibus...
Sul finire degli anni Novanta del secolo passato avevamo in corso la pubblicazione su Villa d’Almè e, una pista su un personaggio villese, mi ha portato a Strozza, in Valle Imagna. Consultando i registri anagrafici della parrocchia non tralasciai, come era mia consuetudine, di vedere se vi erano dei Gimondi. Non poca fu la sorpresa di imbattermi proprio in certo Andrea Gimondi (25 novembre 1688), figlio di Sigismondo Exposito e Magdalena, nato il 25 novembre 1688. A seguire trovai i fratelli di Andrea, Cattarina (9 maggio 1692), Giovanni Battista (18 maggio 1695), Giovanni Pietro (13 maggio 1700) e Giuseppe (13 settembre 1704), tutti nati a Strozza.
La sorpresa e l’emozione prima, e la gioia e l’esultanza dopo, furono straordinari e indescrivibili non tanto per aver ritrovato dei Gimondi, quanto, per essermi trovato di fronte a Sigismondo, il capostipite della mia famiglia, alla figura che rappresentava un poco il nonno di tutti noi Gimondi. Sigismondo Exposito è da considerarsi quindi il progenitore dei Gimondi; egli, rappresentante di una folta schiera di fanciulli abbandonati che venivano dati in adozione attraverso l’esposizione che veniva effettuata sui gradini della chiesa, atto che gli attribuì il cognome appunto di Exposito. Egli forse non volle lasciare sui propri figli il marchio di un gesto infamante dei genitori che l’avevano lasciato al proprio destino, privandolo degli affetti più cari, e così per loro sostituì il proprio cognome con uno derivato dal suo nome: Ghimondi e poi, definitivamente, Gimondi.
…un’altro si fermò a Sedrina
Stando a quanto finora appreso, dal matrimonio di Giuseppe Gimondi, nato nell’agosto 1745, con Maria Gervasoni, nacquero Giuseppe (10 gennaio 1772) e Antonio (Almenno San Salvatore 3 ottobre 1773). Quest’ultimo, sposatosi con Maria Moreschi di Corna Imagna, ebbe tre figli maschi: Pietro (1809), Antonio (1811) e Carlo (1820). Quanto scritto sull’informatore parrocchiale di Gerosa, dove attestava che i Gimondi di Sedrina giungessero da Almenno San Salvatore, lascia ampi dubbi in quanto dai registri comunali risulta che l’Antonio (1811) residente a Sedrina, come già detto, è nato a Gerosa.
Potrebbe allora essere che Giuseppe, da Almenno San Salvatore, si siano trasferito a Gerosa e da qui poi i figli Pietro e Antonio si siano spostati appunto rispettivamente a Mariano di Dalmine e Sedrina e Carlo sia rimasto invece a Gerosa
Gimondi in Sicilia
Non è uno slogan pubblicitario e, tanto meno un appuntamento per un eventuale ritrovo di tutti i Gimondi, cosa non disdicevole che non sarebbe magari niente male ipotizzare in un futuro prossimo. Quando credevo di conoscere non dico tutto, ma quasi, sui Gimondi, ecco una nuova sorpresa.
Parlando con una dottoressa in pensione,originaria della valle la quale aveva svolto la sua mansione presso un ospedale di Milano, mi mise al corrente di avere avuto una collega che portava il cognome Gimondi che mi disse nativa di appunto in Sicilia. Ebbene questo apre una nuova strada tutta da studiare.
I Gimondì de France
E’ certa la presenza di Gimondi in Francia, frutto di numerosi casi di emigrazione registrati nella prima metà del Novecento ma, lo studio araldico sotto riportato, condotto dal Consiglio Araldico Italiano, afferma la presenza sul territorio transalpino di una famiglia Gimondi già dal tempo delle Crociate alle quali vi presero parte alcuni esponenti e, da dove sono poi derivati rami che sono giunti anche in Italia, nella Liguria prima e nel Veneto poi.
Lo stemma araldico dei Gimondi
Per i Gimondi della bergamasca, qualora che ne fossero ancora sparsi per il mondo di altra estrazione e derivazione, peraltro come sembra sia, non corrisponde lo stemma gentilizio riportato nell’attestato a foto, ma, comunque, una loro insegna esiste. Quanto ufficiale possa essere – dato che non si sa da dove sia stata ripresa e nessun studioso di araldica locale mai l’ha riproposta – all’interno del Santuario della Foppa in Gerosa, sulla facciata interna dirimpetto al presbiterio, è riprodotta l’arma della famiglia. Questa è stata utilizzata per farne il logo del Centro Studi Francesco Cleri di Sedrina dato che, fondatori e animatori, sono proprio i fratelli Diego e Osvaldo Gimondi.
Articolo estratto da “Quaderni Brembani n.2” e scritto da Diego Gimondi.