Egidio Gherardi, con le stampelle alpinista della vita

Sono passati più di 20 anni da quel triste giorno di Natale del 1998, quando se ne andò dopo pochi mesi di malattia, eppure in Valle Brembana (e non solo), per tutti è ancora semplicemente 'l’Egidio', oppure 'l’alpinista con le stampelle'.
26 Ottobre 2019

Sono passati più di 20 anni da quel triste giorno di Natale del 1998, quando se ne andò “per le Tue montagne” dopo pochi mesi di malattia, eppure in Valle Brembana (e non solo), per tutti è ancora semplicemente “l’Egidio”, oppure “l’alpinista con le stampelle. Egidio Gherardi era nato a Trafficanti in Val Serina (BG) nel 1934 e si era trasferito quasi immediatamente a Moio de Calvi in Alta Valle Brembana, con i genitori Romilda e Battista, dipendente della Società Elettrica impegnata fra l’altro nella nuova diga sul Lago Bernigolo.

Un principio di poliomelite da piccolo ed un tragico incidente presso le scuole medie di Valnegra all’età di dodici anni, avevano privato per sempre Egidio dell’uso della gamba destra, costringendolo ad utilizzare per un’intera vita di stampella e bastone. La scommessa (vincente) di Egidio fu quella di portare a compimento una realizzazione personale e sociale nonostante un handicap che in altre situazioni avrebbe costretto chiunque all’anonimato e alla vergogna, soprattutto in un piccolo comune di montagna del primissimo dopoguerra. Arrivarono le esperienze da garzone di sartoria a Piazza Brembana e gli studi al Patronato San Vincenzo di Bergamo.

Sposato con Orsola Calvi di Moio de’ Calvi, si trasferì per lavoro a Gandino in Valle Seriana, dove fu per decenni direttore di un'azienda di abbigliamento sportivo con centinaia di dipendenti. Dal matrimonio nacquero due figli: Monica nel 1965 e Giambattista nel 1966.

750 Egidio e Orsola gherardi - La Voce delle Valli

Egidio Gherardi e la moglie Orsola Calvi

La montagna è stata per Egidio il banco di prova più duro e affascinante, sia nelle prime gite solitarie in Alta Valle Brembana, sia soprattutto per imprese memorabili che tutto il mondo guardava con ammirazione. Sono memorabili alcune scalate da lui eseguite: nel 1977 raggiunse la vetta del monte Kenya in Africa a 5100 metri e da quest’impresa nacque il film pluripremiato “Con Sincera Amicizia” del regista Gianni Scarpellini.

Nel 1981 Egidio salì oltre i 6000 metri sull’Huascaran in Perù, ma conquistò anche la Tour Ronde del Monte Bianco ed alle tre Cime di Lavaredo. Nel 1978 aveva realizzato un’altra impresa eroica; a piedi da Bergamo al Rifugio Calvi, per 64 chilometri, con un durissimo cammino di 23 ore con condizioni atmosferiche da tregenda. Un’impresa che negli ultimi anni ha ispirato Giorgio Scuri (QUA la sua intervista) e decine di amici, con un appuntamento che annualmente attorno a fine settembre unisce tutti nel sostegno alla Ricerca contro le Malattie Rare.

Egidio Gherardi fu nominato Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana da Sandro Pertini nel 1984 e fu attivo in Alta Valle Brembana quale fondatore della Sezione del Club Alpino Italiano di Piazza Brembana, del “Rocol di Rase” a Valnegra e del “Gruppo amici Gogis”, promotore del premio “Inno alla vita” insieme agli amici Piero Calvi e Lino Ceruti. Un riconoscimento andato negli anni a quanti hanno saputo reagire con slancio e volontà alle avversità della vita. Insieme al neurologo dott. Gianpietro Salvi (QUA l'intervista) fu fra gli ispiratori dell’Associazione Genesis di San Pellegrino Terme, che festeggia i 30 anni di attività nel 2019. Non c’era iniziativa vallare in cui Egidio non fosse in qualche modo presente, in qualità di animatore, sostenitore generoso o semplice amico, innamorato pazzo della vita e dello stare insieme.

Nessuno può dimenticare la sua grande voglia di vivere, l’energia che sapeva infondere e il coraggio che voleva trasmettere. Le note del suo organetto erano in tante occasioni la colonna sonora del suo spirito libero, utile per le cene in compagnia, le battute di caccia e pesca, le partite interminabili a “cotecc”. Egidio Gherardi morì a Moio dé Calvi per un male incurabile il giorno di Natale del 1998, ma il suo ricordo è rimasto indelebile ed immutato. “L’alpinista con le stampelle” continua a vivere fra cielo e montagna.

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