Christian Gritti, lo chef di Rota che ha conquistato la California

Christian Gritti, 26 anni originario di Rota d'Imagna gestisce un ristorante italiano a Rosarito, nella Bassa California, in Messico. Nella mia famiglia siamo ristoratori da cinque generazioni: già a 12 anni davo una mano nel ristorante di mio padre.
19 Dicembre 2019

Il modo di parlare è ormai quello di un americano, perché si sa, quando si vive all’estero l’accento è una di quelle cose che si perde prima. Quello che però non ha perso, Christian Gritti, chef 26enne originario di Rota d’Imagna, è la sua verace valdimagninità, e la si apprezza subito in quei modi garbati e sinceri e nella grande forza di volontà che gli ha permesso di conquistarsi una piccola fetta di California con il suo ristorante italiano Pasta Y Basta.

Una forza tipica di chi proviene dalle nostre valli, dove i tanti sacrifici compiuti sin dai primi anni di vita (quando si scende in città dove ci sono i servizi che in valle mancano, o semplicemente per frequentare le scuole superiori) temprano la fibra di chi ci vive, li rende in qualche modo più abituati a sopportare le fatiche. E la storia di Christian ricorda un po’ quelle dei nostri “vecchi”, quando da immigrati nel dopoguerra in USA, Francia o Svizzera si fecero apprezzare tanto per le loro competenze e abilità artigiane quanto per la loro caparbietà e forza d’animo.

Da Rota d’Imagna alle bianche spiagge della California, però, il passaggio non è stato immediato e, soprattutto, semplice. Prima Christian voleva e doveva imparare un mestiere, quello del cuoco, che – per essere affinato e migliorato ad alti livelli – richiede tanta gavetta e una certa predisposizione al viaggio. La piccola Valle Imagna stava stretta al giovanissimo Christian. Ma cominciamo dall’inizio.

Christian Gritti è figlio d’arte, comincerà a “dare del tu” alla cucina già in tenerà età, aiutando in famiglia. “La nostra è la quinta generazione di ristoratori – ci racconta Christian – , i nonni gestiscono l’Hotel Ristorante Posta a Rota d’Imagna e mio padre aveva un ristorante a Rota d’Imagna (ora gestisce la pizzeria d’asporto “La bottega della pizza” a Selino Basso ndr). Lo aiutavo già a 12 anni. Mi mettevo su uno sgabello e preparavo il caffè ai clienti. Poi ho studiato presso la scuola alberghiera a San Pellegrino Terme. Ma anche se avevo già il lavoro in casa, sentivo l’esigenza di spostarmi per imparare l’arte della cucina dai grandi chef”.

 

L’ESPERIENZA IN LIGURIA E POI LA GUIDA DELLO CHEF STELLATO

La prima esperienza fuori dalla valle arriverà prestissimo, subito dopo il diploma, sulla Riviera ligure dove “ho imparato la cucina ligure. Poi sono tornato a Bergamo e ho lavorato nel ristorante “Loro”, stella Michelin. Qui ho imparato tantissimo dallo chef Antonio Rocchetti, con cui ho stretto un importante rapporto – prosegue Christian -. Sono passato dalla cucina regionale ‘alla buona’ ad un ristorante stellato dove, invece, è importantissima la presentazione del piatto, le sensazioni che devi trasmettere ai commensali, le armonie dei sapori. In quei ristoranti non conta solo riempire la pancia ma offrire un’esperienza sensoriale. Ci ho lavorato per un anno e mezzo. Praticamente ogni anno circa mi spostavo, per mia scelta. Credo che se si vuole crescere professionalmente è necessario spostarsi e apprendere la cucina da diversi luoghi. Questo mi ha aiutato molto a crescere. Poi sono passato al ristorante “La Delizia” a Bergamo, in Porta Nuova”.

A questo punto, a Christian, cominciava a stare stretta anche la città. E così arrivano le sirene dall’estero: “Nel 2013, a 21 anni, i gestori dell’Hotel Miramonti di Rota, dove ho fatto una stagione, mi hanno trovato il contatto per fare un’esperienza all’estero. In quei tempi andava di moda l’Inghilterra, ma invece mi sono ritrovato in USA, a San Diego, nel ristorante “Buona Forchetta”, di cui è proprietario un altro chef originario di Rota d’Imagna: Matteo Cattaneo. Sono stato negli Stati Uniti tre mesi in vista dell’apertura del ristorante per formare i dipendenti di Cattaneo sulla cucina italiana. Poi sono dovuto tornare”, racconta Christian.

Ma se il lavoro avrebbe fatto tornare Christian in Italia, ci pensa il cuore a cambiare le carte in tavola (o i piatti, in questi caso). “Durante i tre mesi nel ristorante “Buona Forchetta” – ricorda Christian – ho conosciuto la mia futura moglie, Bonnie, di San Diego. Scaduto il visto per restare in USA sono tornato in Italia con lei, ma siamo rimasti solo due mesi. Nel frattempo, ho maturato l’idea di creare qualcosa di mio, volevo far felice la gente con un mio ristorante a San Diego. Così, aspettando i documenti per poter aprire il locale in USA ho cominciato a lavorare come chef freelance a Rosarito, in Messico (a meno di un’ora di macchina da San Diego ndr): facevo lezioni private, cene private, pasta artigianale che vendevo ai ristoranti. In questo caso è stato importantissimo l’aiuto di mia moglie (nel frattempo i due si sono sposati a Rosarito ndr) per integrarmi con la comunità americana di Rosarito, anche con la lingua”.

I tempi burocratici americani si sono però dilatati molto, e Christian non voleva più aspettare.” Ad un certo punto mi è venuta voglia di trovare qualcosa di mio a Rosarito – spiega Christian -. Ho trovato un piccolo locale in affitto: un bar tutto in legno con il tetto di foglie di palma. Abbiamo investito un po’ di soldi per sistemarlo. In Messico affitti e stipendi sono bassi quindi sei agevolato nell’investimento rispetto ad altri paesi. In un solo mese abbiamo aperto. Io in cucina da solo e mia moglie in sala, con un menu semplice: pasta fresca, cucina tradizionale italiana senza dimenticare i piatti bergamaschi come casoncelli, coniglio ripieno e la polenta”. Apprezzata la polenta? “Non me lo sarei mai aspettato, ma è molto conosciuta in Messico e Stati Uniti. In sud America hanno un piatto simile, ma usano una farina diversa”.

 

IN MESSICO PRENDE FORMA IL SOGNO: NASCE “PASTA Y BASTA”

Pasta Y Basta – questo il nome del locale di Christian e della moglie Bonnie – apre l’estate del 2015. Inizialmente il locale aveva 20 posti a sedere. Troppo pochi per l’immediato successo, e così in poco tempo il ristorante si è allargato, raggiungendo gli oltre 30 posti a sedere in concomitanza con i primi dipendenti in cucina e in sala. “Nel frattempo sono arrivate la carte per gli USA – racconta Christian -, ma abbiamo detto: chi ce lo fa fare di chiudere che il locale sta andando alla grande. Io e Bonnie ci siamo trasferiti negli Stati Uniti, a San Diego, dove sono nati Sebastian Carlo Gritti il 6 gennaio 2016 e Maximilian Francesco Gritti il 5 maggio 2017″.

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I clienti continuano ad aumentare, così pochi mesi fa, a maggio 2019, Pasta Y Basta si trasferisce in un nuovo spazio, poco distante da quello originario. “Era molto importante mantenere la stessa zona – sottolinea Christian –. Ora siamo in un locale elegante con 70 posti a sedere dove offriamo pizza, taglieri di formaggi e salumi italiani che acquistiamo a San Diego perché in Messico sono introvabili, fino a 15 tipi di pasta fresca, dai ravioli alle fettuccine, coniglio e branzino. Vicino al mio ristorante c’è la Valle de Guadalupe dove ci sono oltre 30 aziende vitivinicole che producono imitazioni di vino italiano come il Nebbiolo, Brunello e Sangiovese. Ovviamente non possiamo paragonarli a quelli italiani originali, ma li sto promuovendo perché sono dei buoni prodotti. Il vecchio locale è stato trasformato in un mini market di prodotti tipici come salumi e formaggi, che in Messico è difficilissimo trovare. Il mio compito è un po’ quello di fare il maestro e insegnare la nostra cucina”.

Perché tanto successo? “All’estero la cucina italiana è molto famosa – spiega Christian -, ma non è conosciuta nella sua forma autentica. Ad esempio, secondo alcune persone piatti come ‘pizza con ananas’ è cibo italiano. Ma è invece cucina italo-americana. Il nostro punto di forza è quindi l’autenticità. È difficile trovare un ristorante italiano dove lo chef è italiano e ha una certa esperienza”.

E la Valle Imagna ti manca? “Salgo due volte all’anno in valle. La cucina da noi è un qualcosa di indimenticabile, ogni volta che torno mi faccio delle belle scorpacciate di polenta taragna (ride ndr). Mi mancano le stagioni, il loro alternarsi. Per certi versi però il Messico è molto simile all’Italia, anche qui piace sedersi a tavola e stare insieme, fare conversazione durante i pasti. In Usa invece è diverso, gli americano non vogliono sporcare la cucina. Voglio far conoscere ai miei figli le loro origini valdimagnine – conclude Christian -. Anche se è difficile che ti manchi qualcosa quando sei molto impegnato e focalizzato su lavoro e famiglia, mi tengo informato su quanto accade in valle leggendo La Voce delle Valli, e sono rimasto colpito dal ritorno di molti giovani della Valle Imagna all’agricoltura e alle tradizioni di un tempo. Credo sia la strada giusta”.

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Christian nel suo minimarket, allestito negli spazi del ristorante originario.

 

 

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