Una passione senza limiti per uno sport che lo ha cambiato e aiutato a crescere, fino a portarlo sul tetto d’Italia. Alex Avogadro, originario di San Pellegrino, pratica muay thai e K1 a livello agonistico, ma in cosa consistono queste due discipline? Il muay thai è la boxe thailandese, si può colpire con gomiti, pugni, calci e ginocchi, anche se è vietato colpire l’avversario a terra. Il k1 è simile, ma non si possono usare i gomiti.
L’incontro con il muay thai avviene quasi per caso nella vita di Alex. “Fino a 15 anni giocavo a calcio, poi ho smesso – racconta Alex –. Verso i vent’anni ho iniziato a frequentare una palestra in cui si praticava difesa personale. Mi è sempre piaciuto vedere combattimenti, ma non avevo l’avevo mai provato. Ho iniziato ad allenarmi, sempre più costantemente, ho conosciuto il mio maestro e con lui ho fatto un viaggio in Thailandia per migliorare la mia tecnica.”
Uno sport che ha cambiato la vita di Alex. “Ho vinto due titoli nazionali nella mia categoria, i 60 chili, e un torneo amatoriale europeo, a cui però partecipavano molti professionisti. Questo sport mi ha aiutato molto. Ero una persona irrequieta, con il muay thai mi sono disciplinato, ho imparato a concentrarmi sui miei obiettivi, ad applicarmi per raggiungermi. Sono cresciuto, con tanta costanza e sacrifici: lo sport mi ha insegnato proprio questo.”
Grazie al proprio lavoro, Alex è uno degli atleti di spicco del panorama nazionale e può dedicarsi unicamente alla propria passione. “Io insegno e combatto – spiega – in Italia, essendo uno sport di nicchia, molti atleti devono fare anche un altro lavoro, io posso gestirmi perché sono tra i primi nella mia categoria.”
Un crescita che, una volta arrivato al top, Alex non vuole interrompere, per migliorarsi sempre più e raggiungere altri traguardi. “La scorsa estate ho battuto il campione thailandese della mia categoria – racconta – è stata una delle esperienze più importanti che questo sport mi abbia mai dato, perché l’ho ottenuta in Thailandia, dove è nato il muay thai. Combattendo a livello internazionale, ho la possibilità di girare il mondo, di vedere quante situazioni diverse ci siano al di fuori dell’Europa.”