Roberta Midali, dalle piste dietro casa alla Coppa del Mondo

Dalle piste dietro casa alla Coppa del Mondo: Roberta Midali ha avuto lo scii nel sangue fin da giovanissima, un percorso quasi naturale che ha portato la 25enne di Branzi a gareggiare nel massimo circuito mondiale.
13 Giugno 2020

Dalle piste dietro casa alla Coppa del Mondo: Roberta Midali ha avuto lo scii nel sangue fin da giovanissima, un percorso quasi naturale che ha portato la 25enne di Branzi a gareggiare nel massimo circuito mondiale. “I miei sono stati sempre appassionati, mio papà in special modo. Ho iniziato da bambina sulle piste di Carona – racconta Roberta  – da lì è stato un crescendo continuo, verso i 7 anni mi è piaciuto sempre più e ho deciso di fare pratica con un maestro. Mi sono iscritta allo Sci Club Radici e da lì ho iniziato a gareggiare nelle varie categorie, fino ai Giovani, in cui si inizia a diventare più agonistici. Dai 17 anni sono entrata in squadra nazionale, ai 18 nel Centro Sportivo Esercito, da quest’anno sono uscita dalla Nazionale ma ho ancora l’appoggio dell’Esercito per continuare l’attività agonistica, io in particolare gareggio nello slalom gigante e nello speciale”.

È una carriera netta, quella di chi ama nel profondo il proprio sport. Eppure, c’è un momento in cui bisogna decidere se lo scii è ciò a cui si vuole dedicare in pieno il proprio tempo. “Si tratta di un momento difficile, alla categoria Allievi in molti mollano perché verso i 14 anni lo sport inizia a diventare più impegnativo, si comincia a capire se si vuole davvero diventare sciatori.”

Evidentemente, Roberta lo sapeva bene“dai 9 anni non mi si poteva far mancare un’uscita con lo sci club, l’ho sempre visto come un modo per svagarmi e per vedere altre persone, è stato un percorso di crescita con cui ho scoperto anche nuovi posti. Con lo scii si viaggia parecchio, non siamo turisti certo, però lo sport in generale mi ha insegnato fin da piccola a darmi obiettivi e a sapermi organizzare, tra scuola e impegno sportivo”.

È cosi che l’atleta di Branzi scala le categorie nazionali, per arrivare a quello che lei stessa definisce il momento più importante della sua carriera. “Credo sia stata la prima gara di Coppa del Mondo, nel 2015, in Austria, a Lienz: è una tappa con molto pubblico per essere una gara femminile, io partivo con un numero altissimo, eppure sentivo lo stesso il tifo, a categorie inferiori non mi era mai successo, non credi che la gente ti consideri, invece facevano il tifo per tutte.”  

L’impatto con la massima categoria dello scii è forte: “Ero agitatissima in partenza, c’erano tutte le atlete che fino ad allora avevo visto solo in TV, ero molto frastornata, il fatto di arrivare al traguardo e vedere la mia famiglia è stato il momento più emozionante”. Adoro la montagna, trovarmi in alta quota mi piace,” dice Roberta, che spiega il motivo del suo amore per gli scii “sentire il momento sulla pista, la velocità, mi fa essere libera, potrei avere mille pensieri prima di mettere gli scii, quando scivoli sulla neve tutto il resto passa in secondo piano.”

Purtroppo, la recente pandemia ha impedito, tra le altre, la prosecuzione delle attività sciistiche e degli allenamenti. “Io ho avuto la fortuna di avere tutta l'attrezzatura a casa” spiega la sciatrice, “l’allenamento punta molto sulla forza, avendo bilanciere e pesi sono riuscita a fare pratica, anche con soluzioni pensate al momento. Non ho avuto nessuno tipo di problema, solo il fatto di non poter vedere il mio preparatore di persona. La stagione comunque è finita in anticipo, anche se sarebbe terminata ad aprile, abbiamo perso circa un mese e mezzo di gare”.

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