Quali possono essere i motivi che possono portarci ad intraprendere un percorso di terapia?
Tra questi ritroviamo principalmente problematiche relative all’autostima. L’autostima rappresenta l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di sé stesso. Essa ci permette di valutarci e regolare di conseguenza i nostri sentimenti, giudicando se per noi sono accettabili. Se questi sentimenti sono accettabili allora potremo esprimerli senza paura, se invece non lo sono, il meccanismo spontaneo che ne deriva è quello di nasconderli, trattenerli.
La domanda che spesso ci facciamo è: “vado bene così come sono?”
L’autostima rispecchia quella capacità di relazionarsi con sé stesso che l’essere umano impara nel contesto familiare e sociale.
Come esseri umani viviamo nelle relazioni sociali, all'interno di contesti diversi che affrontiamo quotidianamente nelle nostre vite.
Stare bene con sé stessi è estremamente funzionale nel sapersi poi rapportare in modo costruttivo e positivo con gli altri.
Virginia Satir, pioniera nel campo della psicoterapia familiare, ha scritto una sorta di manifesto dell’autostima, intitolato “la mia dichiarazione di autostima”.
“Io sono io.
In tutto il mondo non c’è nessun altro esattamente come me. Ci sono persone che hanno alcune parti come me, ma nessuno equivale esattamente a me. Perciò, tutto ciò che esce da me è autenticamente mio, perché io solo l’ho scelto.
Mi appartiene tutto di me, il mio corpo, con tutto ciò che fa; la mia mente, con tutte le sue idee e i suoi pensieri; i miei occhi, con le immagini di tutto ciò che contemplano; i miei sentimenti, qualsiasi essi siano: rabbia, gioia, frustrazione, amore, delusione, eccitazione; la mia bocca e tutte le parole che ne escono: educate, dolci o aspre, corrette o scorrette; la mia voce, sonora o delicata; e tutte le mie azioni, siano esse verso gli altri o verso me stessa.
Mi appartengono le mie fantasie, i miei sogni, le mie speranze, le mie paure.
Mi appartengono tutti i miei trionfi e successi, tutti i miei fallimenti ed errori.
Poiché mi appartiene tutto di me, sono in grado di familiarizzare intimamente con me stesso. Facendo ciò sono in grado di amarmi e di essermi amica in tutte le mie parti. Posso allora far sì che tutto di me lavori per il mio migliore interesse.
So che ci sono degli aspetti di me che mi sconcertano e altri aspetti che non conosco. Ma finché mi sono amica e mi amo, posso coraggiosamente e con speranza cercare le soluzioni ai rompicapo e i modi per scoprire di più su me stessa.
Comunque io sembri, qualsiasi cosa io dica o faccia e qualsiasi cosa io pensi in un dato momento, sono io. Questo è autentico e rappresenta dove sono io in quel momento.
Quando rivedo più tardi come sembravo, cosa ho detto, come ho pensato e sentito, certe parti possono risultare sconvenienti. Posso scartare ciò che mi risulta sconveniente e tenere ciò che si dimostra adatto e inventare qualcosa di nuovo al posto di ciò che ho scartato. Sono in grado di vedere, sentire, emozionarmi, pensare, dire, fare. Ho i mezzi per sopravvivere, per stare vicino agli altri, per essere produttivo e per dare senso e ordine al mondo esterno, alla gente e alle cose fuori di me.
Io mi appartengo e, perciò, posso progettarmi.
Io sono io e sono ok.”
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