“C'è una cosa che tengo sempre a sottolineare: e bene accogliere l'innovazione, ma senza degli ottimi collaboratori che danno il proprio contributo, non saremmo nessuno. Per questo credo che il valore aggiunto di un'azienda siano le persone, non le macchine”. Parole colme di gratitudine, ma anche di un sincero orgoglio quelle che salvatore Salvatore Filippi, classe 1965 e titolare dell'azienda “Filippi 1971” di Berbenno, rivolge a tutta la sua “squadra” grazie alla quale da quasi cinquant'anni può vantare di essere una delle realtà produttive più interessanti della zona, conosciuta e apprezzata anche al di fuori dei confini nazionali.
Nata nel 1971 come impresa famigliare, fra gli anni Ottanta e Novanta Salvatore prende in mano insieme al fratello Gino, entrambi valdimagnini DOC e originari di Berbenno, le redini dell'azienda che in quel periodo e caratterizzata da una forte fase di espansione, in particolare per quanto riguarda il mercato internazionale, sancendo definitivamente il proprio successo oltreconfine. “L'azienda nasce nel 1971 per iniziativa dei miei genitori, che sono i fondatori – racconta Salvatore – Io e mio fratello l'abbiamo portata avanti e, dalla piccola realtà che era, l'abbiamo aiutata a crescere e diversificare molto da come era in origine. Siamo partiti infatti con la lavorazione del massello, per poi dedicarci ora quasi esclusivamente con delle basi di pannello in tutte le essenze, da quelle del multistrato di pioppo fino ad arrivare al multistrato marino”.
E ora, l'azienda può contare su ben cinque unità produttive, tre a Berbenno, una a Sant'Omobono e una a Ponte Giurino, per una settantina di lavoratori. “Il settore di cui ci occupiamo e che in questi anni ci ha fatto crescere maggiormente e il camper-caravan, ma ultimamente stiamo inserendo in modo importante delle lavorazioni particolari nel mondo nautico – spiega Filippi, che rilascia un piccolo spoiler di una grande novità in un futuro non troppo lontano: “verso i primi mesi del prossimo anno lanceremo la nostra primissima collezione VittEr Design, realizzata appunto con il VittEr, un materiale di ultima generazione dall'elevata versatilità creato appositamente per l'interior design. La presentazione di questa nuova collezione sarebbe dovuta avvenire a Parigi, alla Maison & Objet, ma sarà rimandata per ovvi motivi”.
Ma nonostante esporti in tutto il mondo, dall'Australia alla Nuova Zelanda, fino agli Stati Uniti, l'Europa e perfino la Cina, la Filippi 1971 può vantare delle forti e ben salde radici in Valle Imagna, che si traducono anche nella volontà di mantenere sul territorio tutte le cinque unità produttive. “Noi ci crediamo moltissimo, perché e qui che siamo, e qui che viviamo, ed e sempre qui che vogliamo dare il nostro valore aggiunto. Il fatto di rimanere in valle per noi vuol dire tanto, anche dal punto di vista delle persone che ci lavorano – conferma Filippi – Ovviamente ci sono dipendenti che vengono da fuori Valle, ma dove e quando possiamo attingiamo sempre prima dal nostro territorio”.
Ma, si sa, la mela non cade mai lontana dall'albero. E Salvatore non e una persona che si tira indietro quando si parla del suo territorio, anzi. Soltanto pochi mesi fa e stato il promotore di un'importante iniziativa, che ha permesso alla Croce Rossa di Sant'Omobono Terme di ricevere una nuova ambulanza, ormai in dirittura d'arrivo. “Sono stato molto contento, perché nel giro di 4-5 mesi siamo riusciti a chiudere in fretta questa grande scommessa – afferma – grazie anche alla importante partecipazione dei ragazzi della curva dell'Atalanta. Tutti hanno risposto molto bene e speriamo che la comunità capisca tutta la nostra buona volontà nel lavorare sul territorio”.
Ora, dopo tanti anni alle redini, i fratelli Filippi stanno lasciando spazio alle nuove generazioni, passando il proprio testimone ai figli che già hanno iniziato a muovere i primi passi all'interno dell'azienda di famiglia. “Stiamo crescendo ancora, anche se speriamo che la situazione in cui siamo tutti un po' coinvolti non ci fermi un'altra volta, perché sarebbe veramente un peccato – conclude il titolare, che ricordando i mesi di lockdown spiega – Quando eravamo ancora chiusi abbiamo attivato una piccola iniziativa, un'assicurazione extra per i dipendenti e le loro famiglie. Poi ovviamente, una volta tornati ci siamo dotati di tutte le protezioni, dalle mascherine ai dispenser. Proprio questi ultimi hanno avuto un discreto successo, ne abbiamo distribuiti parecchi nei Comuni e non solo. Ci siamo ovviamente avvalsi dello smart working e ora tutti i dipendenti sono rientrati. Manteniamo sempre le raccomandazioni e cerchiamo di dare il nostro contributo per far si che questo brutto momento passi il più in fretta possibile”.