Da semplice spettatore ad atleta il passo può essere breve. Ce lo insegna Ivan Angiolini, 31 enne di Brumano e una passione per la corsa in montagna arrivata piuttosto tardi, per gli standard dell’atletica. “Qui a Brumano ogni anno viene organizzato lo Skyrace Creste Resegone. Io sono sempre andato come volontario a sorvegliare il tracciato, si tratta solo di vigilare sull’andamento della gara e dare indicazioni riguardo al percorso”.
Tre anni fa, però, è cambiato qualcosa. “Ho deciso di provare a partecipare alla gara: dall’inizio del 2017 ho iniziato a prepararmi per correre, allenandomi due o tre volte alla settimana. Ero totalmente alla prime armi e lo Skyrace del Resegone è molto duro e tecnico: ho sofferto moltissimo, diciamo che sono partito in salita. Non ero tesserato per nessuna società, ho cercato una squadra in fretta e mi sono iscritto nella Recastello Radici Group di Gazzaniga. Da lì ho iniziato a gareggiare ufficialmente”.
L’approccio allo skyruninng non è stato facile, chiarisce Ivan: “Anno dopo anno sono migliorato, dicono che ci vogliano cinque anni per entrare pienamente a regime, soprattutto con l’età che avanza. Non si tratta solo di correre, bisogna studiare la respirazione eccetera, io ho iniziato da autodidatta e non mi ero mai veramente preparato. Il primo anno procedevo a caso, senza criterio, poi ho capito che per andare bene occorre seguire un programma. Ho cominciato per sfida – prosegue Angiolini – e poi è diventata una passione. Io non facevo sport, avendo un solo rene non possono praticare discipline di contatto, dunque mi resta solo l’atletica”.
L’appartenenza ad una società sportiva porta tutto ad un altro livello. “La squadra non impone vincoli, ovviamente vuole che gli atleti partecipino alle gare nazionali di corsa in montagna: io ho corso a Pian delle Betulle, è una competizione nazionale, con atleti di tutti i livelli, anche quelli molto forti che ovviamente mi stavano davanti. Da lì mi sono messo d’impegno, alcune gare le corro ogni anno e con il passare del tempo si nota il miglioramento, nell’ordine dei minuti, ovviamente occorre allenarsi.” I risultati, per la squadra, sono soddisfacenti. “Quest’anno, a livello societario, siamo arrivati secondi al Trofeo Vanoni e al Campionato Italiano di lunghe distanze, in classifica generale siamo secondi in Italia”.
La vita da corridore si deve ovviamente conciliare con quella professionale (Ivan lavora nell’informatica) e famigliare. “Quando ho iniziato mi allenavo la sera, la corsa veniva dopo il lavoro e la famiglia, anche perché ero neo papà: uscivo alle 20.30 e correvo, d’inverno era molto faticoso. Dopo un anno, ho deciso di allenarmi alla mattina a Bergamo, prima del lavoro. Col lockdown lavoro da casa, quindi in pausa pranzo esco ad allenarmi, correre al momento giusto della giornata rende ovviamente di più, questo lo dimostrano i risultati. La mia famiglia è molto paziente e mi sostiene, per me è fondamentale il loro supporto”.
L’impegno di Ivan porta frutti: “Quest’anno, in concomitanza con la Skyrace del Resegone, è stato organizzato l’anello del Resegone, un percorso intorno alla montagna, e mi ha dato grandi soddisfazioni”.
La competizione tra atleti è tanta, ma è questo ciò che piace a Ivan. “Prima della gara c’è un senso di agitazione, perché voglio fare bene: quando poi si corre, ho tante soddisfazioni, gareggio contro corridori del mio livello. Quando invece la giornata va male mi resta in testa la tristezza, poi riparto per fare meglio la prossima volta. Il livello è molto alto, spesso corro gare ufficiali, quindi c’è il top a livello mondiale”. Ora come ora, le attività agonistiche sono sospese.
“Non sappiamo quando correremo di nuovo, la stagione inizia da maggio fino ottobre con le corse in montagna, poi fino a dicembre si corre su strada e io competo anche lì. A gennaio-febbraio si corrono le campestri, partecipo ma solo per onorare la maglia, non è la mia specialità. Ho provato quest’anno le mezze maratone, a Dalmine, a Bergamo e ai campionati italiani a Verona a fine febbraio. Per queste gare non considero la mia posizione in classifica ma il mio tempo, per fare sempre meglio. Le prime mezze maratone sono andate male, perché occorre sapersi gestire sulle lunghe distanze, anche a livello mentale. Io nel futuro mi manterrò su queste competizioni, avendo un solo rene eviterei gare logoranti, stando sul mezzofondo e gare in montagna, non oltre le due ore. Ora come ora, non mi sento assolutamente pronto per la maratona”.