Nuovo numero della rubrica dedicata alla salute a cura della Farmacia Visini di Almè. In questa nuova puntata il dott. Michele Visini farà chiarezza sull'importanza di due strumenti: il termometro e il saturimetro.
In questo assurdo, doloroso faticosissimo 2020, sembra che ogni volta che si affronta un argomento medico e sanitario, tutto debba ricondursi a parlare di COVID…..è inevitabile, forse persino giusto, tenerne sempre conto, anche quando non c'è una correlazione diretta. Il COVID ha condizionato e condiziona tutto, sia in ambito sanitario che in ambito sociale, economico e quotidiano.
Lo sappiamo tutti, ne siamo tutti, in varia misura, preoccupati e spaventati, e forse persino un po' stufi. Non ho mai voluto affrontare questo argomento in prima persona, anche se professionalmente e personalmente, in primavera, ho dovuto passarci attraverso e ho avuto la fortuna di uscirne piuttosto bene, e anche se da operatore sanitario che lavora quotidianamente a contatto con la gente (e quindi con il possibile contagio) tutte le nostre azioni e le nostre scelte, anche di consiglio, vertono intorno ad esso. Non mi addentrerò nella querelle relativa ai dati, alla diffusione, alla scelte politico/sanitarie, alla prevenzione, alle misure cautelative, alle prospettive, al futuro, ai vaccini, ecc…. argomento molto complesso sul quale ho una mia opinione professionale e personale. Oggi parliamo, invece, di due strumenti di cui sembra non si possa fare a meno, a giudicare dalle richieste che riceviamo a seguito dei consigli che si leggono sugli organi di stampa: il termometro e il saturimetro.
Inutile entrare nel dettaglio di cosa misurino questi strumenti…lo sappiamo tutti benissimo! Oggi mi chiedo: serve averne a disposizione in casa? La risposta è “dipende”.
Iniziamo a parlare di TERMOMETRO e quindi di FEBBRE.
Credo che un termometro sia presente da sempre nelle case di tutti quanti noi, dato che la verifica della eventuale presenza della febbre è qualcosa che ci accompagna fin dall'infanzia per tutta la durata della vita. Un rialzo della temperatura corporea, infatti, è una normale e fisiologica (e non sempre negativa) reazione da parte dell'organismo in risposta ad un agente esterno scatenante, sia esso fisico (per esempio la disidratazione e il surriscaldamento da eccessiva esposizione al sole e al calore) o microbiologico (virus o batteri).
Nel primo caso non si tratta di una risposta positiva ma di una naturale conseguenza all'eccessivo e prolungato contatto con una fonte di calore; la verifica della febbre servirà a monitorare lo stato di salute e l'efficacia del pronto intervento con adeguata reidratazione e raffrescamento per riportare la temperatura entro limiti fisiologici, evitando il protrarsi di uno stato fisico non adeguato e potenzialmente, nel lungo periodo e a valori eccessivamente alti, molto pericoloso. Nel caso invece di esposizione ad agenti patogeni, il corpo umano risponde innalzando la propria temperatura con lo scopo di creare una sorta di difesa: la febbre, è noto ma credo sia utile ricordarlo, è una risposta utile e positiva….entro certo limiti, ovviamente, e non per periodi prolungati. In questo caso il termometro è essenziale per avere conferma della sensazione di malessere che l'individuo sta vivendo, e per orientare al meglio le possibili cure, che non devono necessariamente essere volte ad eliminare forzatamente la febbre e tenere bassa la temperatura corporea: entro opportuni limiti e riducendo al minimo il disagio e il malessere, lasciamo che l'organismo possa agire e reagire.
Discorso diverso meritano i bambini, soprattutto quelli molto piccoli, nei quali possono verificarsi episodi di convulsioni febbrili, solitamente conseguenti a rialzi molto rapidi e violenti: in questi casi un monitoraggio più stretto ed attento è decisamente opportuno. Esistono come ben sappiamo diverse tipologie di termometri, dal tradizionale di vetro (non più contenente Mercurio bensì una lega metallica che ne mima il comportamento) fino ad arrivare ai noti e, quest'anno diffusissimi, Termoscanner che misurano la temperatura a distanza (senza contatto), passando per tutte le diverse tipologie tra cui poter scegliere la più consona alle proprie esigenze. Oggi l'evoluzione della tecnica consente davvero soluzioni incredibili, anche se non sempre garanzia di affidabilità: unitamente alle due tipologie di cui sopra, ci sono i termometri digitali (più o meno rapidi), utilizzabili sotto l'ascella ma anche a livello rettale, i termometri auricolari, molto diffusi a livello ambulatoriale ospedaliero, fino ad arrivare a sensori da applicare sotto l'ascella collegati in Bluetooth con una applicazione dei cellulari, così da registrare l'andamento della temperatura ed allertare in caso di raggiungimento di valori non adeguati.
Personalmente ritengo che la soluzione migliore sia quella tradizionale, con un controllo lento della temperatura rilevata per contatto, e nei bambini certamente per via rettale; sono però consapevole di quanto sia prezioso poter disporre di uno strumento che dia una risposta rapida, nel modo meno invasivo possibile, non solo per i bambini ma anche per gli adulti. Nel caso di un valore dubbio o dissonante rispetto alla sensazione percepita, resta il consiglio di far uso dello strumento più attendibile possibile e di una misurazione lenta e graduale, meno influenzata da fattori esterni o da una non perfetta modalità di rilevazione.
Discorso un pochino più complesso lo meritano i SATURIMETRI (PULSOSSIMETRI).
Questi strumenti sono diffusi ed in uso da molto tempo, eppure nella pratica quotidiana della nostra professione fino alla scorsa primavera era assai raro ne venisse richiesto uno. Nella pratica medica, l'uso dei saturimetri si accompagna da sempre alla valutazione della capacità respiratoria di un paziente: spesso è proprio il dato emerso dall'uso di tale strumento a determinare l'opportunità o meno di supportare un paziente con ossigenoterapia, e in quale misura tale supporto si rivela efficace.
Un saturimetro, in breve, misura il grado di ossigenazione del sangue, ossia la portata di ossigeno a livello capillare, laddove avvengono gli scambi ossigeno/anidride carbonica e la conversione nel sistema circolatorio da sangue arterioso (veicolo di ossigeno) a sangue venoso (trasportatore di anidride carbonica verso l'esterno): senza entrare troppo in dettagli tecnici, in base ad una elaborazione fisico-matematica, lo strumento rileva il grado di ossigeno nel sangue in base al diverso rapporto di rifrazione della luce rossa/infrarossa che attraversa il dito su cui è applicato lo strumento. Sottolineo subito che non deve essere utilizzato da donne con lo smalto, perché si avrebbe un'alterazione della risposta.
Valori normali di saturazione si attestano tra il 95% e il 100%: sono valori espressi in percentuale relativa alla teorica portata massimale. Quando una persona, per motivi diversi, presenta sintomi respiratori che possono portare ad una condizione di affanno, è indubbiamente utile poter quantificare e dare un valore misurabile alla sensazione fisica percepita: tuttavia bisogna saperlo interpretare e contestualizzare. Per esemplificare: un individuo può essere definito “eupnoico” (ossia in grado di respirare adeguatamente) sia pur con un valore non superiore al 95% mentre un altro con il medesimo valore può richiedere un supporto di ventilazione o dell'azione di un farmaco.
Perché questo? Perché il dato nudo e crudo non è sufficiente. In primo luogo perché la maggior parte di noi può dire di sé stesso “a sensazione” se si sente in alcune circostanze più o meno affannato, ma dubito fortemente sia a conoscenza del proprio “grado di saturazione” abituale. Inoltre, e qui riporto quanto appreso durante la breve degenza ospedaliera nel reparto COVID ad inizio aprile, per la valutazione del grado di affanno non è assolutamente sufficiente questo parametro. Infatti, se, a seguito di visita medica, valutazione dei sintomi, auscultazione e possibilmente indagini radiodiagnostiche, un paziente presenta segni di affaticamento respiratorio, per ottenere una valutazione finale si procederà alla triangolazione di tre elementi : il grado di saturazione a riposo, il numero di atti respiratori in un minuto e la desaturazione sotto sforzo.
Questo è il motivo per cui ritengo personalmente più rischioso che utile rifornire tutte le famiglie di un Saturimetro. Non è facile spiegare tutte queste cose, non è per nulla facile far passare il messaggio che questo strumento non può in alcun modo fornire una risposta di possibile contagio da Covid (e vi garantisco che domande di questo genere ci vengono rivolte in farmacia…..ed è assolutamente comprensibile), così come non è sufficiente per questo nemmeno il termometro e la rilevazione di uno stato febbrile. Comprendo che in un anno come questo, dinanzi allo spettro di un avversario subdolo e misterioso (al punto da indurre molte persone a dubitare della sua stessa esistenza), tutti noi vorremmo poter avere a disposizione uno strumento in grado di fugare o confermare ogni dubbio in un secondo…..ma questo non è possibile.
Avere a disposizione degli strumenti può essere prezioso se si è in grado di farne il corretto utilizzo e di trarne le giuste indicazioni…altrimenti rischia di essere un boomerang molto pericoloso. Per questo sostengo, e lo dico con forza e convinzione pur se consapevole di fare una affermazione scomoda e in controtendenza, che spingere all'acquisto generalizzato di un saturimetro non sia affatto una buona idea, e lo dico mentre con la mente ripercorro recenti episodi di telefonate, domande, dubbi espressi da pazienti allarmati per aver riscontrato un dato ritenuto anomalo! Esistono, come ben sappiamo, strumenti diagnostici per rilevare infezioni da Coronavirus, attuali (i tamponi, siano essi antigenici rapidi o molecolari) o pregresse (i test sierologici per la rilevazione della presenza di anticorpi). Ad oggi la diffusione e l'utilizzo di questi test è sotto stretta sorveglianza delle autorità competenti per evitare che possano essere eseguiti in condizioni non adeguate e/o da persone che non siano in grado di interpretare correttamente i risultati ottenuti, nei tempi e nei modi, e di suggerire come comportarsi di conseguenza.