L’Arera, il Menna e il Pizzo Tre Signori sui disegni di Leonardo

Leonardo dedicò la sua attenzione alla Valle Brembana anche delineando il profilo di alcune delle sue montagne più importanti, in particolare, il Pizzo dei Tre Signori, la Cima di Menna e il Pizzo Arera
6 Marzo 2021

Leonardo dedicò la sua attenzione alla Valle Brembana anche delineando il profilo di alcune delle sue montagne più importanti, in particolare, il Pizzo dei Tre Signori, la Cima di Menna e il Pizzo Arera. Queste tre vette sono raffigurate assieme a varie montagne della Valsassina in disegno oggi noto col titolo di Le Alpi viste da Milano, risalente al 1510/12, conservato nella Biblioteca Reale di Windsor (vedi immagine).

Nel disegno queste montagne sono rappresentate su tre piani distinti: in primo piano, al limite del foglio, vediamo, da ovest, il Monte Legnone, il Sasso Cavallo, il Sasso dei Carbonari e la Grigna settentrionale. Queste vette sono ripetute nel disegno del secondo piano, che occupa il centro del foglio, dove sono allineate, a partire da ovest, le Prealpi lecchesi, in una lunga catena che comprende, nell’ordine, il Pizzo Stella, il Cornizzolo, il Monte Croce, il Legnone, il Sasso Cavallo, il Sasso dei Carbonari, la Grigna settentrionale, la Grigna meridionale (Grignetta), il Pizzo Rotondo, il Monte Stavello, il Monte Melaccio, le due punte del Pizzo Varrone, il Monte Due Mani, il Pizzo Cengio (ora noto come Pizzo dei Tre Signori).

Nell’ultimo piano, in alto, sulla destra del foglio, vediamo la Cima di Menna e il tronco di piramide del Pizzo Arera, con le alture e gli avvallamenti circostanti. All’epoca della realizzazione del disegno Leonardo era quasi sessantenne, ma la sua vista era ancora assai acuta, tanto da consentirgli di delineare le sagome e i dettagli delle montagne con assoluta precisione, per cui le stesse risultano per noi facilmente identificabili, anche grazie al gioco dei chiaroscuri, basato sulla luce mattutina del sole che illumina le catene da est, in una giornata particolarmente serena. Fanno eccezione le montagne ridisegnate in primo piano, che ricevono la luce del sole da ovest, segno che Leonardo le raffigurò per ultime, nel tardo pomeriggio, sfruttando la possibilità offerta dalla luce radente di evidenziare nuovi particolari.

 

- La Voce delle Valli

Fermando l’attenzione sulla lunga catena tracciata al centro del disegno, si nota come alcune vette, situate nella realtà a latitudini tra loro diverse, risultino allineate sullo stesso piano, ad esempio il Monte Legnone, che sembra a ridosso delle Grigne, in realtà si trova ben 16 km più a nord.

Angelo Recalcati, che ha studiato attentamente il disegno, ha cercato di individuare il punto di osservazione scelto dall’artista per raffigurare queste montagne e, verificando proprio la posizione del Legnone rispetto alla Grigna settentrionale, ha stabilito che Leonardo doveva trovarsi a Milano, su qualche torrione del Castello Sforzesco, anche se alcuni dettagli riportati nei disegni fanno pensare che si trovasse sul tetto del costruendo Duomo, un luogo da lui certamente frequentato per il suo documentato progetto di tiburio.

Recalcati si sofferma poi sul Pizzo Arera, scrivendo: “Come mai questa montagna, non certo più evidente di altre, e certamente meno del Monte Rosa, quando questo è visibile da Milano? Forse la ragione è che, come per le pareti delle Grigne, le sue forme gli erano note, anzi, familiari. Infatti nei frequenti viaggi a Vaprio le poteva osservare di fronte a sé, trovandosi rispetto a Milano giusto nella direzione di Vaprio. Proprio come ora il Pizzo Arera, nelle giornate limpide, fa da quasi surreale sfondo a via Padova e dovrebbe essere familiare ai non disattenti frequentatori di questa via sempre congestionata. Ancora oggi la si percorre per imboccare la statale Padana superiore che conduce a Vaprio”. 

Articolo estratto da “Quaderni Brembani n.18” e scritto dal Direttivo.

Photo Credit: Biblioteca Reale di Windsor da Quaderni Brembani

 

 

 

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