Rinascere anche dopo aver vissuto la dittatura comunista in Romania si può, e ne è un esempio Alexandra Puia, zognese 37enne originaria di Onesti (Romania). Ci racconta di quel periodo con gli occhi di una bambina: “Ho avuto una bellissima infanzia, anche durante il comunismo grazie alla mia stupenda e amorevole famiglia: facevano sembrare un gioco persino le esercitazioni degli attacchi missilistici che avvenivano di notte. Si sentivano le sirene, che in tempo di guerra avrebbero preceduto gli attacchi aerei, e si doveva andare tutti a casa, come una specie di coprifuoco; poi veniva staccata la corrente elettrica in tutta la città e sulle strade pattugliava la polizia e i militari”.
Immagini agghiaccianti solo al pensiero, ma Alexandra ha sempre vissuto col sorriso la sua vita, anche quando lei e la sua famiglia hanno riscontrato difficoltà economiche. “Gli anni sono passati e dopo la rivoluzione del ’89 i tempi sono cambiati e da una vita in cui facevi fatica a mettere il cibo sul tavolo perché non si trovava, si è passati a fare fatica ad arrivare a fine mese perché la moneta aveva perso il suo valore”, ci spiega, per poi proseguire, “Noi siamo stati fortunati perché avevamo la nonna paterna che aveva un orto tanto grande da fornire una bancarella al mercato. Ci ha aiutato tantissimo in quel periodo, sia con le provviste per l’inverno che con soldi. I miei genitori si sono rimboccati le maniche e dopo il lavoro mia mamma dava una mano al nonno che aveva aperto una piccola bottega di quartiere, mentre mio papà faceva piccoli lavori edili.
Noi, io e mia sorella, non posso dire che eravamo all’oscuro dei problemi economici, ma non ci è mai mancato nulla di essenziale. Andavamo a scuola, giocavamo ogni giorno all’aperto nelle vicinanze del condominio insieme a tantissimi amici. Tutte le estati andavamo dai nonni paterni dove i genitori aiutavano con il raccolto, mentre io e mia sorella avevamo allestito una bancarella davanti al cancello dove vendevamo frutta e verdura”.
Nonostante gli anni difficili, seguiti da un problema fisico che l’ha debilitata, Alexandra ha sempre coltivato una grande curiosità che le ha permesso di apprendere dalla mamma e dalla nonna materna la passione per cucina: insieme preparavano piatti gustosi anche con prodotti di bassa qualità, e a volte mancavano pure gli ingredienti. Dal padre invece ha appreso l’amore per la natura, un amore che ha poi perseguito una volta giunta in Valle Brembana.
La decisione di raggiungere la nostra Italia è stata presa nel 2004, in seguito ad una “crisi di cuore”. “Il mio fidanzato di allora, era venuto in Italia in cerca di lavoro e il nostro rapporto risentiva dei molti chilometri che ci separavano. Nel frattempo anche mio padre si era trasferito in Italia per lavoro, di conseguenza, abbiamo deciso di raggiungere i nostri uomini”. La madre giunta in Italia ha dovuto accettare posti di lavoro ben al di sotto delle sue capacità (in Romania era assistant manager, la terza nella sua azienda), a causa degli studi non riconosciuti e della scarsa conoscenza dell’italiano. Con il tempo è riuscita a trovare lavoro al ristorante “Da Gianni” di Zogno, dal quale si è poi separata per aprire un suo ristorante ad Albino, che in seguito alla crisi del 2011 sono state costrette a chiudere. Nel 2012, hanno scelto di spostarsi definitivamente a Zogno. Un bel cambiamento dalla vita che era abituata a vivere Alexandra, avendo sempre vissuto in grandi centri urbani.
Nel 2015 però, qualcosa è cambiato, ed è proprio lei a parlarcene: “Ero scontenta della mia vita qui, tanto da decidere di spostarmi nel Regno Unito da una mia cugina alla fine dell’anno, dopo la stagione estiva. Solo che la vita aveva altri progetti per me. Ho avuto un problema di salute che mi ha impedito di lavorare quella stagione come cameriera, e proprio in una di quelle calde sere di fine estate ho conosciuto “lui”. Lui che mi ha dato il coraggio di staccarmi dal passato, di guardare avanti e di darmi un’altra chance alla felicità, all’amore. Grazie a Luca ho deciso di rimanere qui a Zogno, ho iniziato a conoscere veramente la valle e tantissime persone stupende. La sua famiglia mi ha accettato dal primo momento. Non mi hanno mai sottovalutato o fatto sentire diversa per le mie origini. Finalmente ho iniziato a sentirmi anche qui a casa”.
Alexandra però, non solo ha trovato il suo posto vicino a Luca, ma anche lavorativamente parlando: nel 2018 ha iniziato a lavorare come impiegata in SMITEC, azienda del gruppo SMI, lavoro che ha sempre desiderato perché in parte affrontato dalla madre, la quale è sempre stata per lei fonte di ammirazione. Di certo non si fa mancare degli hobby per il tempo libero, tra cui pasticceria, attraverso la quale ha avuto modo di organizzare il catering per un matrimonio, e bricolage.
Qui Alexandra è molto felice, tra le braccia del suo compagno e un ambiente sereno, un ambiente che, seppur lontano dalla sua terra, è divenuta la sua casa. Di questo però, ringrazia anche la mamma: “La ringrazio per non aver mai mollato, per aver sempre messo al primo posto le sue figlie, per esserci sempre stata quando ne avevamo bisogno, per l’amore, per le lezioni di vita, l’esempio e i valori che ci ha trasmesso”.