Gaia e Nadir, in coppia sulla pista e fuori: ”Invece del lago, la domenica 20km di allenamento”

''Gli opposti si attraggono'', recita il detto: nel caso di Gaia Colli e Nadir Cavagna, il proverbio fallisce miseramente.
18 Giugno 2021

“Gli opposti si attraggono”, recita il detto: nel caso di Gaia Colli e Nadir Cavagna, il proverbio fallisce miseramente. La coppia di giovani atleti di San Pellegrino Terme( classe 99 lei, 95 lui, entrambi portacolori dell’Atletica Valle Brembana) ha infatti in comune la passione per la corsa, nata però in modi diversi: “Ho iniziato perché i miei genitori correvano da sempre, seguendoli sui campi gara è stata una cosa naturale, poi piano piano ho proseguito la mia carriera”, racconta Nadir.  “Per me invece è nato come un passatempo del pomeriggio – spiega Gaia – quando ero bambina vivevo ad Auronzo di Cadore (Belluno) e c’era un gruppo locale di atletica che gareggiava: stiamo parlando di bambini, poi ovviamente ho continuato a livelli più alti”.

Quello che accomuna Nadir e Gaia è il percorso, fatto di tanto sacrificio e un numero sconfinato di chilometri percorsi. “Deve piacerti lo sport, nell’atletica non si ha una squadra” dice Nadir “è singolo, di conseguenza se non ti piace far fatica non vai da nessuna parte, dipende tutto da te. Quando inizi a vincere capisci di essere portato e questo ti motiva, per me i risultati sono arrivati da molto giovane”. Un discorso simile vale anche per Gaia: “I risultati ci sono stati e spero che ce ne saranno ancora, la cosa che mi ha spinto di più a proseguire con lo sport è stata la mia prima gara in nazionale da Allieva in Bulgaria: la corsa in montagna mi ha dato il brio per andare avanti”. “Non tutti devono vincere – specifica Nadir,- se corrono solo i migliori corrono in pochi, lo sport prima di tutto deve farti sentire bene, è una cosa che comincia già dagli allenamenti”.

Gli sforzi di entrambi sono stati premiati con la partecipazione ai più importanti campionati di atletica e corsa in montagna. “La gara più emozionante è stata la vittoria degli italiani assoluti a Susa l’anno scorso. Non tutte le corse sono facili, qualche volta si va in posti deserti e sei da solo con la tua per auto-tifarti – dice Gaia – L’Italia in quanto a tifoseria è la migliore: in alcuni punti difficili è come se fosse il pubblico a spingerti avanti”. Il suo compagno concorda in toto: Correre per la Nazionale è emozionante, sai che rappresenti l’Italia e quindi devi dare qualcosa in più, a volte si riesce. I tifosi ci sono sempre e sono molto uniti. Tutte le medaglie lasciano qualcosa, alcuni risultati poi non te li aspetti. Ho mente il quarto posto ai mondiali a Massa, si correva nelle cave ed è stato molto bello”.

Sono livelli alti e non è sempre facile calarsi in una realtà agonistica. “Le prime volte sei disorientato, non conosci nessuno – spiega Nadir – non sai cosa aspettarti, poi quando ti fai conosci altre persone, anche straniere, diventa più famigliare. È difficile spiegare cosa si prova mentre si corre, sono sensazioni personali. Io voglio sempre migliorare, soprattutto quando corro in pista contro il cronometro, sono i risultati che mi spingono avanti, anche quando mi chiedo chi me lo faccia fare”.

Condividere la passione per la corsa ha inevitabilmente dei riflessi sulla vita della coppia. “Passiamo 24 ore insieme, essendo la corsa il nostro lavoro è come se lavorassimo insieme dice Gaia – Ci aiutiamo a vicenda, magari uno fa una ripetuta ed è demoralizzato, ci si sprona, ci si capisce a vicenda molto meglio. Anche durante le gare, ci sono momenti in cui si deve stare da soli e non si importuna l’altro, abbiamo meccanismi che riusciamo a capire meglio. In una coppia in cui magari lo sportivo è uno solo, il tifo dell’altro può diventare un po’ eccessivo, noi riusciamo a lasciarci i nostri spazi”.

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“Sono io che la sopporto! – scherza Nadir, – ci siamo conosciuti in un raduno di corsa in montagna, come ha detto Gaia si capiscono i propri momenti molto meglio, non tutte le coppie accetterebbero che, invece di andare al lago, la domenica uno si debba allenare 20 km, si conciliano molto meglio gli impegni”. A proposito di impegni, Gaia è reduce da un’ottima prova ai campionati italiani di atletica.

“Sabato 12 giugno ho fatto terza agli italiani a Grosseto, penso che se arrivo sul podio vuol dire che è andata bene – racconta Gaia -. Siamo partite subito forte, poi in un km abbiamo rallentato e sullo strappo dopo mi sono staccata, ho un po’ questo rimpianto ma il bronzo è tanta roba. Per il futuro mi concentro sulla pista, ho gli Assoluti il 26-27 giugno, ai primi di luglio invece l’Europeo under 23 sui 10mila metri. Ci sarà un raduno a Saint Moritz e forse correrò ai campionati Italiani di corsa in montagna, sono validi per la selezione per i mondiali in Thailandia, il mio obiettivo è qualificarmi”.

“Io quest’ anno ho puntato alla pista” aggiunge Nadir “sto lavorando sui personali sui 1500 e 10000 metri, sta andando bene e a fine anno vorrei provare una maratona. È un po’ un punto di domanda, ho cominciato a prepararmi l’anno scorso ma c’è stato un piccolo infortunio. Non sono i 40 chilometri in sé il problema, ma i ritmi con cui farli, sulla mezza maratona vai a tutta, uguale la maratona: devi spingere per fare tempi importanti. Occorre essere sempre sul pezzo, dando il massimo.”

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