Com’era la Valle Brembana migliaia di anni fa? Sarebbe bello, come nella celebre saga di Ritorno al Futuro, poter salire a bordo di una macchina del tempo per osservare i nostri territori da una prospettiva completamente differente. Purtroppo – sebbene la tecnologia abbia fatto passi da gigante – si tratta ancora di pura fantascienza. Ma fortunatamente è la natura stessa a darci una grossa mano nell’interpretare la sua storia.
A Lenna esiste una frazione chiamata Scalvino: un piccolo nucleo di case pressoché sconosciuto ai più, abituati a sfrecciar loro accanto per raggiungere i paesi dell’alta Valle. Sulle sue alture, salendo dalla vicina frazione di Cornamena, è possibile fare una breve escursione alla scoperta di uno dei luoghi più suggestivi e storici, che parla di un passato lontanissimo da noi ma in qualche modo ancora tangibile.
Parliamo dell’enorme masso erratico, sistemato su uno spuntone dell’Esino a quasi 600 metri di altezza, una possente roccia di conglomerato del Verrucano. Cosa ha di così speciale? Il masso erratico è stato trasportato nel corso delle varie glaciazioni da uno dei due ghiacciai del Brembo (uno del ramo di Olmo e un altro del ramo di Branzi), che proprio qui 15.000 anni fa aveva il suo fronte.
Si trattava di immense distese di ghiaccio, così vaste da raggiungere fin quasi la cima delle montagne ed estendersi fino a Zogno. Allo scioglimento dei ghiacci, il masso fu trasportato e depositato dal ghiacciaio in fase di ritiro esattamente nel luogo in cui tutt’oggi si ritrova.
Conosciuto anche come “Corna di Scalvino” o “Corna del Màsa”, nel corso di migliaia di anni questo masso erratico (riconoscibile anche dalla caratteristica fenditura centrale) deve averne viste parecchie. Pare, infatti, che sia stato anche più volte protagonista di numerose leggende popolari legate alle streghe e alla stregoneria.
Raggiungerlo non è difficile: salendo dalla frazione di Cornamena, il sentiero è segnalato da appositi cartelli che ne indicano la via, circondata da un suggestivo paesaggio caratterizzato da morene disegnate ad arte dall’antico ghiacciaio. Una piacevole passeggiata, alla scoperta di un pezzo di storia brembana e del mondo. Nascosta, ma non per questo meno importante e rilevante.
Photo Credit: Maurizio Scalvini