Testo scritto da L. Bolzoni, M. Carrara, E. Locatelli, M. Masnada, S. Offredi, M. Vitali del corso operatore agricolo del CFP di San Giovanni Bianco
Parlando di allevamento ovino in Italia, si rende necessario distinguere il tipo di detenzione degli animali: stabulazione in ovile (utilizzata generalmente per razze da latte) e pascolo vagante (proprio dei greggi da carne).
IL PASCOLO VAGANTE
Il pascolo vagante, viene spesso confuso col pascolo transumante ma non è propriamente uguale; anzi, potremmo dire che la transumanza è una parte del pascolo vagante. In cosa consiste esattamente il pascolo vagante? È un sistema di allevamento che non prevede la stabulazione (allevamento in stalla) degli animali per tutto l’arco dell’anno (possono, talvolta, essere previsti dei piccoli ricoveri per animali feriti, pecore partorienti ed agnelli nei primi giorni di vita durante le giornate rigide invernali) bensì, un continuo vagare tra pianure, vallate ed alpeggi.
Durante l’inverno, i pastori fanno pascolare i propri armenti in zone ben definite (“batide”) delle pianure per poi, in primavera, risalire le vallate sino al raggiungimento dell’alpeggio ai primi giorni dell’estate. In un passato non troppo remoto, durante la primavera, capitava spesso di vedere greggi risalire le nostre vallate a piedi sfruttando sentieri, percorsi abbandonati e, dove non vi fosse altra via, strade; scene che attualmente sono sempre più rare a causa della chiusura degli antichi percorsi e del traffico in continuo aumento. Non dimentichiamo, poi, la frenesia del mondo attuale che non più si presta alla calma di una scena bucolica come il passaggio di un gregge, che sembra ormai rallegrare solo i più piccoli.
In alpeggio gli animali pascolano liberamente durante il giorno seppur sorvegliati dai pastori con l’ausilio dei cani da conduzione. Si potrebbe parlare di una sorveglianza relativa poiché effettuata non per la paura di fuga degli animali ma semplicemente per turnare il pascolo in modo di sfruttarlo al meglio, evitando l’eccessivo pascolamento in alcune zone ed un pascolamento praticamente nullo in altre. Si tenga presente che se l’animale sconfina nell’appezzamento previsto per il giorno dopo, defeca rendendo non più appetibile l’erba per i suoi pari.
A settembre, quando l'erba inizia a scarseggiare, le pecore vengono portate verso il fondovalle dove, in base alla quantità di erba utilizzabile, trascorreranno qualche giorno. Successivamente, inizia la transumanza verso la pianura che, in base alla disponibilità di pastura, può essere fatta a piedi (molti agricoltori non effettuano il terzo taglio lasciandolo alla mercé delle greggi e delle mandrie) o con l’ausilio di camion di ditte specializzate.
Ma quando si tosano le pecore e a cosa serve la tosatura? La tosatura serve per liberare la pecora dal vello e viene effettuata due volte l’anno: in primavera per permettere all’animale di sopportare il caldo degli ultimi giorni di pianura prima della salita all’alpeggio ed in autunno per far si che la quantità di lana in autunno sia minore, pertanto, asciughi più velocemente in caso di pioggia o neve.
I greggi sono sempre più grossi e la tosatura non è più opera del pastore ma viene affidata a squadre di tosatori specializzati.
Quanto guadagna un pastore tosando le pecore?
Nulla, anzi, sul breve periodo ci perde e non poco; si consideri, infatti, che un tosatore chiede mediamente da 1,50 a 1,90 euro a capo e la lana viene pagata 35centesimi al kg e una pecora produce, se va bene, 2,5 kg di lana. Sul lungo periodo, invece, si ha un guadagno indiretto poiché gli animali guadagnano in salute non essendo avvolti in una “trapunta” durante l’estate e tosati offrono un ambiente molto più ostile a determinati microrganismi portatori di malattie tra cui, ad esempio, scabbia e rogna.
ALLEVAMENTO IN OVILE
Questo tipo di allevamento, quasi esclusivamente per razze da latte, viene praticato soprattutto nel centro-sud Italia e nelle due isole maggiori e prevede il pascolo durante i mesi primaverili – estivi. Alla mattina, dopo la mungitura, gli animali pascolano sorvegliati da cani da guardiania che proteggono il gregge da eventuali attacchi di predatori; alla sera vengono riportati in ovile per la mungitura. Nelle due isole invece, le greggi vengono portate al pascolo dal pastore come negli alpeggi del nord.
La tendenza dei moderni allevamenti di pecore da latte consiste nel tenere le pecore per 365 giorni all'anno in ovile per evitare eventuali stress climatici ed alimentari. Parlando di razze allevate, si trovano notevoli differenze tra l’allevamento tradizionale dove troviamo sarde e comisane (quantitativi non eccelsi ma alti titoli di grasso e proteine) e l’allevamento moderno dove trovano sempre più spazio le razze estere specializzate come lacaune e frisona (altissime produzioni di latte a scapito di grasso e proteine)
Gli ovili moderni sono costituiti da uno o più edifici divisi in vari reparti dove gli animali sono suddivisi in gruppi omogenei (arieti, pecore gravide, pecore in allattamento, agnelli all'ingrasso, ecc.) alloggiati, generalmente, in box disposti su due file contrapposte e separate da una corsia centrale per il foraggiamento.
Una zona a sé stante è destinata alla sala di mungitura raggiunta dagli animali direttamente dalla sala d’attesa o mediante dei corral di movimentazione esterni ai box ma con essi comunicanti. I box hanno una zona di alimentazione dotata di mangiatoie e una zona di riposo generalmente a pavimentazione piena e lettiera permanente (strato di paglia rimpinguato periodicamente e sostituito ad intervalli che vanno dalle 4 alle 8 settimane).Nelle regioni del nord gli ovili sono completamente chiusi, mentre al sud possono essere chiusi su tre lati con accesso diretto al recinto annesso all'ovile stesso.
L’avvio della transumanza è sempre preceduto, oltre che dalla tosatura, da un più o meno sostanzioso alleggerimento del gregge.
In primavera, generalmente, si eliminano le fattrici a fine carriera e quegli agnelloni che a fine estate sarebbero troppo pesanti per le richieste del mercato. In autunno, invece, si vedono moltissimi agnelloni richiesti dalle persone di religione musulmana per festeggiare la festa del sacrificio. Le agnelle, se non in sovrannumero, vengono tenute per la rimonta, ovvero, per sostituire gli animali a fine carriera eliminati. Le razze che meglio si prestano a questo tipo di allevamento sono la gigante bergamasca e la biellese, entrambe con una spiccata attitudine alla produzione di carne.