Salvare dal degrado la santella dello Stalù di Cadelfoglia a Val Brembilla è l’impegno che s’è preso Alessandro Pellegrini, esperto del vissuto valbrembillese. L’auspicio è di riportare al lustro originario quel gioiello di devozione popolare che si trova sulla strada che porta da Capreduzzo a Cadelfoglia.
“Ogni volta che arrivo allo località Stalù in prossimità della cappelletta votiva – scrive Pellegrini su Facebook– non riesco ad andare oltre senza fissare lo sguardo per qualche secondo sull’affresco all’interno, che si sta pian piano sgretolando. Poi riprendo il cammino e provo un profondo senso di colpa: penso che sarebbe stato molto utile intervenire prima, quando il dipinto era ancora in un buono stato di conservazione”.
“Ora, purtroppo, – prosegue Pellegrini – la parte centrale si è parzialmente rovinata ed il recupero diventa ancora più difficoltoso, anche perché i resti che si sono staccati dal centro non sono più recuperabili. Non posso tuttavia rassegnarmi al fatto che non ci sia più rimedio, non voglio crederlo, significherebbe la perdita di un pezzo di storia troppo importante per Cadelfoglia, per la Val Brembilla e la Val Taleggio. Si tratta di un segno della fede dei nostri avi, che non possiamo lasciar scomparire, sarebbe una sconfitta per tutti noi”.
La santella ha 130 anni. Fu, infatti, edificata nel 1886 e affrescata dall’artista Antonio Sibella. Il tema iconografico rappresenta una Madonna con bambino e i santi San Giovanni Battista (patrono di Brembilla) e San Gottardo (patrono di Laxolo). Per salvare il segno sacro occorrerebbe l’interessamento enti o associazioni e il sostegno generoso di privati cittadini. “Voglio ringraziare in anticipo – precisa Pellegrini – tutti quelli che già hanno promesso il loro sostegno e tutti coloro che lo farà”.