Corna Imagna, la stalletta della Roncaglia è salva: al via il restauro (ma mancano ancora 30mila euro)

Dopo l'appello lanciato lo scorso anno dal Centro Studi Valle Imagna, al via i lavori di restauro dell'antica stalletta nella contrada Roncaglia, a Corna Imagna.
15 Febbraio 2018

Al via i lavori di restauro dell'antica stalletta nella contrada Roncaglia, a Corna Imagna. Dopo l'appello lanciato lo scorso anno dal Centro Studi Valle Imagna, proprietario del piccolo immobile, alcuni enti e privati hanno risposto positivamente all'appello permettendo all'associazione culturale di raccogliere 50 mila euro degli 80 mila necessari per il primo intervento che prevede conservazione di tutti i principali e caratteristici elementi architettonici dell'edificio, soprattutto per le facciate e la copertura. 

Terminata questo primo lotto, ci sarà poi una seconda fase che prevede l'introduzione di manufatti interni e d'arredo finalizzati a rendere idonei i locali alla nuova vocazione connessa all'infrastruttura di accoglienza e piccola recettività dell'Antica Locanda Roncaglia. Nel totale il progetto ha un costo di 135 mila euro. 

“La stalletta – spiega Antonio Carminati, direttore del Centro Studi Valle Imagna – è una delle tante architetture rurali a rischio di scomparsa della montagna lombarda, rimaste sprovviste della loro vocazione originaria, un tempo correlata ai servizi produttivi tradizionali (con la stalla per le mucche al piano terra e il fienile soprastante) dell'antica società contadina. Un manufatto a forte valenza identitaria, espressione della storia sociale del luogo, intimamente appartenente al contesto urbanistico della corte posta a occidente della contrada medioevale della Roncaglia”.

“Siamo grati alla Fondazione della Comunità Bergamasca, al Consorzio del Bacino Imbrifero Montano di Bergamo e agli amici (una decina di privati ndr) che hanno contribuito sinora a sostenere finanziariamente l'avviamento del progetto e la realizzazione delle prime opere urgenti e indifferibili. Non mancheremo di esprimere la nostra gratitudine nei confronti di coloro che vorranno aiutarci, con altrettanta generosità, a completare l'opera, rendendola pienamente funzionale alla nuova destinazione”, conclude Carminati.

Per completare questa prima parte di restauro servono ancora altri 30 mila euro, come ricorda Carminati: “Ci mancano 30.000 euro. Aiutateci! Ci rivolgiamo sia alle persone fisiche, che alle aziende e alle istituzioni”. I lavori saranno ultimati entro la primavera.

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