“Eravamo quattro amici al bar”, cantava Gino Paoli: nel caso del BarBelì di Palazzago, il numero si è dimezzato, ma Matteo Rotini (in foto) di Almenno San Bartolomeo e Andrea Pietrasanta, di Palazzago, titolari del nuovo locale, hanno raddoppiato l’entusiasmo. Ce ne parla proprio Rotini. “Originariamente, eravamo in quattro, purtroppo siamo rimasti in due, gli altri soci hanno trovato un lavoro più stabile e redditizio. Ora siamo io e Andrea, 31 e 36 anni: insieme abbiamo aperto il BarBelì il 21 maggio 2021”. Un progetto nato all’improvviso, come racconta Matteo.
“È stata una cosa abbastanza improvvisa – prosegue Matteo Rotini –, eravamo un pomeriggio in compagnia e Andrea ha detto che c’era un bando comunale per il bar a Palazzago. Lui voleva partecipare e mi ha chiesto di entrare a far parte dell’idea, io ho sempre fatto il barista, dunque era piuttosto logico. Ci siamo informati per i documenti vari e abbiamo chiesto di riaprire il bando comunale, che abbiamo vinto. L’Amministrazione comunale è stata molto disponibile, erano contenti che finalmente si fosse qualcuno interessato a riaprire un locale chiuso da 3 o 4 anni”.
La lunga inattività ha reso necessario qualche lavoro al locale, affinché fosse pronto per la nuova apertura. “Abbiamo fatto un sopralluogo, per vedere le condizioni della struttura e cosa potessimo fare”, spiega Rotini. “Abbiamo cambiato le luci e imbiancato velocemente. Il bancone e i tavoli c’erano già, la struttura idem, l’abbiamo rimodernata. Adesso abbiamo comprato i tavoli nuovi, i nostri non andavano bene per la pizzeria, visto che l’abbiamo aperta ci serviva qualcosa di adeguato”. Sì, perché il bar si è rivelato essere qualcosa di più.
“Il Comune ci aveva chiesto di aprire solo il bar, ma noi abbiamo visto il forno per le pizze e abbiamo chiesto altre informazioni: ci hanno detto che era usato solo per le feste. Allora abbiamo richiesto di farlo rientrare nella concessione, non c’erano pizzerie a Palazzago, se qualcuno del paese voleva una pizza doveva andare fuori dal Comune. È un servizio in più che abbiamo messo a disposizione”. Dopo tanto lavoro, il BarBelì ha aperto al pubblico in primavera e per Andrea e Matteo è iniziata una nuova avventura. “Abbiamo iniziato come bar-pizzeria, con la possibilità di mangiare da noi o d’asporto. È molto difficile essere il titolare, hai molto più cose a cui pensare: il magazzino, i camerieri, sono tanti gli aspetti per chi lavora dietro al bancone. Andrea ha un’attività sua e io sono sempre presente, ma cerco di dare un’impronta al locale e qualche indicazione. Andrea quando può mi dà una mano nel weekend, da soli è piuttosto pesante, non ce la facevo a fare tutto il giorno, ho dovuto assumere altro personale per mandare avanti il locale. Non avendo momenti morti di chiusura, lavoriamo sempre, soprattutto d’estate, però abbiamo avuto un ottimo feedback e siamo soddisfatti”.
Un riscontro positivo che ha spinto il BarBelì ad effettuare altri investimenti. “Abbiamo appena acquistato una tensostruttura, per ampliarci verso l’esterno con altri 50 posti a sedere riscaldati. Certo, in questo momento il lavoro cala un pochino, ma è normale. L’Amministrazione è stata molto disponibile, il primo anno non ci impongono di pagare l’affitto: dato che il locale era chiuso da tanto, non c’era una clientela fissa, non si poteva concordare un affitto senza poi sapere se lo avessimo potuto pagare o meno, così per ora paghiamo solo le utenze”.
Un’agevolazione dettata anche dal periodo, assolutamente non semplice per chi vuole aprire una nuova attività. Matteo, del resto, non si è tirato indietro. “Il momento storico non è facile, devo dire che i miei genitori non erano molto sicuri, ma io ero a casa da ottobre e mi conveniva fare un tentativo. Abbiamo scommesso su un miglioramento della situazione e sfruttato l’occasione. Io per fortuna ho trovato personale molto qualificato e in gamba, che ascolta e non è una cosa scontata. Dopo l’inizio a mille, piano piano ci stabilizziamo e impariamo i ritmi del bar, a organizzarci con le forniture, non ci troviamo di colpo con fatture da migliaia di euro da pagare ai fornitori”.
Ai due neo-titolari le idee non sembrano mancare. “Abbiamo un campo da bocce all’esterno del locale, quest’anno non siamo riusciti a trovare giocatori di bocce per l’estate. C’è da dire che non siamo esperti, io ci giocavo con mio nonno quando ero piccolo, ma non sono capace. Per ora il discorso è in sospeso. Abbiamo solo dato una rinfrescata al campo, adesso è agibile. Vediamo come andrà l’anno prossimo, quando lo pubblicizzeremo meglio. Abbiamo anche un parco giochi, che manuteniamo noi. È un grande valore aggiunto, lo sottolineiamo spesso per le famiglie: è recintato, non c’è pericolo che i bimbi si facciano del male. Vuol dire tanto per un genitore, lui si rilassa da noi nel bar e il bambino gioca nel parco”.