Chi conosce il proprio sindaco? O meglio, chi lo conosce davvero? Il primo cittadino di un Comune, specie se piccolo, è per forza di cose figura nota nella sua comunità. Aldilà della carica, però, c’è sempre una persona che la ricopre, ci sono ovviamente una donna o un uomo “Sotto la fascia tricolore” (come titola questa nuova rubrica) e, con loro, proveremo a raccontarli. Ad aprire le danze è Alessandro Frigeni, sindaco di Almenno San Bartolomeo.
“Ho 44 anni, sono nato all’ospedale di Bergamo e risiedo da sempre ad Almenno San Bartolomeo – si presenta Alessandro – sono molto legato al mio paese e alla mia comunità, da dove ho iniziato il mio percorso sociale e scolastico; ho frequentato infatti tutti i livelli delle scuole almennesi: dall’asilo alle scuole elementari fino alle scuole medie”.
Oltre che figura di spicco del panorama politico provinciale, Frigeni è anche marito e padre. “Sono coniugato con Rossana, mia coetanea originaria di Rota d’Imagna, di professione infermiera, io e Rossana abbiamo due figli: Federico e Giuseppe, di nove e quattro anni”. Il percorso formativo del nostro primo cittadino lo ha portato, dopo le medie, prima a Bergamo per il diploma quinquennale di geometra e poi a Milano per la Laurea Magistrale in Architettura al Politecnico e il successivo Master Europeo in Progettazione e Gestione delle Strutture Sanitarie.
Vent’anni di impegno politico e diciotto nella macchina amministrativa
Accanto a tutto questo c’è una carriera politica molto lunga, soprattutto se rapportata all’età anagrafica di Alessandro; “quest’anno “festeggio” i miei vent’anni di impegno politico e i miei diciotto anni di impegno amministrativo in Comune – evidenzia lo stesso – nel 2002, a 24 anni, mi sono infatti iscritto per la prima volta al partito “DL – La Margherita” e nel 2004, a 26 anni, sono stato eletto per la prima volta nel Consiglio Comunale di Almenno San Bartolomeo”, raccogliendo il “testimone” di mio padre Giuseppe, amministratore comunale di Almenno San Bartolomeo per quasi 35 anni dal 1970 al 2004 (prima come consigliere, poi come assessore e poi come vicesindaco)”.
Nel 2009 Frigeni ha poi contribuito a fondare la lista civica “Per una Cittadinanza Attiva Almennese” che ha vinto le elezioni amministrative del 2009; dallo stesso anno fino al 2014 ha ricoperto l’ncarico di Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica e all’Edilizia Privata del Comune di Almenno San Bartolomeo; alle elezioni amministrative del giugno 2014 è stato rieletto Consigliere Comunale e dal luglio 2014 al maggio 2019 ha ricoperto l´incarico di Vice Sindaco e Assessore al Turismo, Commercio, Sport, Comunicazione, Expo e Grande Bergamo. “Alle elezioni amministrative del maggio 2019 sono stato candidato Sindaco per la lista civica “Rinnovamento nella Continuità – Per una Cittadinanza Attiva Almennese” e sono stato eletto Sindaco del Comune di Almenno San Bartolomeo con 2.143 voti (pari al 56, 93 % dei voti)” – sottolinea Alessandro Frigeni.
Proprio dal padre Giuseppe, mancato recentemente nel luglio 2020, Alessandro ha ereditato la grande passione per la “cosa pubblica”: “Mi ricordo che da piccolo mi portava con sé nei suoi lunghi sopralluoghi per il paese a ispezionare le opere pubbliche che stava seguendo come amministratore comunale; mi ricordava sempre l’importanza del “bene comune” e citava spesso la celebre frase di Papa Paolo VI secondo il quale “la politica è la forma più alta di carità”.
“I miei genitori mi hanno trasmesso i valori ai quali cerco ogni giorno di ispirare la mia vita: l’onestà, l’umiltà, l’altruismo e l’impegno sincero e disinteressato in favore della comunità, che sono poi i principi della dottrina sociale della chiesa – sottolinea Alessandro – ma anche i principi della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza; principi per i quali si battè in prima persona mio nonno Carlo, alpino artigliere della Tridentina sui fronti di guerra greco-albanese e russo, reduce della battaglia di Nikolajewka e successivamente partigiano della resistenza al nazifascismo nella Divisione Garibaldina Coduri; sempre vivo in me è l’esempio di mio nonno”.
La lunga carriera politica di Frigeni parla di esperienze a ogni livello: “Dal 2005 al 2008 ho ricoperto l´incarico di Assessore all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo della Comunità Montana Valle Imagna, mentre dal 2014 al 2017 sono stato componente del Consiglio Direttivo Regionale di ANCI Lombardia; per quanto riguarda gli incarichi di partito sono stato Responsabile Provinciale degli Enti Locali del partito “DL – La Margherita”, Vice Segretario Provinciale e di Componente della Direzione Regionale del Partito Democratico (di cui sono stato fondatore e coordinatore di zona); tutte esperienze che hanno rappresentato per me delle tappe importantissime per il mio cammino di crescita non solo politica ma anche umana, perché mi hanno consentito non solo di conoscere le dinamiche della politica provinciale e regionale ma anche (e soprattutto) di entrare a contatto con mondi e realtà (sociali, economiche e associative) tra le più differenti, oltre che di incontrare tante persone di diversa provenienza ed estrazione; insomma un’autentica “scuola di vita”.
Architetto al Papa Giovanni XXIII: “Mi ha ispirato mio padre geometra”
“Anche la mia carriera lavorativa è stata ispirata dalla professione di mio padre, geometra prima dipendente e poi libero professionista: dal 1996 svolgo infatti l’attività professionale di architetto presso l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo (ora Azienda Socio Sanitaria Territoriale Papa Giovanni XXIII), dove, dalla fine del 2008, ricopro l’incarico di Dirigente; dal maggio 2014 all’aprile 2017 ho ricoperto l´incarico di Dirigente Responsabile dell’U.S.S. Proprietà Esterne e Nuovi Progetti; dal maggio 2017 ho ricoperto l’incarico di Dirigente Responsabile dell’U.O.S. Edile e Sviluppo Strutture, e dal marzo di quest’anno ricopro l’incarico di Direttore f.f. dell’UO.C. Tecnico Patrimoniale”– aggiunge Frigeni.
Per quanto riguarda la carriera universitaria dal 2002 al 2012 Alessandro Frigeni è stato prima assistente universitario e poi docente a contratto di Igiene Ambientale presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove ha sviluppato diversi progetti di ricerca sui temi dell’edilizia sostenibile e della bioarchitettura.
Un impegno tanto vasto non rischia di sottrarre tempo alla famiglia e agli affetti? “È sicuramente una domanda molto pertinente, perché effettivamente la generosità con la quale affronto il mio impegno politico e amministrativo rischia di sottrarre tempo a tutto il resto; fare il Sindaco rappresenta a mio avviso una vera e propria “missione”, soprattutto per chi come me cerca di mantenere da sempre un rapporto diretto, direi quasi “friendly”, con i cittadini, loro sanno che sono sempre a loro disposizione e che mi possono contattare in ogni momento; per questo è a mio avviso fondamentale trovare un proprio equilibrio tra la dimensione “pubblica” e quella “privata” del proprio impegno” – sottolinea Alessandro.
Le passioni: il viaggio, la musica, il cinema, lo sport
“Assolvere a tutti questi compiti di responsabilità determina un forte impegno psico-fisico, per cui è necessario ogni tanto “staccare la spina” e dedicarsi ai propri hobby e alle proprie passioni – spiega Alessandro -: amo mantenermi in forma andando in palestra e giocando a calcio e a basket con gli amici, ho una grande passione per la chitarra elettrica e acustica, che suono da circa trent’anni, amo il cinema d’autore italiano e internazionale, ma in assoluto la mia passione più grande sono le esperienze di viaggio nel mondo finalizzate all’interscambio culturale e alla conoscenza di nuove realtà: “piedi nel borgo e testa nel mondo”, un aforisma che mi rappresenta molto, considerato che già da piccolo ho avuto la fortuna di visitare quasi tutti i paesi europei grazie a mio padre che era un grande appassionato di viaggi culturali. Da una carriera politica quasi ventennale non è facile individuare il momento più bello in assoluto: “dovendo scegliere direi l’elezione a Sindaco di Almenno San Bartolomeo nel 2019, dopo 15 anni di impegno costante e continuo in favore della comunità”.
Dal punto di vista professionale ho avuto fin da giovane la straordinaria opportunità di “fare la gavetta” occupandomi, dal 1998 al 2013, della realizzazione del nuovo ospedale di Bergamo; un’esperienza importantissima, che mi ha consentito di conoscere e approfondire tanti aspetti del variegato mondo dell’edilizia e delle opere pubbliche. Il 2009 è stato un altro anno molto importante per me: mi sono sposato, ho costruito la casa dove abito tuttora con la mia famiglia, sono diventato dirigente di pubblica amministrazione, sono diventato vicesindaco e, alla fine dello stesso anno, anche vicesegretario provinciale del PD. Alle elezioni regionali del febbraio 2013 sono stato candidato al Consiglio Regionale nella lista del Partito Democratico, totalizzando ben 3.854 voti di preferenza, e arrivando così molto vicino all’elezione a Consigliere Regionale.
Una carriera piena di impegno e soddisfazioni, ma anche di momenti molto difficili, in particolare sul piano emotivo: “Credo la prima fase della pandemia, in particolare il mese di marzo 2020, abbia rappresentato uno dei momenti più drammatici, sia come amministratore che (soprattutto) come uomo, quando in un silenzio surreale rotto solo dal suono delle campane a lutto e delle sirene delle autoambulanze, con i miei collaboratori si cercava di informare in modo il più possibile tempestivo e capillare i nostri concittadini preoccupati e spaventati da quel che stava succedendo, cercando da un lato di far capire loro la gravità della situazione (per prevenire comportamenti superficiali) e al tempo stesso cercando di rassicurarli affinché non venisse meno in loro la speranza; pur nell’angoscia e nel timore per la salute mia e dei miei familiari, ho cercato di mantenere sempre la lucidità necessaria per operare le scelte più giuste al fine di contenere il contagio richiamando i nostri concittadini al rispetto delle norme comportamentali imposte dalle autorità governative e regionali”
Se Alessandro deve tanto all’eredità del padre, viene naturale chiedersi se anche i suoi figli perseguiranno la stessa carriera. “A me piacerebbe trasmettere ai miei figli soprattutto l’interesse sincero per la collettività e il bene comune; dopodiché è giusto che seguano la loro strada e le loro aspirazioni”.