Finito lo stato di emergenza, con la primavera noi studenti dimenticheremo per sempre la Dad degli ultimi due anni? Forse, speriamo, naturalmente resta per i casi positivi, ma allievi e professori hanno acquisito senza dubbio esperienza in materia, volenti o nolenti…Nella nostra Valle Brembana in questo periodo stanno arrivando ragazzi da paesi stranieri, soprattutto dall’Ucraina a causa della guerra, allora ho voluto approfondire da un punto di vista un po’ più “internazionale” l’argomento.
Stefano Fabbrini (in foto con Gabry) proviene dall’Argentina, si è appena trasferito in Italia ed è un mio nuovo compagno di classe. All’intervallo, mentre sorseggiava un mate (squisita bevanda argentina da assaporare in qualsiasi momento della giornata), gli ho posto qualche domanda e ho scoperto con stupore che….. tutto il mondo è paese! Oltreoceano, nella sua scuola, la DAD “si chiamava Clases virtuales e facevamo lezione dalle 9 alle 12 e mi piaceva molto”.
Maksym Ihnatov, invece, è da pochi giorni insieme alla sua mamma a San Pellegrino Terme ed ha iniziato a frequentare la classe terza della scuola secondaria di primo grado. Anche lui mi ha raccontato che nella sua città Kiev, a causa della pandemia Covid, era costretto per alcuni periodi a rimanere a casa: “Da noi si chiama semplicemente Scuola Online (школа онлайн) senza nessuna abbreviazione. La scuola online era organizzata bene, facevamo lezioni della durata di 45 minuti e ogni giorno 4 o 5 materie, dopo gli insegnanti caricavano i compiti su Classroom. Se qualche professore, per qualsiasi motivo (magari perché si ammalava di Covid) non riusciva a fare lezione, caricava direttamente i compiti su Classroom e noi dovevamo svolgerli da soli”.
Maksym non è entusiasta della Scuola Online: “In generale fare la scuola online non mi piace. È molto difficile comunicare con gli amici ed è difficile anche stare a casa. Durante il Covid è stato per me molto pesante, dopo due giorni volevo già rientrare a scuola”.
Ora però la Dad, che per noi italiani sta scomparendo (si spera) insieme al Covid, per i ragazzi che provengono dall’Ucraina può diventare un’ottima risorsa per non smettere di andare a scuola nonostante la guerra e mantenersi in contatto con compagni e insegnanti. “Al momento – mi riferisce Maksym – essendoci la guerra non tutti hanno la possibilità di fare la scuola online, alcuni insegnanti hanno dovuto lasciare il Paese, così come alcuni studenti, chi ha la possibilità la fa, ma in generale non mettono i voti. Io alternerò dei momenti di Scuola Online dalla mia nuova classe a lezioni con i compagni italiani“.
Il prof. Massimiliano Caruso e la sua fidanzata Masha Babilua (in foto qua sotto), originaria di Kiev ed in Italia per studiare da alcuni anni, mi hanno gentilmente aiutato a tradurre le informazioni raccolte e stanno lavorando nell’Istituto Comprensivo Valle Serina – San Pellegrino Terme per aiutare gli insegnanti, gli alunni ucraini e le loro famiglie ad inserirsi nella nuova realtà italiana. Mi hanno spiegato, per esempio, che per la mia coetanea Vlada, che ha trovato accoglienza a Serina, la Dad è un grosso vantaggio: “Tramite la Dad può frequentare la sua vecchia scuola a distanza dal lunedì al venerdì, mentre il sabato è a scuola in presenza a Serina”.
Masha mi ha riferito che tutti i ragazzi ucraini hanno tanta voglia di imparare anche la lingua italiana e si dimostrano volenterosi e desiderosi di studiare il doppio! Masha sta aiutando in particolare come interprete i bambini inseriti alla Scuola primaria di Serina; Platone, classe 4^, è molto bravo nel disegno e si è già affezionato a lei (foto 3): “Mi ha fatto e regalato un bellissimo ritratto e i primi giorni era stupito di quanto i compagni italiani siano stati calorosi!”
Masha è anche appassionata di ginnastica ritmica ed è una bravissima cantante, recentemente ha conseguito il diploma accademico di II livello in canto lirico presso il Conservatorio G. Donizetti di Bergamo, come si può ammirare nel video in cui canta con il cuore il suo caro Inno nazionale ucraino al Teatro Ponchielli di Verona.