“La morusa del mé òm”, a Piazza Brembana è di scena La Combricola di Gazzaniga

La Compagnia teatrale “La Combricola Gino Gervasoni” taglia nel 2022 il traguardo dei trent’anni di attività e propone sabato 2 luglio alle 21 al Teatro Nuovo di Piazza Brembana “La morusa del mé òm”.
1 Luglio 2022

Un frizzante gruppo di amici, che come il vino buono migliora invecchiando. La Compagnia teatrale “La Combricola Gino Gervasoni” taglia nel 2022 il traguardo dei trent’anni di attività e propone sabato 2 luglio alle 21 al Teatro Nuovo di Piazza Brembana “La morusa del mé òm” (ingresso 8 euro), commedia in tre atti di Abele Ruggeri, rappresentata lo scorso maggio al Teatro Sociale di Bergamo.

Sul palco saliranno Gabriele Ghilardini, Rosa Bonalda, Angelo Ravasio, Mario Gervasoni, Viviana Coter, Tarcisio Assolari, Cinzia Schena, Roberta Zappella. Nelle ultime settimane hanno ricevuto un solenne encomio sulle colonne del “Giopì”, il notiziario che dal 1894 è organo ufficiale del Ducato di Piazza Pontida.

“Una bella prova di teatro – si legge – a dispetto di chi considera “minore” il teatro amatoriale”. Da ricordare anche Tiziana Cagnoni e Pietro Conti (assistenti di scena), Giacomo Belotti Masserini (scenografia), Tarcisio Assolari (allestimento), Agostino Masserini e Luigi Garganico (collaboratori). La commedia era stata già allestita in alcune occasioni a partire dal 2011 ed è il vero e proprio “cavallo di battaglia” della compagnia.

La Combricola nacque nel 1992 a Gazzaniga, quando un gruppo di genitori si unì per una recita scolastica. Nei primi anni Gino Gervasoni fu artefice della crescita del gruppo e alla sua morte nel 2000 il testimone è stato raccolto dal figlio Mario, che è regista, attore e, soprattutto, anima del gruppo. In sei lustri di attività “la Combricola” ha messo in scena ventitre commedie, grazie ad attori e collaboratori che negli anni sono stati una cinquantina, dai dieci agli ottanta anni di età.

”Contribuiamo ad innalzare – spiega Gervasoni –  il tasso del F.I.L (Felicità Interna Lorda), facendo ridere la gente e mantenendo vivo il dialetto, offrendo momenti di sano e piacevole divertimento. Il calore e l’accoglienza con cui il pubblico ha sempre accolto le rappresentazioni sono la miglior soddisfazione possibile”.

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