Don Alberto, il parroco con l’Harley-Davidson: “Una passione ereditata dal nonno”

Il parroco di Branzi, Trabuchello (Isola di Fondra), Carona, Foppolo e Valleve coltiva l’insolita passione per i motori contemporaneamente a quella per Gesù, diffondendone la Parola (anche) sulla sua Harley-Davidson.
13 Luglio 2022

Don Alberto Bongiorno – parroco di Branzi, Trabuchello (Isola di Fondra), Carona, Foppolo e Valleveclasse 1976, concilia la passione per Gesù con quella per i motori. Ho 46 anni e sono nato a Sforzatica, Dalmine. La mia vocazione è nata per contagio, nel senso che mi ha sempre colpito la figura del mio parroco, sin da quando ero un ragazzino. Lui per me era una sorta di mito, mi entusiasmava vedere la sua capacità di stare con la gente e di coinvolgere le persone, sapeva riempire l’oratorio e celebrare messa in modo innovativo e brillante, utilizzando anche strumenti musicali“ dichiara don Alberto.

Ecco come è iniziato il percorso che ha portato Alberto a diventare parroco: “C’era un mio compagno di classe che voleva andare in seminario e io ho deciso di seguire con lui questa strada. Alla fine lui, però, non è mai entrato, mentre io ho iniziato l’avventura nel seminario di Bergamo quando avevo 14 anni. Questa vocazione mi ha portato a celebrare la mia prima messa all’età di 25 anni, il 2 giugno 2001”.

Dopo il seminario don Alberto si è impegnato nell’aiuto del prossimo, lavorando per anni al fianco delle persone bisognose: “Dopo il seminario ho vissuto come curato dell’oratorio a Pradalunga e a Cornale per 5 anni, poi a Romano di Lombardia e, infine,  per 6 anni come sacerdote dell’Unità Pastorale di Zingonia e Verdellino; ho prestato servizio alla Caritas, al Centro di Primo Ascolto e anche nelle scuole. Ho svolto opere trasversali, non avevo un ruolo istituzionale ma spaziavo in diversi ambiti, da quello sociale a quello scolastico e poi anche pastorale. Sono stati anni intensi e molto belli. Nel 2017 sono stato inviato come parroco a Branzi e Trabuchello e, dal 2019, sono diventato parroco anche di Carona, Foppolo e Valleve”.

Nel percorso vocazionale di don Alberto è stato fondamentale il sostegno della famiglia, specialmente, quello dei genitori: “I miei genitori mi hanno sempre appoggiato. Inizialmente erano titubanti rispetto alla mia capacità di studio, che è abbastanza scarsa e vacillante. A scuola non spiccavo, ma ce l’ho fatta grazie ad impegno, costanza e passione. Sono riuscito a concludere il percorso universitario di teologia. Alla fine la soddisfazione è arrivata per entrambi”.

Insolita è la passione che il don coltiva nel tempo libero, tra una messa e l’altra: “ Una mia grande passione è quella per i motori. Nessuno dei miei familiari aveva una moto, ma credo di aver ereditato l’interesse da mio nonno. Ho sempre avuto il mito delle moto americane, di cui mi piacciono molto le forme. Ho deciso, però, di fare la patente per la moto solo all’età di 30 anni, quando già ero sacerdote.

Ho messo via un po’ di risparmi e ho comprato una Harley-Davidson Softail Custom. Questa mia passione mi dà un senso di libertà. La mia moto non va veloce, tant’è che io la soprannomino ‘moto da passeggio’. È più apparenza che sostanza, ma la adoro perché mi rilassa nei pochi attimi in cui riesco ad utilizzarla. Non è una dipendenza, ma appena posso faccio volentieri un giro nel paese. La mia più grande passione resta quella per Gesù, la cosa che più mi rende felice è vedere le persone sorridere ed io, da parroco, m’impegno per far sì che questo accada ogni giorno”.

d3c5bf4f e20a 471f ad3c 706951f4b634 - La Voce delle Valli

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