Si è svolta nel pomeriggio di sabato 13 agosto sul Colle di Zambla, tra la Val Serina e la Val del Riso, la nona edizione della “Sagra del Balòch” promossa dalla Pro Loco di Oltre il Colle. Il termine “Balòch”, da cui prende il nome la sagra, ben rappresenta lo spirito della festa. La traduzione del termine dal dialetto bergamasco descrive una persona “giocherellona” (anche in lingua italiana i “balocchi” sono i giocattoli) ma richiama altresì il nome di un antico formaggio prodotto nella zona, del quale rimangono tracce solo in alcune leggende locali.
Si racconta, infatti, che anticamente gli abitanti di Zambla disponessero su una mensola 7 formaggelle di Balòch e ne utilizzassero 1 al giorno. Il settimo giorno, dedicato alla festa e alla messa che veniva celebrata a Selvino, veniva scandito dal consumo dell’ultimo Balòch. Leggenda narra che un giorno, essendo caduta e rotta una forma, gli abitanti di Zambla si siano presentati a messa il sabato, trovando la chiesa chiusa.
Leggende a parte, la Sagra del Balòch nasce oggi come un’occasione per scoprire i sapori locali e divertirsi con tanti giochi campestri immersi nella natura. Promotori dell’iniziativa sono stati 10 anni fa Federica Tiraboschi, Ivonne Airioli e Romano Ceroni. Federica Tiraboschi ricopre oggi l’incarico di vice presidente della Pro Loco di Oltre il Colle. “Con Ivonne, che è anche lei consigliera della Pro Loco, e Romano, della Fattoria Ariete di Gorno, abbiamo voluto creare un momento giocoso e, nello stesso tempo di promozione del territorio. Il vocabolo si prestava perfettamente allo scopo e abbiamo persino cercato di ritrovare l’antica ricetta del Balòch ma, purtroppo, senza successo”. Oggi la festa è diventata un momento di richiamo non solo per gli abitanti della Valle e per i turisti locali, ma anche per tutta la bergamasca.
“Non siamo riusciti a calcolare le presenze di questa edizione,” conferma Federica, “perché il luogo è molto aperto e difficile da monitorare, ma il flusso di partecipanti e di curiosi è stato altissimo per tutto il pomeriggio.” La sagra infatti è iniziata alle ore 14.30 e si è conclusa verso le 19. “C’era una gran voglia di festa” commenta Chiara Carrara, una delle oltre 30 volontarie che hanno animato le attività della sagra, “lo scorso anno, a causa del covid siamo stati costretti a rinunciare a molti dei giochi che tradizionalmente proponiamo, mentre l’anno prima siamo stati costretti addirittura a rinunciare per paura di contagi e per le regole sui distanziamenti. Questo è stato l’anno della rinascita e delle rivincite nei confronti del virus e la gente ha risposto benissimo e tutte le attività proposte”.
E le attività son state davvero tantissime e molto originali e divertenti. Si è aperta la manifestazione con il mercatino dei prodotti locali con formaggi di montagna, salumi, marmellate, spezie, miele, vini della bergamasca e molto altro ancora, ma il pezzo forte sono stati i giochi. “Quest’anno abbiamo puntato tantissimo sulle attività da fare, piuttosto che su ciò che si poteva vedere. Il pomeriggio è stato animato con tanti giochi campestri a cui potevano partecipare grandi e piccini, spesso coinvolti insieme”. Due esempi sono la caccia nella paglia e la corsa con le carriole. Il primo consiste nel recuperare, in mezzo a un mucchio di fieno , dieci chili di patate che sono state nascoste e vince chi ne recupera il peso maggiore. La corsa con le carriole è un grande classico con gli adulti che portano lungo un percorso, una carriola con dentro un bambino.
“Abbiamo attrezzato un albero della cuccagna per i bambini, organizzato la corsa con le uova nel cucchiaio, giochi di abilità come il tiro al bersaglio con carabina laser per grandi e piccini, e persino una mini fattoria didattica con conigli, galline e pony. Tutto per recuperare esperienze della tradizione e la gioia di divertirsi insieme sempre nel rispetto della sicurezza. Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza la collaborazione di oltre 30 volontari” sottolinea ancora Federica Tiraboschi, “che sono stati, come sempre, i veri artefici della manifestazione”.
In questa edizione non è stato riproposto “il mondo delle api” che tanto aveva emozionato lo scorso anno, ma è stata importante la presenza dell’artista Daniele Viglianco, piemontese,scultore del legno che ha impreziosito la festa con le sue opere. Il clou della giornata però, è stato, come in ogni edizione, l’immancabile “BINGO MUCCA”. In un campo diviso a scacchiera due mucche vengono messe a pascolare e si scommette…su quale quadro la mucca farà lascerà i propri bisogni corporali. Un modo goliardico e divertente di vivere anche questi aspetti della montagna. “Siamo già al lavoro per la prossima edizione,” conclude Federica, “stiamo cercando soluzioni per rendere ancora più partecipativa la presenza della gente e siamo sicuri che, con un anno di tempo, riusciremo a trovare ulteriori nuove iniziative e, perché no, magari anche la ricetta del Balòch”. Un evento da non perdere il prossimo anno per riscoprire la montagna bergamasca, tra autentici sapori locali e sano divertimento.