Anche San Pellegrino Terme ha le sue “Terre Alte”, terre che al sorgere del sole si illuminano di calore e di magia fra i rami dei boschi che sempre più fitti le ricoprono. Stiamo parlando di Sussia, la frazione più alta del famoso paese termale della Valle Brembana. In passato questo borgo, situato a 1000 m s.l.m. era vivacemente abitato da numerose famiglie che si dedicavano alla pastorizia e all’agricoltura.
Fino al 1920 a fianco della Chiesetta dedicata all’arcangelo Michele c’era la scuola elementare, purtroppo poi chiusa quando pian piano gli abitanti hanno lasciato case, stalle e pascoli per trasferirsi a fondovalle. Sussia, ben prima di molti piccoli paesi della nostra Valle , ha conosciuto l’abbandono e lo spopolamento, in pochi sono rimasti a vivere nell’antico borgo: oggi, ufficialmente residente lassù, è rimasto solo Giovanni Baroni, pronipote della famosa guida alpina Antonio Baroni (1833-1912).
L’antica frazione, posta sulle pendici del Castello della Regina fino ad alcuni anni fa era raggiungibile solamente a piedi percorrendo vecchie mulattiere, zaino in spalla o in compagnia di più o meno cocciuti asini e muli. Spesso il racconto della quotidianità della vita lassù viene percepito dall’interlocutore o dal viandante di passaggio come una rosea e romantica fiaba, stanchi e stressati dalla frenesia della vita odierna crediamo che vivere isolati lassù sia la poetica bellezza dell’alba che si può ammirare, oppure la purezza dell’aria che si respira, l’incanto di un grande giardino senza recinzioni e limiti, la magia dei cristalli di quarzo che brillano qua e là lungo il cammino.
Ma come sempre c’è un rovescio della medaglia, ci sono fatiche che a valle ormai abbiamo dimenticato, servizi che non vengono erogati, routine che non si possono dare per scontate, tradizioni e valori che perdono tono e vita insieme al patrimonio edilizio, civile, rurale e religioso. In questo contesto, nel 2000, Giovanni Baroni, Pietro Pesenti Tòcio e Giorgio Sonzogni, insieme ad altri amici legati a Sussia hanno dato vita all’Associazione “Amici di Sussia” con l’intento di continuare a valorizzare, preservare e salvaguardare questo luogo.
Senza finalità speculative o di lucro, l’associazione ha realizzato in collaborazione con il Comune, altri Enti ed Associazioni una strada agro-silvo-pastorale che permette a proprietari e ad enti preposti di occuparsi di case, boschi, pascoli, sorgenti e alpeggi con minor difficoltà e dispendio economico e sociale. L’associazione oggi è gestore della suddetta strada occupandosi in convezione con il Comune dei pedaggi e della manutenzione della stessa.
Molto importante per i volontari è continuare a mantener viva e praticabile la frazione sia riguardo l’ambiente e la natura sia riguardo la sua storia. “Sussia è una delle prime mete di montagna che da bambini abbiamo raggiunto con il CRE, un’escursione non troppo impegnativa alla portata anche delle famiglie. Per gli appassionati di montagne più alte e famose è la casa natale della Guida Alpina Antonio Baroni, pioniere e ben voluto compagno di viaggio su numerose vie lungo le Orobie. Sussia, nel 1744 ha dato i natali anche a Pietro Sonzogno, rinomato orologiaio allievo dei più conosciuti Gritti di Miragolo. Nella storia è stata prima luogo di battaglia fra Guelfi e Ghibellini, poi terra di partigiani durante la guerra. Intrecciate alla storia troviamo poi alcune versioni che si tramandano nel tempo della leggenda del tesoro del Castello della Regina”.
Chiara Pesenti, neo eletta Presidente degli Amici di Sussia, è entusiasta di raccontarci la bellezza e le tante particolarità che si nascondono lungo i sentieri che si snodano fra le case di
pra martì, ca’ ssot, garbiola, bregn, passando per il bosco della carbünera, i pascoli della tèsa, dei paiaröi, arrivando a Cà Fontà dove da poco è stata aperta una graziosissima casa vacanze. E poi i tanti itinerari che si possono percorrere a piedi o anche in bici verso alcune cime o altre frazioni nei dintorni.
“Nel tempo alcune ricorrenze sono state mantenute: la festa di San Michele Arcangelo è un appuntamento a cui molti affezionati partecipano ogni anno; la messa e poi il rancio organizzato dal Gruppo Alpini del paese. Da 26 anni il giorno di Santo Stefano, poi, ci si trova quassù per il Presepio Vivente, rappresentazione di quello che era il presepio di San Francesco: non ci sono attori e spettatori, ma ognuno è chiamato a vestirsi da pastore e incamminarsi lungo il sentieri che da Catremerio, Vettarola e dalla Vetta salgono fino a Sussia, per giungere, pellegrini, fino alla chiesa in cui viene celebrata la messa natalizia. Sono davvero molti gli amici che salgono volentieri fino a Sussia, ed ogni occasione è gradita per ritrovarsi, celebrare messa al passaggio di amici sacerdoti, o ritrovarsi per giornate conviviali.”
“Con il nuovo direttivo stiamo lavorando per crescere e adeguarci alle nuove normative della riforma del terzo settore in modo da poter continuare a dialogare con Enti e altre Associazioni per il bene ed il futuro del borgo e dei dintorni. Ma come diceva Henry Ford ‘ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo’, non
possiamo fare tutto da soli, siamo quindi sempre felici di accogliere nuovi amici e nuovi volontari che abbiano voglia di aiutarci, proporre le proprie idee e dedicare a Sussia un po’ del proprio tempo. Potete contattarci tramite la pagina Facebook “amici di Sussia”.
COME RAGGIUNGERE SUSSIA:
Dalla località Vetta partono sia l’agrosilvopastorale che il sentiero, nei pressi della cappella Madrera poi si incrociano. Dove una volta sorgeva la trebulina pappina sulla destra si snoda il sentiero che passa da Pra Martì, Ca’ ssott, Garbiöla, Bregn ed arriva alla chiesa. Rimanendo invece sull’agrosilbopastorale si sale verso sussia incrociando poi alla “forselina” il sentiero che scende verso Frasnito e quello che raggiunge le vecchie case della Fòppa.