Camilla Locatelli, talento almennese del ciclismo: “In sella grazie al nonno, a due anni già senza rotelle”

Per indicare il passaggio di testimone tra una generazione e l’altra, si utilizza la classica espressione “di padre in figlio”. Nel caso di Camilla Locatelli, però, sarebbe più corretto dire “di nonno in nipote”.
20 Ottobre 2022

Per indicare il passaggio di testimone tra una generazione e l’altra, si utilizza la classica espressione “di padre in figlio”. Nel caso di Camilla Locatelli, però, sarebbe più corretto dire “di nonno in nipote”. La giovane ciclista, 16 anni e già e già un percorso ricco, ha infatti ereditato la passione per i pedali dal papà di mamma.

“Abito ad Almenno San Bartolomeo e il mio nonno materno è sempre andato in bici ed era direttore sportivo di una squadra di dilettanti. Ha trasmesso questa passione alla famiglia sin da quando eravamo piccoli. Io ho iniziato da bambina e non mi sono più fermata. – racconta Camilla -. Mi è sempre piaciuto andare in bicicletta, già a due anni avevo tolto le rotelle: nelle giovanili ho visto che comunque me la cavavo e quindi sono andata avanti. Mia sorella era già Esordiente, ho seguito lei e ho continuato”. Un vero affare di famiglia, dunque, un percorso che ci porta fino ad oggi: “Adesso corro per la Vo2 Team Pink: la mia squadra è di Piacenza, d’inverno ci troviamo i weekend per ritiri e gli allenamenti di gruppo, ci vediamo spesso e d’estate andiamo a fare le gare. Diciamo che passiamo tanto tempo insieme perché stiamo via tanto, facendo magari competizioni a tappe”.

Non solo la squadra, per Camilla c’è anche l’orgoglio di aver indossato la maglia azzurra. “Ero categoria Junior primo anno, di solito facciamo gare in Italia, ma appunto mi è capitato di andare all’estero con la Nazionale. Ho passato da marzo ad agosto ad allenarmi con loro, ma all’inizio eravamo tante ragazze, poi dopo i Campionati Italiani hanno scremato per fare la preparazione”. Un lavoro che ha pagato: “Dovevo partire per gli Europei Junior, ma mi sono ammalata, mi sono ripresa e sono andata fare i mondiali a Tel Aviv. Sono caduta due volte durante la mia gara, ma alla fine ho chiuso sesta, un ottimo risultato. È stata una bellissima esperienza, abbiamo legata tutti tra di noi, ringrazio soprattutto la Nazionale per avermi chiamata”.

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La devozione per le due ruote è tanta, nonostante gli impegni. “Io sono soprattutto una velocista e vado bene in pista, ma anche sulle salite brevi me la cavo. D’inverno è difficile, bisogna riuscire a coniugare lo studio con lo sport. Diventa impegnativo soprattutto per vari trasporti, come andare a Brescia per allenarmi con la Nazionale. La scuola mi viene incontro, per fortuna: con un progetto per gli atleti, posso programmare interrogazioni e verifiche per quando riesco a studiare, senza questi aiuti sarebbe molto più complicato”.

La passione, però, supera anche questi ostacoli. “In generale mi piace sempre andare in bici, anche uscire per i fatti miei per fare una pedalata. Mi piace tanto l’ambiente, come mi posso comportare in bici, mi ha formato il carattere: mi fa essere molto organizzata, lo sport in questo aiuta tanto”. Non solo, ci sono anche momenti meravigliosi: “Ovviamente, il più bello è il mio primo campionato da Allieva, abbiamo vinto con altre tre ragazze l’inseguimento a squadre, ma credo sia più importante che abbiamo fatto il record italiano, direi quello. È una sensazione strana, era la gara più importante che potessimo vincere e farcela è sempre incredibile, è un obiettivo raggiunto”.

A proposito di obiettivi, per Camilla inizia un periodo decisivo: “Adesso voglio fare bene l’anno prossimo, così capirò se potrò andare avanti a correre e diventare professionista. Ovviamente il desiderio è di continuare, ma si guardano i risultati, se ti fai notare le squadre ti chiamano. Speriamo succeda”.

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