Per indicare il passaggio di testimone tra una generazione e l’altra, si utilizza la classica espressione “di padre in figlio”. Nel caso di Camilla Locatelli, però, sarebbe più corretto dire “di nonno in nipote”. La giovane ciclista, 16 anni e già e già un percorso ricco, ha infatti ereditato la passione per i pedali dal papà di mamma.
“Abito ad Almenno San Bartolomeo e il mio nonno materno è sempre andato in bici ed era direttore sportivo di una squadra di dilettanti. Ha trasmesso questa passione alla famiglia sin da quando eravamo piccoli. Io ho iniziato da bambina e non mi sono più fermata. – racconta Camilla -. Mi è sempre piaciuto andare in bicicletta, già a due anni avevo tolto le rotelle: nelle giovanili ho visto che comunque me la cavavo e quindi sono andata avanti. Mia sorella era già Esordiente, ho seguito lei e ho continuato”. Un vero affare di famiglia, dunque, un percorso che ci porta fino ad oggi: “Adesso corro per la Vo2 Team Pink: la mia squadra è di Piacenza, d’inverno ci troviamo i weekend per ritiri e gli allenamenti di gruppo, ci vediamo spesso e d’estate andiamo a fare le gare. Diciamo che passiamo tanto tempo insieme perché stiamo via tanto, facendo magari competizioni a tappe”.
Non solo la squadra, per Camilla c’è anche l’orgoglio di aver indossato la maglia azzurra. “Ero categoria Junior primo anno, di solito facciamo gare in Italia, ma appunto mi è capitato di andare all’estero con la Nazionale. Ho passato da marzo ad agosto ad allenarmi con loro, ma all’inizio eravamo tante ragazze, poi dopo i Campionati Italiani hanno scremato per fare la preparazione”. Un lavoro che ha pagato: “Dovevo partire per gli Europei Junior, ma mi sono ammalata, mi sono ripresa e sono andata fare i mondiali a Tel Aviv. Sono caduta due volte durante la mia gara, ma alla fine ho chiuso sesta, un ottimo risultato. È stata una bellissima esperienza, abbiamo legata tutti tra di noi, ringrazio soprattutto la Nazionale per avermi chiamata”.
La devozione per le due ruote è tanta, nonostante gli impegni. “Io sono soprattutto una velocista e vado bene in pista, ma anche sulle salite brevi me la cavo. D’inverno è difficile, bisogna riuscire a coniugare lo studio con lo sport. Diventa impegnativo soprattutto per vari trasporti, come andare a Brescia per allenarmi con la Nazionale. La scuola mi viene incontro, per fortuna: con un progetto per gli atleti, posso programmare interrogazioni e verifiche per quando riesco a studiare, senza questi aiuti sarebbe molto più complicato”.
La passione, però, supera anche questi ostacoli. “In generale mi piace sempre andare in bici, anche uscire per i fatti miei per fare una pedalata. Mi piace tanto l’ambiente, come mi posso comportare in bici, mi ha formato il carattere: mi fa essere molto organizzata, lo sport in questo aiuta tanto”. Non solo, ci sono anche momenti meravigliosi: “Ovviamente, il più bello è il mio primo campionato da Allieva, abbiamo vinto con altre tre ragazze l’inseguimento a squadre, ma credo sia più importante che abbiamo fatto il record italiano, direi quello. È una sensazione strana, era la gara più importante che potessimo vincere e farcela è sempre incredibile, è un obiettivo raggiunto”.
A proposito di obiettivi, per Camilla inizia un periodo decisivo: “Adesso voglio fare bene l’anno prossimo, così capirò se potrò andare avanti a correre e diventare professionista. Ovviamente il desiderio è di continuare, ma si guardano i risultati, se ti fai notare le squadre ti chiamano. Speriamo succeda”.