Un'atmosfera storica e un po' magica si è calata anche quest'anno su Valtorta, in alta Valle Brembana, e su tutte le sue frazioni. È la tradizione del Carnevale, di rito ambrosiano: una festa un po' alla “vecchia maniera” con maschere scolpite nel legno e altre realizzate in casa con i materiali disponibili, spesso vecchi abiti. Una calamita per chi è giunto sul posto solo per curiosare, oppure per rivivere una manifestazione così tradizionale come poche rimaste sul nostro territorio.
Un pittoresco e rumoroso corteo annunciato dal suono dei campanacci che, in partenza dalla contrada “Grasso”, ha attraversato con meticolosa precisione tutte le frazioni dal paese, passando quindi per Cantello e poi Rava Alta e Rava Bassa, scendendo quindi a Fornonuovo e risalendo a Torre per trovarsi infine nel centro del paese, il tutto musicato dagli “Aleghér” di Dossena, ormai ospiti fissi. Ad ogni contrada un ballo, una piccola festa con un banchetto offerto dai paesani, il tempo di farsi scattare qualche fotografia tutti insieme e poi via, verso la prossima frazione.
Ma la nota più caratteristica sono le maschere che, ad osservarle con cura, sembrano essere uscite come per incanto da una generazione d'altri tempi: è possibile incrociare quindi, mentre sfilano per le antiche vie, i personaggi della cultura popolare come il “Vecio” (il vecchio) e la “egia” (la vecchia), la “meda” (la zia nubile) con “ol barba” (lo zio scapolo), il corvo e innumerevoli altre. Alla tradizione si mischiano delle aggiunte di ispirazione antica ma dal taglio ironico e “contemporaneo”, come la vecchia con un cestino riempito di pacchi Amazon e una gerla, su cui capeggia un cartello: “Compra il fieno su Amazon, te lo porto io!”. Al richiamo della festa, ecco emergere dal bosco elfi e i “furchetì”, degli strani personaggi demoniaci con corna e forca.
Ad aspettare le misteriose maschere, nel centro paese, curiosi e abitanti della valle, giunti a Valtorta per assistere ad uno degli appuntamenti immancabili di incontro fra passato e presente, che si riflette nelle fotografie antiche messe in mostra sulla via principale. La giornata si è poi conclusa con la festa in palestra, per divertirsi fino all'ultimo prima di rivedere le maschere assopirsi per un altro anno e i furchetì ritornare nel bosco in attesa di udire nuovamente il richiamo della festa. La tradizione si rinnoverà il prossimo anno: nel frattempo si può rivivere quella giornata, in cui il tempo sembra essere tornato indietro di centinaia di anni, sfogliando le fotografie come memoria indelebile di una festa tanto grandiosa che non manca mai di riunire a sé l'alta Valle Brembana.