A Val Brembilla solo due medici di base. Il sindaco contro ATS: “È inaccettabile”

Prosegue l'emorragia di medici di base in Lombardia, e le nostre valli - purtroppo - non fanno eccezione.
20 Dicembre 2022

Prosegue l’emorragia di medici di base in Lombardia, e le nostre valli – purtroppo – non fanno eccezione. Dal 20 di gennaio uno dei tre medici di medicina generale di Val Brembilla, la dottoressa Antonella Massimetti, provvisoria, terminerà il suo servizio.

A lanciare l’allarme è lo stesso primo cittadino Damiano Zambelli: “Una parte dei cittadini di Val Brembilla resterà senza medico e dovrà sceglierlo in un altro paese, con tutte le problematiche che ne conseguono”.

Dal 20 gennaio dunque a Val Brembilla resteranno solo due medici di base: il dottor Giovanni Bergonzi, anche lui provvisorio come la Massimetti, e la dottoressa Sara Peano, di ruolo. Ma per riuscire a garantire il servizio ai 4.300 abitanti di Val Brembilla ne serve almeno un altro.

“Come Comune – prosegue Zambelli – negli ultimi anni abbiamo fatto molti sforzi per aiutare i nostri medici: li abbiamo aiutati a trovare un luogo dove poter avere i tra ambulatori insieme e quindi risparmiare, forniamo loro servizi extra e abbiamo sviluppato progetti territoriali comuni. Alla luce di questi sforzi avremmo voluto vedere nell’ultimo bando di ATS Bergamo per l’assegnazione degli inserimenti stabili dei medici per gli ambiti territoriali carenti di Assistenza Primaria, che su tre posti disponibili nell’ambito di cui il nostro paese fa parte, uno fosse obbligatoriamente previsto come ambulatorio a Val Brembilla. Invece non è presente e lo riteniamo inaccettabile”.

Il rischio è che i pazienti senza medico dovranno affidarsi ad un medico fuori paese e per molti (senza auto o anziani) diventa un problema importante. “Si dimostra ancora una volta, anche da parte delle istituzioni, che la tutela della montagna è solo un buon proposito sulla carta” conclude Zambelli.

La risposta di ATS: “I professionisti che partecipano ad un bando per l’assegnazione di ambiti carenti hanno, all’interno di un determinato ambito, piena libertà rispetto alla scelta del Comune ove aprire lo studio. In caso di comunicazione di cessazione di attività da parte di un medico, ATS si attiva immediatamente per cercare un sostituto, ben consapevole della sua responsabilità di corrispondere alle necessità di cura dei suoi assistiti”.

Fonte: L'Eco di Bergamo

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