Esattamente 40 giorni dopo Natale, si è ripresentata puntuale. Non sono bastati 2 anni di assenza forzata per far scordare la “Candelora”, l’appuntamento fisso del 2 febbraio ad Almenno San Salvatore per la “Festa di presentazione di Gesù al Tempio”, e la distribuzione delle candele benedette durante la liturgia, sia per significare la ‘luce’ che ognuno deve portare nella propria vita, sia per la benedizione delle gole dei fedeli il giorno successivo, dedicato a S.Biagio.
Non si sono fatti attendere fedeli e visitatori che, a frotte già di buon’ora, hanno gremito il Santuario della Madonna del Castello per la prima S.Messa celebrata alle 7.00, facendo registrare il primo pienone alla Messa solenne delle 10,30 celebrata da Mons.Assolari, vescovo emerito di Serrinha in Brasile. E’ stato un continuo andirivieni, un peregrinare per tutta la giornata intrisa da palpabile devozione per la Madonna durante tutte le funzioni religiose succedutesi, passando per i Vespri delle 15 sino all’ultima S.Messa delle 18.
Dalla Val S.Martino, dalla Valle Imagna, dalla Valle Brembana e Seriana, dall’Isola, dalla Bassa a migliaia sono accorsi al Santuario sotto il richiamo della tradizione e della fede, con code formatesi nei momenti di punta, per accedere alla sottostante cripta a baciare le reliquie. Grande assente per la prima volta, don Angelo Bernini da Vertova, Cappellano, custode, “regista” della Candelora ed emblema del “suo” Santuario per oltre 60 anni, Sacerdote senza tempo, tornato al Padre il 27 marzo 2020. Ma la “Candelora” di Almenno San Salvatore, è anche Sagra le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Dal punto di vista pagano infatti, la Candelora riguarda la purificazione ed i riti propiziatori per la fertilità della terra. E’ festeggiata il 2 febbraio, proprio perché, in base al calendario astronomico, questo è il giorno che fa finire l’inverno e che inaugura la primavera. È quindi lo spartiacque, tra l’inverno/buio/morte e la primavera/luce/risveglio. Di qui i contadini che abitavano nei casolari sparsi e lontani, all’approssimarsi della primavera approfittavano per acquistare e scambiare attrezzi e sementi che sarebbero serviti di lì a poco nei campi, esponendo le merci in piazza sui banchi lasciati a prestito dal prete del Santuario.
Dopo tanti e tanti decenni, i “banchi del prete” hanno via via lasciato il posto ai sofisticati furgoni e automarket degli operatori commerciali che sono divenuti parte integrante della Sagra unitamente al “Luna Park” installato poco distante. Altra novità della “Candelora”, meno triste e nostalgica della mancanza di “Don Angelo … dei giovannini”, (così chiamava i ragazzini che si avvicendavano a fare il chierichetto o a leggere i Salmi) la ridistribuzione della collocazione dei banchi degli ambulanti all’interno della piazza e delle aree antistanti. “Dopo l’ultima edizione del 2019 – riferisce il sindaco Michele Sarchielli – avevamo progettato una nuova dislocazione dei banchi-vendita per motivi di safety security rispondendo alle indicazioni del Ministero dell’Interno tramite la Prefettura. Questa è la prima volta che abbiamo applicato l’innovazione e tutto sommato devo dire che si è rivelata appropriata, sia sotto il profilo della sicurezza dei visitatori con idonee vie di fuga e soccorso, sia per l’accettazione degli operatori commerciali. Da notare – conclude il Sindaco di Almenno San Salvatore – che per facilitare l’afflusso dei visitatori alle “location” degli ambulanti ed a Piazza Madonna del Castello, abbiamo istituito bus-navetta da e per i parcheggi esterni alla Sagra”.
A far da collante tra la zona del Santuario e la distante Via Ponte della Regina dove in via sperimentale vi è la nuova collocazione dei banchi-vendita, la zona dedicata ai produttori agricoli della Valle. Incontriamo lo storico banco di formaggi del “Berlènga” da Strozza: “È cambiata la gente, credo sia cambiata per effetto della pandemìa. E’ cambiata nel modo di porsi, di vestirsi, di camminare, di far gli acquisti. Ora va molto meno in fretta, più aperta al dialogo, è più riflessiva, attenta e parsimoniosa nello spendere.
Più in là, altro ultradecennale frequentatore della Sagra, “ol fiurista dè ‘Lmen”, Raffaello: “Il Comune ha riassegnato i posteggi in ordine di anzianità di frequenza. Tutto sommato per me è stata una miglioria perché ero secondo in graduatoria ma, soprattutto è stata ottimizzata la viabilità pedonale e vi è più sicurezza sia per noi operatori che per il pubblico”.
Tra i visitatori, anche Silvano Capelli, “referente” della Contrada Madonna: “Alla “Candelora” ci si viene volentieri perché si incontra gente che non vedi da tempo, è come un appuntamento a cui nessuno vuol mancare; “come va”, “come stai”, una pacca sulla spalla, una battuta, una strizzata d’occhio, una stretta di mano, un caffè in amicizia per un momento di rara umanità. Già questa mattina si è visto parecchia gente e con oggi pomeriggio, secondo me ce ne saranno stati un quattro o cinquemila. Meno male che il Comune ha vietato di mettere i furgoni dietro i banchi in alcune vie ed ora si cammina meglio e più agiati; ricordo nel 2019, era domenica, il pomeriggio non si riusciva più a camminare dalla gente che c’era”.
E poi c’è “il Purtiner”, quel bar posto all’inizio di Piazza della Madonna, quasi ne fosse il guardiano, che da oltre cinquant’anni è testimone dell’avvicendarsi della “Candelora”, un mix tra festa religiosa e laica, che richiama sempre gente desiderosa di tradizioni, di ritrovarsi, di incontrarsi, di raccontarsi, sia che faccia bello come quest’anno, sia che nevichi, piova o tiri vento.
Proprio come il celebre adagio “alla Candelora dell’inverno semo fora, ma se piove e tira vento, dell’inverno semo dentro”.