Testo scritto da Greta Colleoni, Ilaria Guido, Elisa Rebucini dell’Istituto Turoldo di Zogno nell’ambito del progetto La Voce “Giovane” delle Valli.
Ma perché proprio l’8 marzo?
“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto”, disse Oscar Wilde. Nel 1910, durante la Conferenza Internazionale delle donne socialiste tenutasi a Copenaghen, venne istituita una giornata mondiale per rivendicare i diritti femminili. Questa data venne scelta per celebrare sia quelle donne che nel lontano 8 marzo 1917 manifestarono per la fine della guerra, sia le innumerevoli vittime morte nell’incendio del 1908 nella celebre fabbrica “Cotton” di New York. In Italia questa commemorazione venne celebrata per anni il 12 marzo, fino a quando, nel 1944, il gruppo dell’UDI (Unione Donne Italiane) decise di spostare la data qualche giorno prima.
Donne al potere in Italia
La settimana scorsa le Primarie del PD hanno decretato la vittoria di Elly Schlein. Per la prima volta una donna è alla guida del partito nato nel 2007, proprio quando, per la prima volta, una donna, Giorgia Meloni, è il Presidente del Consiglio della nostra repubblica. Ci sembrano notizie da festeggiare indipendentemente dalle proprie opinioni politiche, a distanza di pochi giorni dalla Festa della Donna.
L’attivismo in ambito femminista fa strada anche ai giorni nostri
Emma Watson, la giovane attrice che ha recitato in “Harry Potter”, “La bella e la bestia” e “Piccole donne”, e ambasciatrice della UN women, offre una concreta testimonianza di femminismo. Il 21 settembre 2014 la Watson tenne a New York, di fronte all’assemblea dell’ONU, un discorso che diventò virale in tutte le parti del mondo e che rese la giovane donna un punto di riferimento per tutti noi.
Nella conferenza, Emma Watson parlò delle discriminazioni che aveva subito e a cui aveva assistito nel corso della sua vita, e rifletteva sull’odio degli uomini nei confronti della lotta per i diritti delle donne. Riferendosi alla conferenza tenuta in precedenza da Hillary Clinton, Emma Watson si rivolgeva proprio al genere maschile pronunciando queste parole: “Quello che mi ha colpita di più è stato che solo il 30% del suo pubblico era maschile. Come possiamo influenzare il cambiamento nel mondo, se solo la metà di esso è invitata [quando se ne parla] o si sente accolta a partecipare alla conversazione?”.
Aggiunge che la parità di genere non riguarda solo le femmine, ma che anche l’altro genere è vittima di stereotipi, per esempio: se un uomo è sensibile, si dice che perde la sua virilità; il ruolo di genitore di un padre è considerato meno importante di quello di una madre… A tal proposito, la Watson lancia la sua campagna di solidarietà HeforShe con lo scopo di raggiungere l’uguaglianza e di coinvolgere il maggior numero possibile di ragazzi e di uomini. L’idea alla base è che le discriminazioni economiche, sociali e politiche riguardino tutti, in qualche modo. Nonostante le numerose critiche, più di 2 milioni di persone si sono unite alla campagna, di cui gran parte sono uomini.
La mimosa, il simbolo iconico della festa della donna.
I particolari fiori gialli che molte donne ricevono da anni l’ottavo giorno di marzo hanno lo scopo di ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche raggiunte dal sesso femminile nella storia. Le ragioni per cui questo fiore viene associato a questa ricorrenza sono molteplici. Infatti, oltre a sbocciare in corrispondenza del mese di marzo, la mimosa, per gli Indiani d’America simbolo di forza e femminilità, venne scelto come fiore commemorativo per ricordare le numerose vittime, soprattutto donne, che persero la vita nel tragico incendio avvenuto nel 1908 in una fabbrica di cotone a New York. La leggenda narra che proprio accanto alla fabbrica sorgesse un albero di mimose.
In Italia invece questo fiore divenne simbolo delle donne nel 1946, quando l’UDI (Unione Donne Italiane) lo scelse sia per la sua facile reperibilità sia per il significato di cui questo fiore era portatore.
La tradizione del dono della mimosa l’8 marzo persiste anche ai giorni nostri ed è importante che venga conservata anche in futuro. Questo per ricordare la lotta che interessò molte donne nel passato e ciò che queste sono riuscite a raggiungere. Inoltre, il dono della mimosa deve infondere fiducia e forza alle donne future, perché non si arrendano e continuino a lottare per il raggiungimento di pari diritti e per un mondo in cui donne e uomini abbiano uguali possibilità e uguale voce in capitolo.
Sì, è corretto avere un giorno in cui, tra mimose e manifestazioni, si ha la legittima possibilità di ricordare la voce in capitolo delle donne nel mondo. Voce che viene in passato è stata troppe volte attutita anche nella società contemporanea, dall’ambiente politico a quello finanziario. Non sottovalutate, quindi, la forza femminile, perché può risultare più tenace di quello che vi sembra!