“Nonostante la rubrica si chiami ‘A schiena bassa’ io vado a ‘schiena alta’ perché sono molto orgoglioso del mio lavoro, che è una scelta di vita consapevole”. Così esordisce Francesco Carminati, 34 anni, originario di Corna Imagna, che porta avanti l’azienda agricola Recudino a Sant’Omobono Terme.
“Ho iniziato questa attività nel 2016, dopo essermi diplomato e sperimentato alcuni lavori. Poi però, seguendo la strada del nonno, ho iniziato ad abbracciare la vita agricola, dopo aver seguito un anno di università alla facoltà di Agraria di Edolo. Ora – prosegue – ho 80 pecore di razza massese e una decina di vacche in lattazione di razza grigio alpina, due razze antiche a rischio di estinzione.
Con il latte produco in azienda formaggio di latte vaccino e pecorini, che poi vendo nel piccolo spaccio, adiacente alla stalla in località Recudino (raggiungibile in auto da Berbenno ndr). Inoltre partecipo a una dozzina di mercati Slow Food allestiti in diverse località della Bergamasca e, in aggiunta, ogni mercoledì effettuiamo consegne a domicilio in città e provincia. Per informazioni e contatti faccio riferimento alla pagina Facebook dell’Azienda Recudino (QUA)”.
“Non ho dipendenti ma sono aiutato, quando il lavoro lo permette, dalla famiglia e da diversi amici. E’ un lavoro indubbiamente duro, ma che sa dare anche molte soddisfazioni. Ovviamente i problemi non mancano. Ad esempio, il costo del fieno ultimamente è aumentato e di parecchio (da 11 a 33 euro ndr), come pure il costo delle farine e dei vari servizi tecnologici, mentre il costo del latte e dei formaggi è rimasto pressoché invariato, nonostante alcuni piccoli aumenti”.
Alla domanda su come si immagina fra 10 anni? Francesco risponde senza esitare: “Mi immagino ancora qui, a fare questo lavoro, perché ci credo innanzitutto, sperando di riuscire a stare al passo con i tempi e di migliorare continuamente, sia la qualità del lavoro che dell’offerta casearia”.
“E’ una vita dura, la mia, però è anche una scelta di vita consapevole. In azienda il lavoro non manca mai, in ogni stagione: ormai ci avviciniamo al periodo dell’alpeggio e ho gli animali da portare al pascolo, perché anche questa è una scelta che sta alla base della ricerca della qualità dei miei formaggi e della loro diversificazione, in relazione pure al benessere degli animali e secondo un’antica tradizione che si rinnova da secoli”.
Se volete provare il formaggio di Francesco, potete contattarlo al numero 388.7808629 o scrivere all’email calcinone@gmail.com
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Complimenti Francesco per questo tuo nuovo lavoro che abbiamo fatto ance noi.
Mi presento da bergamasca attempata Andreina, nata ad Almè nel lontano 1945,subito dopo la fine della guerra, però nel 48 i miei, mamma berbennese e papa ubialese decisero di cambiare aria, e andare in Francia, dove papà fu boscaiolo fino alla fine del 70, quando tornò nella casa che avevano comprato a Ponteranica. Io invece sposata nel 68 in Francia con un perugino, nella fine 69, volle tornane nella sua Umbria a Gualdo Tadino, non lontano da Gubbio, Assisi. Perugia.
Siamo stati agricoltori e conosco bene questo settore dove anche noi avevamo aggiunto una macelleria propria, ma che con l’avvenimento dei superercati, ci siamo arresi.
M’incuriosiva sapere se tra tutti gli aumenti che riguardano i cereali e il fieno per nutrire il bestiame, come il gasolio per lavorare con il trattore, era ancora basso.
Noi, abbiamo chiuso che ci davano 37/38 cts il litro nel 2018. Avevamo le pezzate rosse, buone per il latte come per la carne, meno soggette a mastiti, e nei parti , non era strano entrare in stalla al mattino e trovare i vitelli nati da soli. Abbiamoavuto anche spesso, parti gemellari.
Tutto questo per augurarti un buon proseguimento di strada..
Quando il prodotto è buono, la gente lo apprezza, altri no perchè è giusto che sia venduto al prezzo non stracciato.
Una nonna che saluta te e le sue valli natie..