“Lupi e orsi, intervenire ora o danni per allevatori e turismo”: l’allarme del professor Corti

Michele Corti, zootecnologo e docente di Zootecnia di montagna presso l’Università degli Studi di Milano, specialista di sistemi zootecnici alpini, lancia l’allarme sulla questione della convivenza con orsi e lupi, nelle ultime settimane al centro di un dibattito nazionale.
19 Aprile 2023

“Al lupo, al lupo!” ma questa volta per davvero. Michele Corti, zootecnologo e docente di Zootecnia di montagna presso l’Università degli Studi di Milano, specialista di sistemi zootecnici alpini, lancia l’allarme sulla questione della convivenza con orsi e lupi, nelle ultime settimane al centro di un dibattito nazionale.

Questione che riguarda da vicinissimo anche le valli Brembana ed Imagna, dato che gli animali sono ormai stanziati nella zona delle Orobie. “La Provincia di Bergamo, ieri, ha ufficialmente ammesso la presenza di lupi in Valle Seriana: è grottesco esserci arrivati ora” sostiene Corti “dopo segnalazioni senza dubbio autentiche, fototrappole… già la scorsa estate c’erano state predazioni, era il segreto di Pulcinella. Anche perché è conclamata la presenza tra Valtellina e Camonica, il passaggio verso la Valle di Scalve è ovvia e si riconosce una presenza stabile”. I lupi sulle Orobie ci sono.

“Gli animai in dispersione possono facilmente arrivare da noi, coprono fino a 50km al giorno; è strano che ne arrivino così pochi. In Valle Brembana ci sono già stati, a Foppolo pochi anni fa” racconta Corti, che non esita a lanciare l’allarme. “È solo una questione di tempo, se non ci sono incidenti stradali o di altro tipo, arrivano, si forma una coppia, poi il branco e i problemi si moltiplicano”. Problemi che non restano isolati alla predazione di qualche animale in alta montagna. “Si tratta di un problema per i grandi allevatori, per chi fa transumanza, che subisce danni, così come per gli allevatori stanziali. Il lupo non teme più l’uomo, dunque entra quantomeno nelle stalle, nei cortili, ci sono stati tanti casi, la predazione diventa a domicilio e ne subiranno danni anche aziende stanziali”.

Ovviamente, l’altro grande settore minacciato da orsi e lupi sulle Orobie è il turismo. “Verrà danneggiato in modo pesante, perché chi si avventura nei boschi e pascoli, verso i rifugi?”. Problema molto attuale, come dimostrano i più recenti casi di cronaca, eppure secondo Corti nemmeno una tragedia può servire a smuovere gli animi. “Basta guardare il Trentino. Finché non c’è il morto, ci si scherza, a partire dagli albergatori che per anni hanno venduto l’orso come brand territoriale, facendo una politica irresponsabile, così come gli operatori turistici. La Provincia di Trento teneva nascoste le aggressioni minori, tutte quelle situazioni in cui la gente, pur non riportando lesioni, ha incontrato gli orsi, come ciclisti che se la sono vista brutta, escursionisti eccetera”.

Una gestione pessima, fermamente condannata dal professor Corti.Si fa passare in silenzio per non danneggiare il turismo, ma la gente ha paura. Chi tifa l’orso lo vede in tv, ha in mente Yogi e non va in montagna: chi ci va ha idee più concrete e si rende conto che il pericolo c’è, con 200 orsi in Trentino concentrati in poco spazio la possibilità di incontrarli c’è. Ovviamente il partito del lupo si oppone, ma bisogna fare pressione sulla Regione Lombardia, per avere regole chiare. La provincia di Trento ha scherzato col fuoco”. L’invito è a non fare lo stesso in Valle Brembana e Imagna: “Gli operatori orobici non dovrebbero assecondare la propaganda regionale, per cui non ci sono pericoli per l’orso e per il lupo, per un morto queste bugie hanno le gambe corte. Alla lunga arriveranno anche qua”.

Il problema non può essere negato, nonostante la Lombardia sia per ora “un’isola felice”, le cose sono destinate a cambiare in fretta. Con esse, però, devono anche cambiare regole e mentalità. “Per conviverci bisogna capire che non sono specie in via d’estinzione spiega Corti “la protezione assoluta di cui godono è un pericolo per tutti, se si tolgono queste normative anacronistiche, mantenute per motivi ideologici, la loro pericolosità diminuisce automaticamente”.

Questa iperprotezione, sostiene il professore, non può essere la soluzione. “Le specie selvatiche si comportano in funzione dell’uomo: se questo non consente alla popolazione di entrare nelle stalle, abbattendo gli esemplari, si genera timore per l’uomo e gli animali iniziano  a stare al largo. Certo, ci sono aggressioni nei pascoli, ma in modo cauto, alla sera, portando danni molto più sopportabili”. Non si tratta di una guerra totale, ma di creare una situazione equilibrata, per prendere atto che gli animali aumentano, è ingenuo pensare che il problema non arrivasse anche da noi, prima in Valtellina e poi qua. Bergamo è rimasta al di fuori di questo girone infernale, ma ci sta precipitando: gli esempi negativi ci sono, non si cada negli stessi errori: occorre modificare le normative vigenti. Per l’orso esiste un protocollo, firmato dalla Lombardia, in caso l’animale assuma comportamenti pericolosi: occorre lo stesso per il lupo”.

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Commenti:
  1. Ho conosciuto il Prof. Michele Corti 40 anni fa, quando iniziò la sua carriera alla Facoltà di Scienze Agrarie. All’epoca la Montagna e le sue Valli erano dimenticate da tutti. Lui iniziò a scoprire l’importanza della economia silvopastorale in tutti i suoi aspetti, basta vedere cosa ha fatto con il Festival del pastoralismo. Quello che ha scritto in questo articolo va al di là dei sentimentalismi, perché si basa su considerazioni con fondamento scientifico.

  2. Questa situazione mi fa paura, anche per l’ insensato,secondo me, attivismo degli animalisti ,come si può vedere e toccare con mano sui social e sulla stampa. Vedo un futuro nero per le nostre colline e montagne. Oltre ai cinghiali ,ci ritroveremo anche lupi ed orsi. Rimpiango l’ epoca della mia infanzia e giovinezza, quando nei boschi e in montagna l’ unico pericolo era il morso di una vipera. Che brutto ambiente lasciamo ai nostri nipoti! La montagna si spopolera’ ancora di piu

  3. Finalmente un uomo competente e che dice le cose come stanno 150 anni fa. a Valcanale la popolazione era riuscita ad abbattere L ultimo orso e perciò fatto festa una settimana intera grazie a com’ erano saggi i nostri nonni!!!

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