La rotonda di San Tomè ha delle gemelle? Sì, e una si trova in Francia

La rotonda di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo è uno degli edifici romanici più conosciuti e può vantare diversi 'gemelli' sparsi per l'Italia e perfino in Europa.
23 Maggio 2019

La rotonda di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo è uno degli edifici romanici più conosciuti non solo in Valle Imagna, ma perfino di tutta la bergamasca. Il motivo è semplice: si tratta infatti dell’unica chiesa della provincia a presentare una pianta circolare, una particolarissima struttura architettonica che per molto tempo ha interrogato i massimi esperti del settore. Sebbene sia piuttosto raro osservare edifici circolari in Italia, la nostra bella San Tomè può vantare diversi ‘gemelli’ sparsi per l’Italia e persino in Europa.

Ma partiamo dal principio: come può esistere una chiesa circolare? La verità è che la pianta, in realtà, appare ottagonale con una copertura tonda. San Tomè offre a osservatori e studiosi una storia architettonica complessa e dai numerosi rimaneggiamenti, ma per semplificare si potrebbe dire che l’edificio è strutturato in tre cilindri perfettamente sovrapposti, che vanno a restringersi man mano si raggiunge la base.

All’interno di quello inferiore si può ammirare un colonnato di otto elementi monolitici dai capitelli classici, con un corridoio coperto da volte a crociera; da lì, due scale portano al ‘matroneo’ che presenta altre otto colonne e semicolonne, dai capitelli scolpiti in figure di ogni tipo sia umanoidi che zoomorfe, che insieme creano un grande corridoio centrale, adornato di affreschi sacri. A coronare il tutto, infine, c’è la maestosa cupola con archi ribassati, necessari a sostenere il tetto.

LE SORELLE ITALIANE

Un’architettura di stampo romanico, dunque, che ricalca il periodo in cui si collocherebbe l’origine di San Tomè, ossia fra la metà del XI secolo e la prima del XII secolo d.C. La chiesa valdimagnina, però, non è l’unica a presentare queste inconsuete caratteristiche: in Italia può contare su diverse ‘sorelle’ piuttosto simili, sia in architettura che in periodo storico, di cui quattro particolarmente analoghe. Parliamo del Duomo Vecchio, a Brescia, della Rotonda di San Lorenzo a Mantova, del Battistero della Basilica di San Vittore di Arsago Seprio, Varese, e di San Pietro in Consavia, ad Asti – Piemonte. Queste chiese, oltre a presentare la pianta ottagonale, racchiudono al loro interno corridoi affrescati e colonnati, tutti disposti su più piani sovrastati da una cupola, esattamente lo stesso schema con cui è costruita anche la nostra San Tomè. (Per chi volesse approfondire, ecco un interessante link). Ma la vera gemella del complesso di Almenno San Bartolomeo non si trova in Italia, bensì in Francia, a Digione.

 

LA GEMELLA FRANCESE

È qui infatti che sorge la Basilica di San Benigno, edificata nell’anno 1001 su progetto dell’abate benedettino Guglielmo da Volpiano. Perché “gemella”? Innanzitutto, va detto che dell’edificio rimane solamente la cripta, unica traccia dopo la distruzione della chiesa durante la rivoluzione francese. Sebbene sia molto più vasta di quella valdimagnina, con tre ordini di colonne disposti su tre cerchi concentrici di 8, 16 e 24 elementi, somiglia in modo quasi esemplare alla galleria inferiore di San Tomè.

L’ipotesi avanzata dal Prof. Adriano Gaspani è che l’architetto che si occupò della ricostruzione della nostra rotonda possa essersi ispirato proprio a quella cripta francese, riproducendola in maniera similare in Valle Imagna, che finalmente – dopo il turno della Valle Brembana con il Grand Hotel – può anch’essa vantare un pezzo di storia di Francia nelle proprie terre.

 

Ultime Notizie

X
X
linkcross