Maurizio Vanotti, un pesce fuor d’acqua nella dinastia Vanotti, professionisti del Ciclismo. Per la verità anche lui, Maurizio di Almenno San Salvatore, oggi Campione mondiale Master indoor di atletica nella 10 Km su strada (leggi qua), cominciò a praticare sport con la bicicletta, emulo delle gesta di zio Ennio ex professionista e del fratello Alessandro, che al tempo era professionista con carriera conclusa quale compagno di squadra di Vincenzo Nibali nell’Astana, il team Kazako tra i più prestigiosi al mondo.
Infatti, iniziò nella categoria Giovanissimi a quasi 7 anni e attaccò la bici al chiodo a 21 anni suonati. Dopo un anno sabbatico di meditazione, fu Marco Locatelli della palestra Gym & Fitness di Almenno S.Salvatore che indusse Maurizio a provarci con la corsa e lui, memore dell’essere vincente nelle corse campestri scolastiche, cominciò quasi per scherzo a macinare chilometri a piedi per le strade e le ciclopedonali degli Almenno, dove incontrò i compaesani G.Carlo Invernizzi e Claudio Manzoni che a loro volta lo incoraggiarono a fare sul serio.
Maurizio non se lo fece ripetere due volte e, incline com’è alle sfide, alla prima gara a cui partecipò, la mitica “Fosso Bergamasco” a Semonte di Vertova si classificò al 5° posto. Fu il trampolino di lancio che lo convinse delle sue possibilità e lo portò a macinare gare su gare con la caparbietà di chi vuol arrivare in alto e la testardaggine di voler farcela ad ogni costo, che è un po’ il marchio di fabbrica Vanotti.
Purtroppo l’infortunio alla tibia nel 2018 ha interrotto l’attività di atleta nella specialità mezzofondo, tenendolo lontano dalla sua passione per 4 lunghi anni compreso i 2 di fermo-Covid. Intanto Maurizio, l’ultimo dei “ Barchì” (soprannome paesano della dinastia Vanotti), nel 2021 apre a Calusco d’Adda una propria palestra MVRUNCYCLE.COM mettendo a frutto lo studio come Personal Trainer specializzato in riabilitazione e rieducazione funzionale.
Un giovanissimo Maurizio in gara alla Fosso Bergamasco, nel 2009
L’anno successivo, dividendosi tra l’attività lavorativa di Allenatore, Consulente di corsa e ciclismo, Istruttore di atletica leggera, Istruttore tecnico di Trail Running e la sua passione, ricomincia a correre negli M 35, la categoria di chi ha superato i 35 anni di età, militando nell’atletica Paratico (ma collaborando con la caluschese Canto di Corsa) facendosi seguire da Vladimir Lego, allenatore di livello. I risultati che raggiunge ed il tempo che riesce man mano ad abbassare nel percorrere i 10 Km, gli consentono, tramite la Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera), la partecipazione ai Mondiali di Torun nel centro-nord della Polonia.
Ed è così che si scrive la storia, nasce una leggenda; dopo solo un anno dalla ripresa delle competizioni Maurizio Vanotti da Almenno San Salvatore all’imbocco della Valle Imagna, si laurea Campione del Mondo nei 10 Km M35, con il tempo di 31’38” relegando al secondo posto l’atleta di casa il polacco Mikola Skibinski ed al 3° l’ispanico Francisco Sales Urbano. Ma non se ne torna a casa solo con l’oro! Nel palmarès anche la medaglia di bronzo quale miglior italiano sulla distanza, dietro solo al keniano Keneth Mburu e ad un altro spagnolo, Javier Carretero Diaz.
“Quando ho tagliato il traguardo, non ci credevo – racconta Maurizio – ho provato una emozione incredibile, un momento meraviglioso che non ha prezzo e che ha annientato in un attimo tutti i momenti difficili trascorsi per la preparazione. Quando poi ho sentito suonare l’Inno d’Italia solo per me, ho visto in cielo i colori dell’iride, ho pensato a come ho vinto la gara usando la testa, alla mia Famiglia, al mio allenatore senza il quale non ce l’avrei fatta. Nell’immediato futuro, Maurizio intende partecipare ai campionati italiani in pista a Firenze ed all’Europeo in programma per il 28 settembre, con l’obiettivo di percorrere i 10 Km abbassando il tempo sotto i 31’. Insomma, ragazzi vincenti abituati al podio i fratelli Alessandro e Maurizio Vanotti, dove dal gradino più alto dedicano i loro successi a mamma Silvana, lassù sul podio celeste.
Maurizio all’arrivo del mondiale