La voce circolava già da mesi a Rota d’Imagna, precisamente da febbraio. Dopo 16 mesi dal loro arrivo (era il 20 marzo 2022), 34 ragazzi tra i 14 e i 17 anni sono partiti, martedì 1 agosto, da Rota d’Imagna destinazione Oleksandrija, nella regione di Kirovohrad in Ucraina. Uno sforzo enorme quello di tutta la comunità valdimagnina per questo anno e mezzo, che ha dimostrato, ancora una volta, la grande generosità e tolleranza della gente della Valle Imagna. Un sacrificio importante, che però non ha avuto il giusto riconoscimento e supporto da parte delle autorità, come ha sottolineato il referente del progetto di accoglienza e consigliere del Comune Zaccheo Moscheni: “Gli enti al di sopra del Comune di Rota si sono visti ben epoco e abbiamo dovuto gestire direttamente ogni problema”.
Altri 46 loro compagni restano nel paese valdimagnino, più piccoli, ospiti nella struttura Stella Mattutina. “Alcuni sono stati separati dai loro fratelli rimpatriati – fanno sapere gli operatori – e comunque pesa l’incertezza sul loro futuro: sono mesi che sanno di dover andare via, che l’Ucraina ne ha disposto il rimpatrio”.
Gli altri orfani torneranno in patria nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, ancora non sono chiarissimi i tempi. Il governo dell’Ucraina ha disposto la richiesta di rimpatrio il 20 maggio attraverso il consolato d’Ucraina di Milano. L’operazione di rimpatrio – stando a quanto deciso in Prefettura – dovrebbe essere portata avanti a scaglioni, da qui a fine anno. Si è partiti appunto con i più grandi e via via toccherà ai più piccoli.
Il 20 marzo 2022 i bambini e adolescenti arrivati a Rota d’Imagna erano 115: una parte di loro, i più piccoli, vennero trasferiti a Bedulita e Ponta, mentre gli altri furono ospitati per i primi sette mesi nell’albergo Posta del paese, poi spostati alla Stella Mattutina, struttura solitamente utilizzata per ritiri estivi.
Il gruppo nei mesi di permanenza si era via via assottigliato: cinque, più grandi, erano stati rimpatriati per via di atti vandalici e piccoli furti; nove hanno trovato una famiglia affidataria negli Stati Uniti d’America.
“Abbiamo risposto con slancio nel momento del bisogno, abbiamo dato una mano e il nostro consigliere Zaccheo Moscheni in particolare, che si è speso al mille per mille in questo progetto – ha spiegato in una intervista a L’Eco di Bergamo il sindaco Giovanni Locatelli -. Ma il Comune non fa accoglienza, serve ben altro oltre il cuore“. I rimborsi da parte del governo, tra l’altro sottolinea il sindaco, non arrivano da un anno e 15 educatori non vengono pagati da giugno.
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Io abito a Rota da un anno, visibile era il malcontento per questi bambini. Ci sono stati problemi (piccoli atti vandalici come dice l’articolo), ma in gran parte erano tranquilli, li si vedeva in giro spersi; salutavano sempre – a volte i più grandi chiedevano qualche moneta. Se penso al loro passato e all’incertezza sul futuro, capisco il loro spaesamento in generale e qui, il loro non sapere cosa fare. Spesso sono circolate dicerie false su di loro, in particolare sulle ragazze. A parte gli sforzi del Comune, non ho visto tutta quest’accoglienza.
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Lo stato italiano da’ solo il reddito di cittadinanza e il superbonus a chi non ne ha diritto per avere voti.
Ma perche’ non vengono dati in affido questi bambini?Lo stato ucraino non può richiamarli.Sono rifugiati. -
Condivido il pensiero della signora Wilma, rimandarli in Ucraina e per i più grandi forse anche al fronte a combattere è una cosa assurda, senza contare la sofferenza per i fratelli più piccolo rimasti, l’essere separati dai propri fratelli. Credo sia già stata molto dura per loro la vita dal giorno in cui sono nati. Non ho parole per tutto ciò.
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Io sono una galleggiante dj rota Imagna ed ho notato che gente del paese non era molto contenta di questo progetto. A me invece fanno tanta tenerezza questi bimbi. Anche perché sono completamente orfani e tornando in ucraina non hanno nessuno che li aspetta.