Schietto e grande romantico del calcio. Questo – e molto altro, s’intende – è Paolo Casarin, 83 anni, ex arbitro di fama internazionale, attivo dal 1968 al 1988 con circa 500 partite all’attivo di cui 200 in serie A, premiato all’Hotel Bigio di San Pellegrino Terme, sabato 19 agosto, con il premio Calligaris all’Uomo di Sport e Cultura promosso dal Comitato Angelo Quarenghi in occasione del torneo Calligaris Under 17 vinto dall’Albinoleffe.
Seconda edizione del riconoscimento (lo scorso anno consegnato al preparatore atletico Ferretto Ferretti) alla memoria di Alfredo Calligaris, “padre” dei preparatori atletici italiani, grande amico di San Pellegrino Terme e del Comitato Coppa Quarenghi. “Chi ha conosciuto Calligaris – spiega il dottor Giampietro Salvi, presidente del Comitato –, così come chi ha conosciuto Emiliano Mondonico e Angelo Quarenghi (altri due tornei del Comitato sono dedicati a loro ndr) è stato fortunato. Attraverso lo sport compiamo il miracolo di averli ancora qui con noi”.
Alla cerimonia presenti numerose personalità del mondo dello sport, come gli ex calciatori Marino Magrin, Oscar Magoni e Antonio Obbedio, una rappresentativa di arbitri della sezione di Bergamo, tra cui il giovane arbitro Kevin Bonacina, neopromosso per dirigere le partite di serie B e A e la collega Viola Bresciani, il vice presidente dell’AIA, Alberto Zaroli, Michela Macalli, agente FIFA e grande promotrice del calcio femminile (giovedì 24 agosto va in scena proprio a San Pellegrino la settima edizione della Coppa Quarenghi femminile), Nicola Radici, delegato FIGC di Bergamo, Clara Mondonico, figlia di Emiliano e tanti altri.
“Casarin è stato ed è ancora un modellatore di arbitri, una figura che ha anticipato i tempi, un visionario – dice Alberto Zaroli, vicepresidente dell’AIA, che ha il compito di presentare il premiato –. Tanti temi di cui parliamo oggi Casarin li aveva anticipanti negli anni ’90 e continua ad essere un riferimento per noi. Lo aspettiamo come formatore, anzi, modellatore di arbitri”.
“Oggi è come essere tra amici – spiega Casarin –Calligaris l’ho conosciuto al Mondiale ’90. Ho imparato da lui sotto mille aspetti tante cose e, quando ho sentito che se ne è andato, ed era tanto che non lo sentivo, ho percepito una mancanza. Una mancanza che ho colmato in questi giorni leggendo un suo libro. Io ho fatto del mio meglio per arbitrare ed essere onesto. Il calcio mi ha insegnato molte cose, anche nel lavoro (Casarin ha lavorato in Eni e Intesa San Paolo ndr). Una straordinaria esperienza per crescere. Gli arbitri sono persone serie ed oneste. Sta nascendo un calcio dai milioni, senza le radici. È nostra responsabilità fare in modo che i ragazzi giochino a pallone, che può essere propedeutico al successo della loro vita. Non tutti saranno grandi giocatori, ma possono diventare persone equilibrate, corrette. Persone nate dal pallone”.