Nei mesi scorsi, precisamente fra Natale 2017 e i primi giorni del 2018, nella frazione di Cambrembo a Valleve si erano verificati diversi casi di intossicazione. In seguito ai controlli da parte di Ats, si era riscontrata la presenza di alcuni batteri nell'acqua del bacino che riforniva la piccola località. E oggi, quasi un anno e sei mesi dopo, l'ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo – oltre ad essere già indagato nella maxi inchiesta di Foppolo – viene accusato su un altro fronte: avvelenamento di acque pubbliche e lesioni personali gravi.
Il caso delle acque contaminate scoppiato fra il 2017 e il 2018, aveva visto 76 persone fra cittadini e villeggianti colpiti da diversi sintomi: febbre alta, dissenteria e vomito. Alcuni di loro, fra cui anche bambini piccoli e delle elementari, erano anche finiti in ospedale e si sono trascinati i sintomi per mesi, costringendoli a non frequentare le lezioni. La causa, inizialmente non imputata all'acqua, si è invece rivelata l'esatto opposto: il bacino idrico che riforniva la frazione era contaminato da tre parassiti, quali la “Giardia duodenalis”, l'”entamoeba coli” e l'”escherichia coli”.
La motivazione della loro presenza era in un primo momento stata associata allo svuotamento del bacino verificatosi nello stesso periodo, dopo che gli abitanti avevano lasciato l'acqua corrente aperta per evitarne il ghiacciamento nelle tubature. Ma in realtà, è tutto frutto di negligenza dell'ex sindaco di Valleve Cattaneo: in qualità di responsabile unico del servizio idrico e fognario (ora passato a Uniacque con l'intervento del commissario prefettizio Andrea Iannotta), Cattaneo avrebbe omesso i controlli sulla qualità e così anche la clorazione dell'acqua. Ma non solo, l'indagato avrebbe anche affidato la manutenzione e le verifiche di tutto l'impianto ad un addetto non qualificato del Comune e gli ultimi interventi accertati di sanificazione risalivano ormai al 2008 – ben 10 anni prima.
E a poco sono valse le due ordinanze, una del 3 gennaio 2018 dove si vietata l'utilizzo dell'acqua e una dell'11 gennaio che disponeva della clorazione, ormai i cittadini stavano subendo gli effetti dei batteri ingeriti e la legge era stata infranta. L'acqua, da quel momento, ha continuato a rimanere non potabile per diversi mesi, tanto che alcuni proprietari hanno intrapreso azioni legali nei confronti dell'ex sindaco, inducendo la Procura ad aprire un fascicolo dedicato a questa vicenda.
“Da gennaio 2018 molte delle persone intossicate non sono più tornate a Cambrembo, per timore di nuove infezioni – ha spiegato l'avvocato Simone Facchinetti, che ha preso in carico la denuncia-querela, a L'Eco di Bergamo – Ci siamo rivolti a politici, amministratori, assicurazioni, senza ottenere risposta. Andremo fino in fondo, parte civile a processo, a fronte del danni economici, morali, biologici sofferti”. Il processo è previsto per l'8 aprile, dell'anno prossimo: nel caso in cui l'ex sindaco Cattaneo venisse condannato, la pena potrebbe variare dai 6 mesi ai tre anni.