Ponte Giurino: don Corrado gioca di ruolo con i suoi ragazzi, in un mondo scritto da lui

Un gioco di ruolo - Dungeons & Dragons -, che racconta una storia scritta da don Corrado, dove i personaggi - impersonati dai loro creatori - sono immersi in un contesto fantasy e collaborano per una buona causa.
1 Settembre 2023

A Ponte Giurino di Berbenno il parroco, don Corrado Signori, si diletta nel giocare insieme ad alcuni suoi giovani parrocchiani a Dungeons & Dragons, popolare gioco di ruolo fantasy in scatola dove i giocatori si cimentano in battaglie epiche e dalla forte deriva narrativa, vestendo i panni di potenti maghi o guerrieri.

Da circa un anno, alcuni ragazzi e ragazze di Berbenno – Simone Bizzoni, Thomas Capelli, Jessica Todeschini e Monica Todeschini e Siwar Cavagna da Serina e Sefora Di Carro da Carobbio degli Angeli – hanno iniziato, insieme a don Corrado Signori di Ponte Giurino, questa magica avventura, costituita da diverse sessioni, ossia diversi momenti di incontro.

Don Corrado, conoscitore della storia in cui si muovono i personaggi, si cala nei panni di game master, dirigendo l’azione. È precisamente lui ad avere, di fatto, scritto “Il mondo delle prime nebbie”, il libro che racconta il contesto – l’epoca e la società – in cui è ambientata la storia e che funge da regolamento del gioco; all’interno di esso, sono infatti tracciati i cardini della storia da conoscere prima di iniziare il gioco. Si tratta di un’epoca storica assimilabile all’età medievale; nello specifico, il gioco inizia l’1 gennaio dell’anno 700, in seguito alla caduta della capitale – di nome Lumen -, a causa di un personaggio malvagio, il Potente, che si è intromesso in essa. L’obiettivo ultimo è, in tal senso, liberare la capitale da questo oppressore. In questo quadro narrativo, ognuno dei ragazzi e ognuna delle ragazze impersona un personaggio di invenzione propria, con una storia di vita da scoprire.

Le abilità di ogni personaggio variano in base alla razza di esso – Umano, Elfo, Nano, ecc. – e in base alla classe – Cavaliere, Sapiente, Mago, Bardo, o ancora Elfo. Dopo ogni avventura, ogni sessione – ogni volta che ci si incontra con il don -, a ciascun personaggio vengono assegnati dei punti esperienza con cui è possibile migliorare le proprie statistiche (forza, destrezza, ecc.), relative alla classe del personaggio.

Per agire ne “Il mondo delle prime nebbie”, è necessario tirare i dadi, solitamente da 20 facce; in questo mondo, c’è ampio spazio di libertà: ognuno può, infatti, fare ciò che desidera, affidandosi al destino dei dadi e rispettando le regole del gioco, che prevede, tra le altre cose, il legame in nome della pace tra i personaggi.

Don Corrado spiega: “È un gioco narrativo, in cui, di fatto, mentre si gioca, si racconta una storia, e insieme si compie un’impresa. Nello specifico, “Il mondo delle prime nebbie” ha come impostazione il fatto che i giocatori sono votati a una causa buona, identificandosi e crescendo con il proprio personaggio, dialogando con altri personaggi, facendo scelte, incontrando amici e nemici. Il fatto di lottare insieme per una causa buona aiuta anche nella vita reale. Essendo collaborativo, è un gioco in cui, con ingegno e capacità d’interpretazione, si può riuscire a compiere imprese insieme agli altri eroi della compagnia, portando a un’alleanza che finisce anche nella vita reale, perché immaginando bene questi personaggi e questa narrazione, si vive insieme una buona storia”.

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La storia affonda radici nel passato: i protagonisti sono discendenti di sangue della cosiddetta Confraternita dell’Artiglio, il cui scopo era quello di preservare la capitale. Tuttavia, un movimento all’interno della Confraternita stessa aveva portato tutti i membri al male, a eccezione dei genitori dei protagonisti; ecco che i giovani personaggi hanno rifondato la Confraternita, per riuscire, in futuro – e dopo aver seguito un viaggio formativo per riuscire nell’impresa -, a liberare la capitale.

Ci sono, inoltre, anche nemici minori da combattere, prima tra tutti l’Incantatrice, ovvero colei che aveva portato alla caduta della Confraternita, tradendola per prima. La storia verte, insomma, intorno alla Confraternita e lo scopo è ricostruirla e scoprire di più sul passato e sui genitori del proprio personaggio. Come anticipato, i personaggi sono diversi, e vengono inventati, con la loro storia di vita, dai giocatori. Ad esempio, il personaggio di Jessica Todeschini si chiama Esme Marvell ed è una Sapiente, capace di lanciare incantesimi. “In passato era stata abusata da suo fratello e da suo marito; poi scappò andando da Geremia a studiare magia, un maestro che è stato come un nonno per lei e che, successivamente, è morto per salvarci la vita”.

Quello di Monica Todeschini è, invece, Celair Nùna, “un’Elfa che da bambina ha subito esperimenti da parte dei suoi genitori, gli unici tra i genitori dei nostri personaggi ad essere dalla parte del male”.

Siwar Cavagna interpreta, invece, Huifen Liu: “nata nei boschi della città della Perla e cresciuta dalla sola madre fino a circa cinque anni. A quell’età la madre morì e lei fu costretta a crescere fin troppo rapidamente. Grazie all’avventura è riuscita a ritrovare parte della propria famiglia: il fratello con cui sta compiendo questo viaggio nella Confraternita e la voce della madre da lei ormai quasi dimenticata, grazie a un carillon trovato nella vecchia casa dell’Incantatrice”.

“Tutti discendenti di sangue della ex Confraternita – spiega Sefora Di Carro -, tranne il mio personaggio Louise Belleve, che invece si è unita dopo perché all’inizio aveva paura di affrontare qualcosa come il Potente, ma dopo aver vissuto una brutta esperienza si è convinta di voler difendere ad ogni costo i più deboli ed affrontare le sue paure, soprattutto perché in passato, prima di diventare Sapiente, era abbastanza bullizzata dalla madre perché molto impacciata; anche il mio personaggio viene dalla città di Perla”.

Storie, come radici, si intrecciano ne “Il mondo delle prime nebbie”, che permette di coltivare un forte senso di immedesimazione con i propri personaggi, di empatia e anche di commozione, nel quadro di un’avventura collaborativa. “Personalmente – afferma Monica Todeschini -, questa avventura significa molto per me, soprattutto perché è bellissimo ritagliarsi un po’ di tempo, anche se una volta al mese, per stare con delle persone che hanno le mie stesse passioni. Poi noi ci conoscevamo già tutti, quindi è stato più facile all’inizio, tranne Sefora che ora, proprio grazie al gioco di ruolo, è diventata parte del nostro gruppo, come se ci conoscessimo da una vita”.

“Poi, nel tempo – continua Jessica Todeschini -, si riesce anche ad “empatizzare” con il proprio personaggio e quasi a commuoversi quando c’è qualche scena triste che magari riguarda la storia passata del nostro personaggio”. “È bello “Il mondo delle prime nebbie” – conclude Monica – proprio perché riesci a sentire le emozioni del tuo personaggio. E poi il don è bravissimo a farci immedesimare nella storia, facendoci incontrare ogni tanto i vecchi amici dei nostri personaggi e ogni tanto le loro nemesi”.

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