Club Zogno Neroblu, 40 anni per l’Atalanta: “Un calcio diverso, ma resta la passione”

"Non c’erano i telefonini, era il calcio che piaceva a noi, adesso è tutto diverso, un business in tutti i sensi. Noi continuiamo a seguire l’Atalanta per la passione e le emozioni che ci dà".
20 Settembre 2023

Poche realtà sono legate al territorio di Bergamo quanto l’Atalanta. La Dea si nutre da sempre di un rapporto profondo con la sua gente, che prima ancora di andare allo stadio, va all’Atalanta. È proprio da questo legame che, 40 anni fa, nasceva a Zogno un gruppo unito dalla passione per i colori neroazzurri.

Quattro decenni dopo, dalle gradinate della Curva Nord il Club Zogno Neroblu ha visto passare un buon pezzo di storia e costumi sportivi. “Il Club è nato nei primi anni ’80, con l’idea mia e di mio fratello Bruno, all’epoca eravamo due ragazzi. Sentivamo la necessità di fare qualcosa in paese: si voleva avere il nome di Zogno associato all’ Atalanta e dunque a Bergamo”. Si parte così con le prime iniziative, ricorda il fondatore Fabio Rinaldi, e i tifosi brembani non mancano: “Abbiamo visto che in tanti ci seguivano: magari erano sempre i soliti, ma quando andavamo in trasferta i numeri c’erano. Piano piano ci siamo trovati a crescere, senza essere affiliati a nessuno, legati alla Curva ma ognuno era responsabile per se stesso: la passione era ed è ancora il motore che ci lega tutti”. È un periodo felice per il tifo in generale e il Club Zogno Neroblu cresce in fretta.

“All’inizio avevamo anche le tessere – spiega Fabio – adesivi e magliette. Conservo ancora una tessera vecchia, dell’ 83: il primo anno. Le tessere erano numerate e personali, oggi abbiamo smesso di produrle, ma il club continua ad esistere. All’epoca eravamo più a contatto con le persone, anche grazie al nostro Bar Centrale, conosciuto come Tirel: era lì che ci si trovava, si discuteva e si organizzavano le trasferte. Non c’erano i telefonini, era il calcio che piaceva a noi e a me in particolare, adesso è tutto diverso, un business in tutti i sensi. Noi continuiamo a seguire l’Atalanta per la passione e le emozioni che ci dà”. Emozioni da portare in giro per l’Italia e per l’Europa, perché il Club partecipa anche ad uno dei momenti più alti nella storia atalantina.

“Quello che noi consideriamo come battesimo è stata la prima trasferta Europea in Belgio, contro il Malines. Eravamo in tre: io e mio fratello Bruno, i fondatori, e Claudio “Cinquì”. Dodici ore di pullman con mille avventure, un’esperienza fantastica che oggi non si fa più. Ovviamente c’eravamo anche a Bergamo per la partita di ritorno: abbiamo la fortuna di avere una foto con il nostro striscione appeso alle barriere dello stadio con le torce che illuminavano il Comunale: diciamo che rappresenta un periodo storico. Il gruppo negli ultimi anni si era un po’ fermato, per tante ragioni: se si ferma il nucleo storico si ferma tutto”. Il mondo cambia, e così il Club e le persone che lo compongono.

“Con il passare degli anni, siamo diventati grandi – aggiunge Bruno – e abbiamo messo su famiglia, ma il primo amore non si scorda mai. Nonostante la fatica, siamo riusciti a tenere vivo il gruppo, anche senza il famoso ricambio generazionale. La fiamma della passione non si estingue mai e il Club è pronto rintuzzarla ad ogni buona occasione. “Abbiamo colto la chance dell’Europa League, nel 2017, per tornare davvero in attività – racconta Fabio – e abbiamo organizzato qualche viaggio, ma non è facile: anche per l’aspetto economico, la gente preferisce guardare il calcio in TV e le trasferte non sono più vissute come prima di conseguenza è sempre più difficile organizzarle”.

Fabio sottolinea con forza il cambiamento a cui il Club ha assistito negli ultimi decenni. “Diciamo che la TV ha cambiato la mentalità, tende a tenere la gente fuori dagli stadi, sta scemando lo spirito di aggregazione che aveva dato vita ai primi movimenti ultra e che un giorno probabilmente scomparirà. Siamo andati a Reggio Emilia, a San Siro per la Champions, a Dortmund a Limassol e Liverpool, pochi o tanti che fossimo ci siamo stati, così come a Roma per la finale di Coppa Italia nel 2019. Negli ultimi 40 anni abbiamo toccato ogni stadio, che fossimo in serie A o B: da Napoli a San Benedetto, da Verona a Bari: le trasferte più belle ci hanno visto presenti nelle piazze storiche del panorama calcistico italiano”.

“All’apice, fine anni ’80, siamo arrivati ad avere circa 250 tesserati – racconta Fabio – Ora si compra la maglietta su internet, un po’ di anni fa era più difficile, bisognava andare a Bergamo ma non c’era lo store, si dovevano avere contatti e conoscenze. 35 anni fa, vedere qualcuno allo stadio con la maglietta della Dea era una vera rarità: anche questo dà un’idea di come sia cambiato il calcio”. Nel Club, però, non è cambiato il denominatore in questi primi nostri quarant’anni: “La passione incondizionata per questi colori”.

Oggi le iniziative, dice Bruno, “continuano e sono un riferimento per i tifosi della Valle Brembana. Nel 2020 in periodo di Covid, abbiamo organizzato una raccolta fondi per il personale dell’Ospedale di San Giovanni Bianco ed è stato un grande successo. Sono nati due nuovi striscioni, dedicati a Marcello Ginami e a Matteo Ruggeri, nostri illustri compaesani. Inoltre, continuiamo con l’organizzazione delle trasferte in pullman e la presenza in Curva”. Il mancato ricambio generazionale si fa sentire: “I ragazzi giovani con voglia di ‘sbattersi’ sono sempre meno, nonostante i recenti successi della squadra abbiano avvicinato tanti alla Dea. Continuiamo ad essere convinti che l’Atalanta non sia una moda, l’Atalanta si supporta senza se e senza ma, fieri delle nostre origini e con l’umiltà che ci contraddistingue. Come il carattere bergamasco insegna, solo con il lavoro, la passione e senza troppe chiacchere è possibile raggiungere ogni traguardo”.

Fabio conclude con  “un ricordo doveroso, a tutti quelli che hanno iniziato con noi questo meraviglioso progetto e che ora da lassù continuano a seguire le gesta dei nostri campioni” e con  “un grazie NeroAzzurro a tutti quelli che ci hanno seguito e continueranno a farlo. Questi siamo noi, Fieri Sostenitori Dei Nostri Colori e SEMPRE Forza Atalanta!!”

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