Zogno tutta da scoprire il 23 e 24 marzo: protagonista delle Giornate FAI di Primavera

Per le Giornate FAI di Primavera l'occasione che rende imperdibile un salto in Valle Brembana il 23 e il 24 marzo sono i luoghi visitabili a Zogno.
13 Marzo 2024

“È primavera, che festa di colori” intonava una canzone popolarissima parecchi decenni or sono. La grande festa delle Giornate FAI di Primavera torna puntuale e sorprendente per la trentaduesima volta in tutta Italia e nella nostra Provincia. La Delegazione FAI di Bergamo e il suo Gruppo Giovani propongono, sabato 23 marzo pomeriggio e domenica 24 marzo tutto il giorno, di muoversi fra il capoluogo, la valle Seriana e la Valle Brembana. Le aperture di Bergamo, Pradalunga e Zogno partono da ispirazioni differenti: spunti di interpretazione del territorio che si sommano, senza sostituirsi. Una meta classica è il Mulino Maurizio Gervasoni di Baresi a Roncobello, acquisito dal FAI nel 2005 dopo il secondo posto in classifica nel censimento i “Luoghi del Cuore” del 2003. Le visite durante le Giornate FAI di Primavera, tradizionale riapertura dopo la pausa invernale saranno possibili dalle 14.30 – 18.00.

L’occasione che rende imperdibile un salto in Valle Brembana il 23 e il 24 marzo sono i luoghi visitabili a Zogno. Il centro storico cela esperienze sorprendenti, che raccontano la profonda fede degli zognesi, fede religiosa e passione civile. Una volta lasciata l’auto nel grande parcheggio del mercato in via degli Alpini, ogni punto da visitare si troverà a pochi minuti di distanza in quel “pugno di case ai piedi della parrocchiale” che Zogno era ancora nel XIX secolo. Un punto informazioni centrale sarà allestito in Piazza Italia nei pressi di Palazzo Rimani, sede del Municipio, di cui sarà possibile eccezionalmente visitare in autonomia le sale affrescate da Vincenzo Angelo Orelli al piano nobile. Non lontano ci si imbatte in una originale casa rustica tipicamente bergamasca e a metà strada si trova il Museo della Valle, regolarmente aperto secondo i normali orari, con biglietto ridotto per gli iscritti FAI. Ma si tratta solo di un antipasto: le aperture speciali di queste Giornate FAI sono ghiotte. Intorno alla parrocchiale di San Lorenzo, visitabile in autonomia compatibilmente con le funzioni religiose della Domenica delle Palme, ci sono alcuni edifici, solitamente preclusi alla visita, che fanno di questo luogo un vero e proprio Colle dello Spirito.

Gli apprendisti ciceroni dell’Istituto Vittorio Emanuele II di Bergamo ci porteranno: nella sagrestia della parrocchiale con: strappi di affreschi tardo quattrocenteschi, così come quattrocentesca è la tavola con “il Battesimo di Gesù”; una struggente Pietà di Vincenzo Angelo Orelli; pale e dipinti provenienti dall’antica parrocchiale; arredi preziosi e una curiosa cassaforte, oltre a un bellissimo lampadario liberty che pende dal soffitto ornato di stucchi e dipinti; nella Chiesa della Confraternita del S.mo Sacramento; nell casa parrocchiale che conserva immutato dal ‘600 il salone centrale, con gli stucchi che incorniciano i ritratti secenteschi della famiglia Marconi dei Maffeis, di cui era una delle dimore; nel Battistero, interamente decorato con sfolgoranti mosaici e sculture di Claudio e Attilio Nani, mentre il progetto di trasformazione dell’antica cappella di San Rocco si deve all’arch. Vito Sonzogni, nato 100 anni fa proprio a Zogno.

Zogno il battistero - La Voce delle Valli
Il Battistero

Scendendo dal monumentale scalone settecentesco, dopo aver goduto del panorama dal sagrato, si arriva a un’altra apertura, che si può definire “in corso”. Il museo di San Lorenzo si sta trasformando nel Museo delle Arti Gabanelli (MAG). La direttrice, il curatore, lo staff del museo ci parleranno di come si crea un nuovo allestimento quando si hanno a disposizione oltre 2700 pezzi: affreschi strappati, quadri, sculture, paramenti (molti tessuti dalle monache di clausura del vicino convento), crocefissi, pissidi, ostensori, candelabri, baldacchini, mobili, pizzi e ricami, messali, immaginette, grazie ricevute. Ci muoveremo tra i diversi piani dell’edificio, prestando attenzione alle opere d’arte che ci circondano, con la possibilità unica di avvicinarci alla museografia, l’arte di organizzare la bellezza di un museo. Una primizia assoluta e irripetibile. Poche decine di metri e si arriva al portone che affaccia sulla stretta via XI febbraio.

Durante le Giornate FAI di Primavera solo gli iscritti FAI potranno, nel massimo rispetto e silenzio, entrare negli ambienti claustrali del Monastero di Santa Maria Annunciata. Non sono tanto il chiostro realizzato tra fine ‘400 e primi ‘500, il coro delle religiose, il parlatorio vecchio e quello nuovo, oppure la chiesa di Santa Maria con l’Annunciazione di Vincenzo Angelo Orelli, a caratterizzare la visita, bensì l’incontro con un’esperienza di vita: le terziarie regolari francescane sono religiose claustrali che vivono in monasteri sui iuris e seguono la regola del Terzo ordine regolare di San Francesco TOR. Questa apertura è del tutto eccezionale e richiede regole eccezionali: gruppi rigidamente contingentati; nessuna prenotazione, nemmeno in loco; formazione del gruppo 15 minuti prima della partenza di ciascuna visita, senza la possibilità di sostare in coda nei pressi del Monastero nè prima nè dopo.

L’ultima tappa zognese è legata alla passione civile, di un uomo peraltro profondamente religioso. L’edificio liberty, che fu dimora amatissima da Bortolo Belotti, e il parco di circa 5.000 metri quadrati sul quale si affaccia, raccontano 30 anni della storia brembana e italiana fra il 1913 e il 1944. L’amicizia con D’Annunzio che si scopre nello studio con gli arredi originali, la collezione di 26 dipinti dal ‘500 al ‘900, le sculture del parco commissionate a Nino Galizzi, il progetto decorativo con la sua simbologia stupiscono e cancellano i luoghi comuni sull’arretratezza culturale delle nostre valli. La casa museo Bortolo Belotti e il suo parco si riveleranno passo passo davanti agli occhi dei visitatori grazie agli apprendisti ciceroni dell’Istituto Vittorio Emanuele II di Bergamo. Tante proposte fra cui scegliere ciò in cui ci si riconosce o, crediamo, per uscire dalle consuetudini e andare alla ricerca di nuove esperienze in territori vicini e inesplorati.

Zogno collezione Belotti - La Voce delle Valli
Collezione Belotti

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